Eclatante il caso di Palermo, dove per 16 posti da pubblico ministero non è stata presentata nemmeno una domanda valida. Il fenomeno si sta diffondendo anche nel resto d’Italia dove un’altra cinquantina di uffici requirenti rimangono scoperti, anche se in passato erano molto ambiti dalle toghe, come per esempio la procura di Verona.
Il Csm tira le somme dell’ultimo concorso bandito per la copertura di 197 posti in 96 procure italiane. E il bilancio è più che preoccupante: oltre il 60 % dei posti (112) sono rimasti scoperti.
La Sicilia tocca il top della situazione critica, visto che la quasi totalità delle Procure (13 su 14), è rimasta senza aspiranti.
Oltre a quella di Palermo tra le procure rimaste senza aspiranti ci sono quelle di Caltanissetta (dove sono state riaperte le indagini sulle stragi mafiose e dove resteranno scoperti 4 posti), Catania (8 scoperture), Ragusa (2), Messina (5), Trapani (2) e Agrigento (3). L’unica procura siciliana che ha ricevuto una domanda valida è quella per i minorenni di Catania.
“È una tragedia” dice il consigliere del Csm Dino Petralia, che giudica “incredibile” la desertificazione di procure che stanno conducendo importanti inchieste di mafia, come quella che qualche giorno fa ha portato all’arresto del numero due di Cosa Nostra Mimmo Raccuglia.
E la fuga dagli uffici requirenti ormai è un problema anche per il Nord: non solo per Verona non c’è stata nessuna domanda, ma la stessa sorte è toccata ad altre 14 procure, tra le quali Brescia, Bergamo, Vercelli, Gorizia e Belluno.
“È sintomatico che per la procura di Verona, dove fino a qualche tempo fa c’era la fila per andarci a lavorare, non ci sia nessun aspirante – rileva Petralia -. Ed è incredibile che questo sia accaduto nella pressocché totalità delle Procure siciliane, 14 su 13, e che non ci sia nessun aspirante nemmeno per Palermo”.