Formazione professionale vuota, "manca di progettualità" - QdS

Formazione professionale vuota, “manca di progettualità”

Michele Giuliano

Formazione professionale vuota, “manca di progettualità”

giovedì 25 Febbraio 2016

L’assessore ha annunciato interventi per il recupero del pregresso e l’avvio degli avvisi 3 e 4. Incontro sindacati-Regione, c’è preoccupazione: troppe incertezze, poche riposte

PALERMO – Ammortizzatori del 2015? Nulla di certo. Avvio delle attività 2016? Nulla di certo. Reintegro di tutti i lavoratori? Nulla di certo. E la riforma? Peggio che andar di notte. Benvenuti nel mondo della formazione professionale siciliana dove, sprechi e chiacchiere a parte, non si riesce a trovare il bandolo della matassa.
Soluzioni davvero non ne arrivano e quando qualcosa è stato deciso puntualmente si è tornati indietro magari per effetto di qualche controversia dove la Regione ha finito per soccombere nelle aule di giustizia. Con il nuovo anno formativo che ancora non è cominciato e i tre rinvii della scadenza del bando che sono arrivati da Palazzo d’Orleans, oggi più di ieri regnano caos e incertezza nel settore della formazione professionale.
L’ultimo aggiornamento della situazione non fa emergere “buone nuove”. Gli assessori regionali al Lavoro, Gianluca Miccichè, e alla Formazione, Bruno Marziano, hanno incontrato i sindacati senza però far pervenire niente di concreto: “Dopo due giorni di incontri – affermano Francesca Bellia e Giovanni Migliore, rispettivamente segretario regionale e responsabile Formazione per la Cisl Scuola – resta la nostra forte preoccupazione sul futuro dei lavoratori della formazione professionale. La Regione non esprime una chiara progettualità, e questo ricade seriamente sui lavoratori della filiera ormai in piena emergenza, 7.500 su 8.200 senza lavoro e senza ammortizzatori”.
Ad avere incontrato i due assessori, oltre alla Cisl, anche Cgil e Uil ma di risposte ai tanti dubbi che aleggiano attorno a questo settore non ne sono arrivate: “Mentre in tutto il resto del Paese si registrano passi in avanti sul fronte delle politiche attive del lavoro, in Sicilia l’assenza del governo regionale, la mancanza di assunzione di responsabilità su questi temi, sta causando una vera e propria emergenza sociale. Abbiamo ribadito all’assessore Miccichè – aggiungono Bellia e Migliore – la necessità di avere subito risposte sugli arretrati della cassa integrazione, sul 2015 ad esempio non si riesce ad effettuare un realistico monitoraggio delle risorse impegnate, con gravissimo pregiudizio per i lavoratori del comparto e per le finanze della Regione”.
L’impressione è che la Regione non abbia le risorse per potere fronteggiare le emergenze e che non abbia neanche il coraggio di tagliare definitivamente il cordone ombelicale con il passato, ridimensionando quindi davvero tutto. Ecco perchè Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto a gran voce l’istituzione di un tavolo di crisi dove vi siano anche i rappresentanti del governo nazionale: “Siamo convinti che questo possa essere un primo passo – aggiungono i rappresentanti della Cisl Scuola – per affrontare le possibili soluzioni e individuare gli strumenti necessari per ridisegnare un sistema adeguato e una serie di strumenti di garanzia, sostegno e accompagnamento per i lavoratori che a migliaia oggi hanno perso il lavoro”. 
L’assessore ha annunciato un quadro di interventi per il recupero del pregresso, l’avvio degli Avvisi 3 e 4 e un piano da presentare al ministero per la ristrutturazione del settore.
 

 
Serve un piano di rilancio: l’appello alla Regione
 
I sindacati confederali hanno chiesto alla Regione in particolare, investendo in primis gli assessorati al Lavoro e alla Formazione, di redigere insieme un piano di rilancio in tempi brevissimi e senza ulteriori indugi per dare risposte a tutti i lavoratori ed anche ai siciliani per un’offerta competitiva. In vista della ripresa delle attività formative si presuppone che le misure sino ad oggi messe in campo dalla Regione non potranno far tornare al lavoro tutti e 8.200 formatori. Si parla di 5 mila riassunzioni, quindi poco più della metà.
L’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano, in realtà di risposte da dare ne ha ben poche: i soldi non ci sono, quindi o arrivano dallo Stato oppure si dovrà riprendere con questi numeri. Lo stesso Marziano ha sottolineato che a Roma cercherà un sostegno concreto dal governo nazionale per l’introduzione della riforma del settore. Si vuol lavorare anche sulla questione degli ammortizzatori sociali: la Regione punta a far riconoscere nuovamente gli enti come beneficiari di questa misura dopo che due anni fa ci fu l’esclusione perchè non riconosciute come aziende ma come enti senza scopo di lucro. “Abbiamo un progetto per migliorare la formazione – ha detto Marziano – però o utilizziamo le somme per farla funzionare oppure fermiamo tutto e facciamo la riforma”.

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