2018, cargo in Tav la Sicilia in diligenza - QdS

2018, cargo in Tav la Sicilia in diligenza

Carlo Alberto Tregua

2018, cargo in Tav la Sicilia in diligenza

mercoledì 02 Marzo 2016

Senza infrastrutture sviluppo al palo

Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha concesso a Interporto servizi cargo (Isc) l’utilizzo dei binari italiani dell’alta velocità ferroviaria, cioè la Torino-Salerno. Ovviamente di notte, per non creare intralcio ai treni passeggeri di Frecciarossa e Italo, che circolano di giorno.
Isc trasporta soltanto merci, per cui fra due anni, nel Nord Italia, anch’esse potranno viaggiare a 200 chilometri l’ora, con risparmio di tempo e di danaro. Si tratta di un vantaggio anche per Rfi, perché consentirà di avere proventi dall’utilizzo della rete in notturna, da parte di un’altro privato, dopo Italo, che paga  i canoni di utilizzo.
Come ha spiegato Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Isc, le linee tradizionali – con gallerie sagomate in un certo modo – non consentono il transito di megatreni merci, come si stanno affermando in tutta Europa. Cosicché, anche quella parte di trasporti avanzata del Nord Italia non sarebbe più competitiva con i trasporti di merci su ferro europei. Ecco perché si rende necessario l’utilizzo delle linee ad alta velocità, perché le gallerie sono più grandi di quelle tradizionali.

Il sistema di trasporto ferroviario ha un punto di riferimento, nel Sud, con l’interporto di Nola, interamente privato e che costituisce un polo d’eccellenza. Ma a Sud di Nola non ci sono reti ferroviarie, né ad alta velocità, né ordinarie. Cosicché il traffico delle merci è estremamente lento, con gravi ripercussioni nella consegna e con un rialzo dei prezzi che mette tutto il sistema fuori competizione.
È risaputo da tutti che lo sviluppo ha bisogno di logistica, di infrastrutture, di interconnessioni fra porti, aeroporti, interporti, stazioni ferroviarie e anche di quella importantissima infrastruttura che è la banda larga, in modo che cittadini e imprese possano trovare vie di comunicazione nella rete immateriale che mettano d’accordo tutti.
La carenza di infrastrutture nel Sud è la prima causa del suo continuo retrocedere. L’altra causa è l’incapacità della classe politica di fare funzionare le istituzioni e, dentro di esse, la burocrazia. Ma questo è un altro discorso che abbiamo più volte affrontato e che riprenderemo prossimamente.
 

Mentre nel Nord la merce comincerà a correre ad alta velocità, il Governo non mette le risorse necessarie per costruire le reti ferroviarie a Sud e nelle Isole. Da Messina a Trapani il viaggio in treno è un’odissea; da Cagliari a Sassari altrettanto interminabile. L’unica tratta per cui è cominciata la costruzione è la Tav Napoli-Bari. Ma poi lì tutto si ferma anziché proseguire per Lecce. Allo stesso modo si parla, ma non si mette ancora in costruzione, della Salerno-Reggio Calabria. Così come si parla, ma non vi sono atti concreti, della Palermo-Catania-Messina.
In ogni caso, si vanificherebbe l’efficacia delle tratte in questione non mettendo in costruzione il Ponte sullo Stretto, peraltro già contrattualizzato con la Impregilo. La stessa ha minacciato di iniziare una richiesta di risarcimento del danno di un miliardo per lo stop del Governo Monti, che ha addirittura messo in liquidazione la Società dello Stretto Spa.
E pensare che per costruire il Ponte servirebbero appena 2,5 miliardi, in quanto i restanti 5 verrebbero finanziati dalla concessionaria, che poi li recupererebbe attraverso i pedaggi nei successivi quarant’anni.

La questione non riguarda soltanto l’alta velocità fra Palermo, Catania e Messina, ma tutto il resto dell’Isola, che è dotata di una rete ferroviaria dell’altro secolo e proprio per questo utilizzata pochissimo da viaggiatori e merci.
Ci vogliono risorse per costruire infrastrutture, opere pubbliche e investimenti. Con l’attivazione degli stessi si potrebbero mettere in moto centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ma per recuperare tali indispensabili risorse, lo Stato dovrebbe tagliare la spesa pubblica, dal momento che non è più in condizione di aumentare il deficit annuale, considerata la norma costituzionale di cui all’art. 81, ultimo comma, sul pareggio di bilancio.
Per tagliare la spesa pubblica il Governo dovrebbe eliminare favoritismi e privilegi, togliere ossigeno ai parassiti, insomma deliberare misure altamente impopolari.
Così le cose, nel 2018 i cargo percorreranno ad alta velocità il Nord del Paese, mentre la Sicilia viaggerà ancora con la diligenza.

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