Affittopoli, sfaticati e dintorni - QdS

Affittopoli, sfaticati e dintorni

Carlo Alberto Tregua

Affittopoli, sfaticati e dintorni

mercoledì 24 Febbraio 2016

Sprechi e corruzione, così fan tutti

Lo scandalo degli affitti quasi-gratuiti della Capitale non sorprende. Quattro o quaranta euro al mese per un affitto su cinque. Mancati introiti per centinaia di milioni. Immobili affittati a enti e partiti che non hanno mai pagato l’affitto, Asl morose per decine di milioni: ecco un piccolo campionario delle vergogne dell’amministrazione comunale romana, frutto di lassismo e corruzione che dura da decenni. Infatti, vi è stato uno scandalo gemello nel 1995.
Se Roma è la capitale della vergogna, mentre dovrebbe dare l’esempio di comportamenti etici, il fenomeno di affittopoli da un canto e di possesso di immobili dall’altro, è comune in moltissimi degli ottomila enti locali italiani.
I sindaci battono cassa, si lamentano che non possono effettuare più l’assistenza sociale, ma poi non perseguono l’evasione, né la morosità e non danno ordine all’organizzazione interna, in modo da eliminare inefficienze e sperperi.
Lo stesso comportamento si trova nei ministeri e nelle Regioni.

Un altro esempio di sprechi riguarda gli agenti carcerari. è notizia di questi giorni che la Casa circondariale di Sala Consilina, in provincia di Salerno, soppressa con decreto del ministero della Giustizia del 27 ottobre 2015, è ancora in vita, paga 14 agenti che stanno a guardare le mura, in quanto all’interno non c’è neanche un carcerato. Eppure, continuano a fare i turni di sorveglianza 24 ore su 24.
Lo stesso accade al Carcere di Savona, ove i 60 agenti e due commissari sono inoperosi, non dovendo custodire alcun detenuto.
Altra grave anomalia è stata denunciata dal Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano: il fatto che deputati e senatori lavorino  dal martedì al giovedì, salvo particolari maratone. E poi la vergognosa questione dei “pianisti” che utilizzano i badge dei colleghi (e poi ci lamentiamo dei dipendenti pubblici).
Onorevoli, dovete lavorare di più, ammonisce l’ex capo dello Stato. Non si tratta solo di quantità, cioè di ore lavorative ma anche di qualità, cioè di approvare testi di legge scritti in italiano che siano comprensibili da tutti i cittadini. Sfidiamo un italiano di media cultura a leggersi la legge di Stabilità 2016 lunga 231 pagine e formata da 999 commi, con riferimenti e trabocchetti vari.
 

Equitalia denuncia 15 anni di cartelle false per 217 miliardi di euro ma di essi ne sono esigibili solo 51. L’ha detto Ernesto Maria Ruffini parlando in commissione Bilancio al Senato nella sua qualità di amministratore delegato di Equitalia.
Negli ultimi tre lustri a Equitalia è entrato solo il 5% di 1.058 miliardi di euro di crediti. I 217 miliardi di cartelle esattoriali sono state annullate dagli enti creditori, ritenute indebite e riconosciute come cartelle pazze. Solo 51 miliardi sono riscuotibili cioè appunto il 5% del totale.
Dal quadro descritto, si rileva ancora una volta l’inefficienza delle pubbliche amministrazioni, che emettono cartelle esattoriali a go go senza un rigoroso controllo preventivo, con la conseguenza che gli enti mettono nei loro bilanci crediti inesistenti e/o inesigibili.
Se questi comportamenti fossero adottati da imprese, gli amministratori andrebbero in galera, quanto meno per falso in bilancio.
Gli esempi che abbiamo riportato denotano una generale irresponsabilità della burocrazia che ha fatto nascere un sentimento popolare di avversione nei confronti di chi dovrebbe onorare il proprio lavoro ma in effetti lo disonora.
 
La verità è che i funzionari pubblici hanno perso di vista i valori etici di merito e di responsabilità. Ciò accade perché la Classe politica è mediamente debole ed ignorante e non riesce a fare il proprio lavoro che è quello di guidare le istituzioni e gli apparati burocratici al loro interno.
Quanto precede viene ripetuto da noi costantemente perché non possiamo esimerci dal fotografare la realtà che è sotto gli occhi di tutti i cittadini. I quali, però, vengono meno al loro dovere di controllare, protestare, partecipare alle attività delle istituzioni: insomma, prendere tutte le iniziative perché esse funzionino meglio.
Ovviamente, la disfunzione cronica di tutte le burocrazie ha un impatto negativo su crescita e occupazione e ancora più negativo nelle regioni del Sud, ove sono diffuse la cultura del favore e quella degli amici degli amici. Dio ci salvi da costoro!

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