La qualità della sanità vuol dire futuro - QdS

La qualità della sanità vuol dire futuro

Maria Francesca Fisichella

La qualità della sanità vuol dire futuro

sabato 20 Febbraio 2016

Forum con Salvatore Castorina, presidente emerito Morgagni e Sergio Castorina, Presidente del Cda del Ccd Morgagni e Consigliere Nazionale Aiop

Compito del Servizio sanitario nazionale è quello di servire l’utenza del Paese ed estera, fornendo al paziente un servizio d’eccellenza. Detto questo, va stabilito quanto destinare alla sanità pubblica e a quella privata. Qual è la ragione per cui si stabilisce a monte quanto destinare al pubblico e quanto al privato? In definitiva i Drg o pagati per l’uno o per l’altro costano uguale…
Salvatore Castorina: “Si tratta di una situazione che si trascina senza trovare soluzione, ossia che pubblico e privato non sono equiparati. Solo di recente l’ospedalità privata è stata riconosciuta paritaria, a tutti gli effetti, con il pubblico. Ma mancano i presupposti finanziari per la sua crescita condizionata dal budget. Il pubblico, nell’immaginario collettivo, resta sempre privilegiato. Tanto è vero che la sanità privata è stata riconosciuta di pari dignità a quella pubblica a livello nazionale, ma nei termini delle previsioni di spesa, ossia nei limiti di un budget. Mentre il pubblico non ha tetto, non ha limite ma linee guida ministeriali. Il tetto, però, impedisce inevitabilmente la crescita e la competitività, che non vuol dire antagonismo, perché ciò che si vuole è la migliore sanità possibile per il paziente”.
Quindi, la Regione Siciliana non persegue la migliore qualità dei servizi sanitari. Ma, anzi, indipendentemente dal merito dà più soldi al pubblico.
Salvatore Castorina
: “Quanto a meritocrazia va riconosciuto che è in atto un profondo impegno in tal senso. Questo dovrebbe essere un principio etico. L’assessorato regionale alla Sanità nella rimodulazione della rete sta infatti cercando di “censire” la produzione.
“Nel privato, poi, continua a persistere un’annosa questione: le cliniche private non hanno il pronto soccorso. Anche se di fatto in Italia esistono case di cura private che hanno il pronto soccorso, questo non accade in Sicilia, poiché gli organi regionali al riguardo continuano a seguire il cammino della prudenza decisionale. Eppure, quando in caso di emergenza si richiede un ricovero in terapia intensiva – per mancanza di posti letto – e il pubblico ci chiede supporto, noi lo diamo. In quel caso è più che “pronto soccorso”. Vorremmo, però, che questo fosse riconosciuto”.
Parliamo della formazione dei giovani medici.
Sergio Castorina:
“La qualità dipende dalla formazione. E forte è il desiderio dei giovani di formarsi sul campo, oltre che nelle aule dell’Università. Su questo devo dire con gioia che, grazie alla lungimiranza del rettore del’Università e del preside della facoltà di Medicina, la nostra struttura ha avuto il riconoscimento e l’abilitazione a ricevere in convenzione gli specializzandi di area medica. Per questa via un giovane ha la possibilità per un anno (rinnovabile), di formarsi in una delle nostre specialità, ossia chirurgia generale, anestesia, cardiologia e così via. L’Università ha riconosciuto questo nostro merito che ci riempie d’orgoglio. Tale riconoscimento si è tradotto concretamente nella firma di un accordo tra Università di Catania e Fondazione Mediterranea G.B.Morgagni.”
Quali sono gli obiettivi della Fondazione Mediterranea G.B.Morgagni?
Salvatore Castorina
: “Gli obiettivi della Fondazione Mediterranea G.B. Morgagni si possono riassumere in formazione, divulgazione e ricerca. Istituita a Catania nel 1999, opera presso l’omonimo centro clinico diagnostico di Catania. Nel 2009 ha ottenuto il riconoscimento della qualifica di onlus. Finanzia un laboratorio di ricerca interno, con studi su biologia molecolare applicata soprattutto all’oncologia. La collaborazione con il Laboratorio di Ricerca in “Sistemi Complessi” della Scuola Superiore dell’Università di Catania ha consentito di iniziare uno studio sulla caratterizzazione genetica del carcinoma del colon-retto, mediante l’impiego di tecnologie di analisi globale del genoma. Queste hanno permesso di individuare le lesioni molecolari che possono caratterizzare la patologia e hanno fornito informazioni dettagliate sul cariotipo di ciascun paziente, consentendo un’eventuale personalizzazione della terapia.”
 
Approfondiamo il discorso sulle ricerche portate avanti dalla Fondazione. Quali sono i risultati?
Salvatore Castorina
: “Da alcuni anni la Fondazione collabora con l’Istituto di Chimica Biomolecolare del Cnr  di Catania, con lo scopo di valutare l’azione antiproliferativa di alcune sostanze naturali sui carcinomi del colon-retto e del polmone. Gli interessanti risultati ottenuti hanno spinto la Fondazione ad investire risorse in tale direzione per ampliare sempre più le conoscenze su tale tumore. Recentemente, la Fondazione ha iniziato uno studio sui meccanismi che stanno alla base di patologie associate all’obesità, grazie alla collaborazione con un ricercatore italiano di fama internazionale. è inoltre entrata a far parte del Distretto di Alta Tecnologia Biomedico, finalizzato alla realizzazione di piattaforme tecnologiche, formulati e dispositivi biomedicali per le aree terapeutiche di maggiore interesse. Altro campo di interesse clinico scientifico, riguarda la disciplina anatomica in cui si trasferiscono in didattica immagini di interesse morfologico selezionate in diagnostica”.
Esistono pubblicazioni sulle ricerche da voi condotte?
Salvatore Castorina : “Il risultato delle ricerche è allo stato raccolto in tre note riviste. Dal 22 settembre 2015 vige un accordo di collaborazione tra l’ Università degli Studi di Catania tramite il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche, diretto dal professore Drago, ai fini della collaborazione didattico-scientifica”.
 

 
Erogate 12mila prestazioni e 100mila visite ogni anno

Nel suo ruolo di presidente del Cda del Ccd Morgagni, parliamo delle cifre che riguardano l’azienda.
Sergio Castorina: “Il nostro centro opera in un contesto, la Sicilia, dove il numero dei lavoratori del comparto ospedalità privata (tra dipendenti e liberi professionisti) è di 6000 unità, di cui 1850 nella provincia di Catania. A Catania, il settore ospedalità privata ha erogato nell’ultimo anno 52.283 prestazioni in regime di accreditamento, a cui bisogna aggiungere circa il 30 per cento per l’attività privata a pagamento. In tutto questo il Centro clinico diagnostico G.B. Morgagni Srl Casa di Cura opera su due presidi: il presidio polispecialistico escluso ostetricia, fondato a Catania nel 1972 e il presidio cardiologico cardiochirurgico (Centro Cuore – Pedara fondato nel 1993). Dal 2011 è denominato Policlinico G.B Morgagni, per fusione. Impiega 120 medici, 600 dipendenti in tutto, 225 posti letto, due unità di terapia intensiva, un’unità di semi-intensiva, un’unità ad elevata intensità di cura, due Utic, dieci sale operatorie e due sale di emodinamica.
“Per quanto riguarda le unità funzionali del presidio di Catania troviamo: la terapia intensiva, la chirurgia generale, l’urologia, la neurochirurgia, l’otorinolaringoiatria, l’ortopedia, l’oculistica, l’oncologia, la riabilitazione e la lungodegenza. Mentre per quanto riguarda le unità funzionali del presidio di Pedara troviamo: la chirurgia del cuore e dei vasi, la riabilitazione cardiologica, l’Utic, la terapia intensiva e la terapia sub intensiva. Annualmente l’azienda eroga circa 12mila prestazioni, in regime di day hospital e ricovero ordinario e 100mila in visite ambulatoriali ed esami diagnostici”.
 

 
Il servizio privato andrebbe riconosciuto e valorizzato

Professor Sergio Castorina perché non mettere in concorrenza pubblico e privato, affinché si dia ai siciliani e agli italiani che vogliono venire a curarsi sull’Isola la migliore sanità possibile?
Sergio Castorina: “Lo Stato, essendo noi dei concessionari di servizi, dovrebbe individuare nel privato (grosso, medio o piccolo) la forza e la specializzazione di ognuno. Il servizio del privato dovrebbe essere riconosciuto dalla Regione Siciliana ed essere messo a servizio dell’utenza in convenzione. Il privato dovrebbe essere visto in una posizione concorrenziale, ma non antagonista, di livello tale che ne sia riconosciuto l’utile servizio in convenzione”.
Ma, nell’interesse dei cittadini, l’ospedalità privata quali azione sta mettendo in campo per dare una soluzione a questo stato di cose?
Sergio Castorina: “Il pensiero va al decreto Balduzzi, l’ex ministro della salute, il quale giustamente disse che se si vuol essere ospedale privato o pubblico pluri-specialistico si devono prevedere delle precise misure. In provincia di Catania, questo si traduce nella riconversione di 133 posti letto per acuti in altrettanti posti letto post-acuti sulla base di un progetto di efficientamento della rete proposto dall’Aiop; l’accorpamento strutturale delle case di cura che non raggiungono il limite di 60 posti per acuti, oppure la rifunzionalizzazione delle stesse strutture monospecialistiche con dotazione minima di 40 posti (di acuti e post-acuti) o in strutture di ricovero a ciclo diurno (con dotazione minima di 20 posti letto) o ambulatoriali, ovvero in strutture territoriali di assistenza residenziale. In provincia di Catania gli effetti del decreto Balduzzi interessano poche case di cura che, essendo collocate sotto la soglia minima dei 60 posti letto per acuti, dovranno provvedere agli accorpamenti strutturali o alle rifunzionalizzazioni.”

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