Ciro di Vuolo: "Servizio sempre più recepito dai cittadini" - QdS

Ciro di Vuolo: “Servizio sempre più recepito dai cittadini”

Raffaella Pessina

Ciro di Vuolo: “Servizio sempre più recepito dai cittadini”

martedì 23 Febbraio 2016

Forum con Ciro di Vuolo, Presidente di Corecom Sicilia

Quali obiettivi sono stati raggiunti nell’ambito delle nuove deleghe e dell’organico?
“Dai dati del 2015 si evince come siano sempre in crescita le conciliazioni. è il servizio più recepito dai cittadini e certe volte rimango piacevolmente stupito perché vi sono persone anziane che si rivolgono a noi e vanno via ringraziando il personale. Il cittadino principalmente chiede aiuto nei rapporti con gli operatori telefonici. Perché, ad esempio, accade che a seguito di una telefonata di promozione commerciale vengano applicati servizi telefonici a pagamento. Molte volte si tratta di attività superficiali dei commerciali che, quando hanno come interlocutore una persona anziana, non si rendono conto se realmente il cliente desidera un servizio che poi si ritrova in bolletta senza sostanzialmente averlo richiesto. Si tratta di persone che magari percepiscono una pensione minima e che vedendosi addebitati per esempio 20 euro al mese in più, si trovano realmente in difficoltà. Ho fatto solo un esempio della persona anziana, perché è quella che fa maggior piacere aiutare, poiché si tratta di una fascia sociale debole, ma a noi si rivolgono anche gli enti locali. Questi, a volte, hanno contenziosi con gli operatori telefonici dovuti certamente non a morosità, ma si ritrovano con contratti che erano stati stipulati dalla vecchia amministrazione, con servizi che il nuovo sindaco non ritiene necessari, e che non riescono a ripristinare per come vorrebbero, e in questi casi siamo riusciti a far risparmiare anche 20, 30 mila euro all’ente locale. Chiunque può rivolgersi a noi per chiedere un tentativo di riconciliazione, ma da quest’anno, possiamo anche definire la controversia. Con l’Agicom nazionale abbiamo ottenuto una delega di secondo livello per svolgere nuove attività”.
Di che si tratta?
“Tra le nuove attività vi è appunto la definizione delle controversie. Mentre prima chiunque si rivolgeva al Corecom e poteva chiedere soltanto la conciliazione con l’operatore telefonico, e chi non conciliava doveva andare avanti per le vie giudiziarie, oggi invece trascorsi tre mesi dalla mancata conciliazione, l’interessato può tornare da noi e riproporre una nuova istanza per la definizione di quella controversia. In questo caso il Corecom entra nel merito del contendere e, quindi, alla fine si prende una decisione. Si tratta di un atto deliberativo che può essere impugnato davanti al Tar da parte del soccombente ed ha quindi tutti gli effetti giuridici di una sentenza. Si tratta certamente di una delega che qualifica ancora di più il Corecom, che è una struttura che fa amministrazione “attiva”. Lo dimostra il fatto che nel 2013 i dipendenti regionali a supporto erano all’incirca 11 persone, ora sono diventate 30”.
Rispetto agli anni precedenti le controversie sono aumentate?
“Le controversie sono aumentate. Nel 2014 erano 2.300 e nel 2015 più di 2.500 ma soprattutto le somme che sono state restituite ai cittadini siciliani con rimborsi e indennizzi è pari a 535.000 euro. Si tratta comunque di un dato significativo, ma che ritengo assolutamente insoddisfacente perché rispetto al numero della popolazione siciliana sono poche le controversie che ci vengono sottoposte. Facendo il paragone con le altre regioni, ad esempio Campania, Lazio o Lombardia, si nota che in Sicilia le istanze sono assai inferiori rispetto a queste regioni. Addirittura in Campania ne arrivano 6.000 all’anno e rimborsano ai cittadini circa 3 milioni di euro. è vero che il Corecom Sicilia ha cominciato in ritardo, ma soprattutto accade ciò perché manca una sede nella Sicilia orientale. Perché telematicamente queste controversie non si possono risolvere. Infatti quando si concilia molto spesso l’operatore non si presenta fisicamente e si deve operare con la firma digitale. Il cittadino non ha l’obbligo della firma digitale e quindi deve essere presente. Per fare un esempio, se un catanese dovesse rivolgersi a noi per una controversia di circa 150 euro, non verrà mai a Palermo perché non gli conviene”.
 
Tutela dei minori e sensibilizzazione del territorio: quali passi sono stati compiuti?
“Si tratta di una attività che abbiamo messo in atto già da tempo. Siamo andati nelle scuole siciliane a promuovere iniziative nell’ambito del cyberbullismo, di Facebook e abbiamo pubblicato un libro: ‘Facebook, genitori alla riscossa’, che ha avuto un grandissimo successo perché abbiamo messo insieme genitori, insegnanti e ragazzi. L’obiettivo è stato quello di far conoscere ai genitori il linguaggio dei social, per comprendere di più i propri figli. Lavoriamo in collaborazione con la polizia postale per sensibilizzare i ragazzi, con iniziative, incontri e dibattiti, su temi che coinvolgono i ragazzi. Siamo di fronte ad una realtà nuova, dove il cosiddetto “bullo” non è più fisicamente presente, ma lo trovi sui social, ed è un meccanismo talmente complicato da controllare, perché all’interno di internet non ci sono regole ed è difficile andare a perseguire il soggetto che compie questi atti. La polizia postale spiega in tali incontri quali strumenti ha a disposizione per cercare la persona che può aver creato un danno anche morale nei confronti di un altro adolescente. Il riscontro fino ad oggi è stato positivo: nel 2015 abbiamo svolto giornate di incontro nelle scuole nelle province di Siracusa, Catania, Messina e Caltanissetta. Ora sono in attesa del nuovo elenco di scuole in cui dovremo organizzare tali incontri nell’arco del 2016, con la collaborazione dei presidi”.

In quale attività il Corecom ha raggiunto ottimi risultati e in quale, invece ritiene debba migliorare?
“Vi sono diverse deleghe che abbiamo ottenuto e sulle quali stiamo cominciando a lavorare, quindi dobbiamo attendere per vedere i margini di miglioramento. Oltre alle definizioni abbiamo acquisito dall’Agicom un’altra delega importante che è quella dell’emittenza televisiva locale: sarà il Corecom ad occuparsi del monitoraggio sull’attività e verificare se nell’arco della settimana presa in esame l’emittenza abbia commesso infrazioni sanzionabili in virtù della normativa di settore (ad esempio sulla pubblicità eccessiva) o abbiano trasmesso in orari non conformi a quelli stabiliti o detto cose che possano colpire negativamente la sensibilità dei minori nel corso di programmi trasmessi nelle fasce protette. Laddove dovessimo riscontrare qualche anomalia, la segnaliamo all’autorità per l’eventuale sanzione. Abbiamo chiuso un accordo con l’Ispettorato regionale delle telecomunicazioni avvalendoci di un soggetto pubblico, che ha la qualifica per poterlo fare.
Ci sono altre attività?
“Inoltre abbiamo il registro del Roc: Registro operatori comunicazioni, prima tenuto dall’Agicom. Al Roc si deve iscrivere l’editore e non la testata giornalistica, per ottenere la garanzia della trasparenza del mercato delle comunicazioni ed evitare concentrazione editoriale nelle mani di pochi soggetti. Sarebbe comunque utile attivare qualche stanza della sede etnea della Regione. C’è un atto predisposto dal segretario generale. Anche perché si otterrebbero i locali in forma gratuita perché il Corecom è comunque una struttura regionale”.

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