Il numero di case all'asta in Italia è diminuito del 6,7% in sei mesi - QdS

Il numero di case all’asta in Italia è diminuito del 6,7% in sei mesi

Oriana Gionfriddo

Il numero di case all’asta in Italia è diminuito del 6,7% in sei mesi

giovedì 11 Febbraio 2016

È quanto emerge dal rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro studi Sogeea. In Sicilia, è Palermo che registra la maggior presenza di immobili all’asta con un numero pari a 885, in percentuale 3,09%

ROMA – Il numero delle case all’asta in Italia è diminuito del 6,7% in sei mesi: le procedure in corso sono infatti 28.672, a fronte delle 30.746 rilevate all’inizio di luglio 2015. È quanto emerge dal rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro studi Sogeea, presentato presso il centro congressi della società nei giorni scorsi a Roma. Più della metà degli immobili residenziali in vendita (16.391) si concentra nel Nord del Paese; seguono il Centro con 6.711, il Sud con 3.026 e le Isole con 2.544. Poco meno di un quinto delle case oggetto dello studio, pari a 5.411 unità, è localizzato in Lombardia, regione che precede nettamente il Veneto (4.348); più staccati Piemonte (2.740), Lazio (2.299), Sicilia (1.971), Emilia Romagna (1.879) e Toscana (1.713). Sopra il migliaio di case all’asta anche Campania (1.267) e Liguria (1.057). Appena 16 gli immobili residenziali all’incanto in Valle d’Aosta. A livello di province, invece, spiccano le 1.596 case all’asta di Vicenza, con Bergamo a quota 1.324 seguita da Roma (1.320), Torino (1.238) e Brescia (1.127).
In Sicilia, è Palermo che registra la maggior presenza di immobili all’asta con un numero pari a 885, in percentuale 3,09%. Forte stacco per la provincia di Ragusa che si classifica al secondo posto con 271 immobili (0,95%). Terzo posto per Trapani 214 (0,75%). E poi a scendere, per numero si case all’asta, troviamo Messina 185 (6,65%), Catania 148 (0,52), Agrigento 105 (0,37%), Enna 98 (0,34%) e infine, ultimo posto per la provincia di Siracusa che registra 32 immobili all’asta e quindi lo 0,11% del totale.
“Il numero di immobili residenziali all’asta nel nostro Paese si è sensibilmente ridotto, segnando una importante inversione di tendenza rispetto al recente passato – ha spiegato Sandro Simoncini, presidente di Sogeea, direttore del Centro studi e docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma – Negli ultimi sei mesi le vendite all’incanto andate a buon fine non sono state compensate dall’arrivo sul mercato di altrettante case, segno che le persone che si trovano in difficoltà economico-finanziaria stanno fortunatamente diminuendo e che gli istituti di credito sono meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza. Questo per almeno due motivi: le banche sono consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un’asta non le farebbe comunque rientrare dei capitali erogati; inoltre sanno che, in molti casi, le difficoltà di chi ha acceso un mutuo sono legate a meccanismi discutibili come quello degli interessi scaturiti dagli interessi”.
Arriva però una precisazione importante sulla natura degli immobili all’asta: “Va comunque sottolineato che nella stragrande maggioranza dei casi parliamo di immobili non di pregio, per cui è ancora la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi: il 66% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, percentuale che sale addirittura fino all’88% se prendiamo in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro. – conclude Simoncini – Di contro, considerando il punto di vista di chi è interessato ad acquistare, la presenza sul mercato di così tante case offre notevoli opportunità d’investimento. Molti istituti bancari mettono a disposizione strumenti finanziari ad hoc per procedere all’acquisto e i meccanismi di vendita all’asta sono trasparenti e tutto sommato semplici: chi ha disponibilità di denaro può realizzare dei veri e propri affari e c’è sempre la possibilità di farsi seguire da un tecnico o da un professionista del settore per avere la sicurezza di non commettere passi falsi”.

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