Finanziamenti statali per la Sicilia - QdS

Finanziamenti statali per la Sicilia

Liliana Rosano

Finanziamenti statali per la Sicilia

mercoledì 10 Febbraio 2016

I dati emergono dal rapporto della Ragioneria dello Stato sulla “spesa statale regionalizzata”. Record per l’Isola: alto numero di trasferimenti a strutture pubbliche

PALERMO – La Sicilia nel podio delle tre regioni italiane che raccolgono più denaro pubblico destinato dallo Stato ad enti, amministrazioni e fondi su base locale. Al primo posto il Lazio che incamera 36 miliardi di euro nel 2014, seguito dalla Lombardia (22 miliardi) e dalla Sicilia (21,8 miliardi di euro).Una cifra legata soprattutto a stipendi e al numero di dipendenti pubblici presenti sul territorio anche per la presenza del governo e delle molte sedi centrali delle istituzioni nazionali a Roma.
Stesso discorso si può fare per la Regione siciliana dove ha sede il Parlamento i cui deputati hanno uno stipendio da capogiro.
Su base procapite, però, contro una media nazionale di circa 3.600 euro a testa, gli abitanti delle Province autonome di Trento e Bolzano si sono visti direttamente o indirettamente destinare tra i 7.600 e gli 8.900 euro, circa quattro volte quello che è invece arrivato a ciascun abitante della Lombardia. In Sicilia, su base procapite siamo intorno ai 4282 euro contro i 2681 dell’Emilia Romagna.
I dati emergono dall’ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato sulla “spesa statale regionalizzata”, ovvero sulla ripartizione territoriale dei pagamenti del bilancio dello Stato.
La Sicilia ha un altro record: la regione è in testa per la somma piu’ alta dei trasferimenti ad amministrazioni ed enti pubblici. Parliamo di ben 12,6 miliardi.
Su un ammontare complessivo di pagamenti pari nel 2014 a 563,1 miliardi, a livello regionale sono stati ripartiti, spiega la Rgs, 258,7 miliardi. I pagamenti complessivi sono stati erogati dallo Stato a qualsiasi titolo per spese correnti e spese in conto capitale, distinti per regione di destinazione.
Si tratta di voci quali stipendi, acquisti di beni e servizi, trasferimenti ad amministrazioni ed enti pubblici, a imprese e famiglie, interessi, investimenti diretti e contributi agli investimenti. Rimangono invece escluse le spese per rimborsi di prestiti.

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