Paolo Magrì: "Il settore terziario rappresenta il futuro" - QdS

Paolo Magrì: “Il settore terziario rappresenta il futuro”

Serena Giovanna Grasso

Paolo Magrì: “Il settore terziario rappresenta il futuro”

martedì 02 Febbraio 2016

Forum con Paolo Magrì, Segretario regionale di Cisal-Terziario

Di cosa si occupa il sindacato Cisal? Qual è il settore in cui registra maggiore presenza?
“Io rappresento la segreteria regionale di Cisal terziario e ci occupiamo del settore privato. Curiamo le relazioni industriali tra aziende e lavoratori. Cisal è una confederazione nazionale che per volontà del ministero del Lavoro è diventato uno dei sindacati più rappresentativi: in Sicilia gli iscritti certificati a Cisal Terziario sono oltre 3000.
Cisal è forte nel pubblico impiego e nella scuola. Ma anche il terziario ci sta dando grandi soddisfazioni. Proprio quest’ultimo rappresenta il settore del futuro, con le maggiori possibilità di sviluppo. Infatti, il motore dell’economia italiana è costituito da piccole imprese e per questa ragione ce ne curiamo in maniera particolare”.
Ripone fiducia sulla buona riuscita in Sicilia dei meccanismi lavorativi messi in moto dal Governo centrale, come ad esempio il Jobs act?
“Nutro qualche riserbo in merito al Jobs act. La riforma produrrà qualche frutto. Ma nel nostro territorio credo che rappresenti solo uno specchietto per le allodole. Oggi i dati appaiono favorevoli, ma è molto probabile che siano influenzati dalla regolarizzazione di posizioni lavorative in nero già precedentemente operanti. Le somme effettive potranno essere tirate solo tra tre anni. Ad ogni modo, io ritengo che non si tratti di un intervento risolutivo, ma di una riforma che sposta il problema in avanti nel tempo”. 
Che genere di rapporti avete con le istituzioni?
“Molto spesso abbiamo delle difficoltà. Il nostro è un sindacato autonomo e spesso e volentieri le istituzioni fanno finta di dimenticarsi di noi. Talvolta le nostre difficoltà si manifestano non solo nei confronti delle istituzioni, ma anche nei confronti di altri sindacati. Mi è capitato di fare incontri istituzionali e avere difficoltà ad avere un tavolo unitario perché qualche segretario di altri sindacati poneva opposizione ad aprire un tavolo comune con la nostra confederazione sindacale”.
Mentre i rapporti con le imprese come si presentano?
“Con gli imprenditori seri ci lavoro molto bene, purtroppo in Sicilia non tutti gli imprenditori sono seri. Le istituzioni dovrebbero contrastare chi dell’impresa ne fa uno strumento per scopi poco virtuosi, chi nega ai lavoratori i diritti. Purtroppo in Sicilia questi ultimi non sono pochi, anzi al contrario”.
Avete delle vertenze particolari che vi preoccupano e che state seguendo in questo momento?
“In questo momento ci preoccupa l’assistenza domiciliare nel Comune di Catania, Adrano e Misterbianco. Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano Catania. In particolare, un cambio di appalto in questo servizio ha condotto all’aggiudicazione di cinque cooperative e all’esclusione di una che impiega una quarantina di lavoratori di cui la maggior parte è monoreddito. Ci auguriamo di riuscire a ricollocare tutte queste risorse. In questo caso, il rapporto con le istituzioni è stato ottimo perché l’assessore Angelo Villari, nonché ex sindacalista, si è messo immediatamente in moto. Dunque contiamo di fare un bel lavoro. A causa dei tagli sulle partecipate, ci preoccupa anche il reimpiego dei lavoratori occupati alla Catania Multiservizi e Pubbliservizi e alla Palermo Energia. Ulteriore questione riguarda il problema delle cooperative sociali che erogano servizi essenziali e obbligatori nei confronti delle amministrazioni comunali, per le quali i comuni non pagano le rette di ricovero, causando enormi disagi nel pagamento dei lavoratori”.
Cisal cosa chiede alla Regione per superare questa situazione di disagio economico? Avete delle proposte operative?
“Vorrei rinnovare una proposta già fatta ma rimasta ancora lettera morta. Riguarda le Zone franche urbane: la nostra idea era quella di estendere a tutto il territorio regionale un tipo di politica che potesse incentivare aziende estere o proveniente da altre regioni italiane ad investire in Sicilia. Un’altra richiesta riguarda il miglioramento delle infrastrutture, fattore che senz’altro si ripercuoterebbe in positivo sull’economia”.
Avete richieste da rivolgere all’assessore al Lavoro?
“Chiediamo di trovare una soluzione ai due problemi occupazionali per eccellenza: da una parte la disoccupazione giovanile, dall’altra l’ugualmente grave disoccupazione over 50. Se necessario, chiediamo persino di stravolgere le normative sul lavoro e cercare di trovare strumenti incentivanti”.
 
Quali strumenti avete messo in atto al fine di reagire alla negativa congiuntura economica vigente?
“Il Governo, tanto a livello nazionale quanto locale, non è stato in grado di rimettere in moto l’economia. Cisal ha cercato di fronteggiare quest’incapacità applicando contratti più vicini rispetto alla realtà attuale. Scegliamo di agevolare gli imprenditori seri a fare impresa, mettendo a disposizione uno strumento contrattuale più flessibile. Con la crisi è necessario che cambi il ruolo giocato dal sindacato, è necessario adeguarsi alle circostanze odierne, altrimenti si rischia di avere un ruolo di mediazione negativa anziché positiva. Noi attraverso lo strumento dei contratti flessibili offriamo un modello alternativo e innovativo di fare il sindacato. Il nostro contratto collettivo proposto è dotato di uno scheletro molto snello che rimanda alla contrattazione aziendale gran parte delle argomentazioni. Così facendo, riusciamo a cucire addosso all’azienda e ai lavoratori un contratto ad hoc. Rileviamo una grandissima adesione al suddetto tipo di contratto”.

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