Regionali, i doveri tardano sempre - QdS

Regionali, i doveri tardano sempre

Carlo Alberto Tregua

Regionali, i doveri tardano sempre

venerdì 04 Marzo 2016

Stipendi puntuali, atti sempre in ritardo

L’approvazione della Legge regionale finanziaria 2016, avvenuta in ritardo, cioè mercoledì scorso, è il frutto di una serie di compromessi che non hanno alcun riguardo all’interesse dei siciliani. Di fatto, non sono previste risorse per la crescita e l’occupazione, ma una serie di pannicelli caldi e di finanziamenti che hanno lo scopo di foraggiare i privilegiati e tanti che non fanno alcun lavoro per meritarsi indennità e stipendi. Ma di questo scriveremo non appena in possesso della Legge pubblicata sulla Gurs.
L’assenza di una legge guida nei precedenti due mesi di quest’anno ha bloccato ancora di più il funzionamento della Regione, mentre questo mese sarà appena necessario per rimetterlo in moto. Così, un quarto dell’anno è passato e la Sicilia continua a retrocedere.
Da rilevare che in assenza del dato regionale che l’Istat dovrà pubblicare, relativamente al Pil 2015, Unioncamere Lombardia-Veneto-Emilia Romagna ha intanto comunicato che nello stesso anno il Pil siciliano è retrocesso di 0,4 punti.

Le prospettive del 2016, sotto il profilo della crescita e dell’occupazione, sono drammatiche. Non si vede perché, infatti, dovrebbe maturare nuova ricchezza, quando tutte le attività sono bloccate da quel binario morto che è la burocrazia regionale. Un binario morto anche per i 390 Comuni, la cui autonomia si è ridotta, dipendendo dalla Regione.
Il danno che ha fatto ai siciliani lo Statuto autonomista è enorme, perché, come più volte scritto, esso è servito a creare innumerevoli privilegi, a destra e a manca, ma mai utilizzato al servizio dei siciliani.
Perciò, ancora una volta, ne chiediamo ad alta voce l’abrogazione, in modo che la Sicilia diventi una Regione a Statuto ordinario, con costo politico e della Pubblica amministrazione livellato a quello della Regione Lombardia o di altra Regione ordinaria, virtuosa.
Sappiamo di attirarci l’antipatia del ceto politico regionale e di quello burocratico. Ma non possiamo farci niente, perché abbiamo il dovere di elencare fatti inoppugnabili, per cui le critiche non sono fatte all’oggetto della nostra comunicazione, ma alla comunicazione stessa.
 

La Regione siciliana, con tremila dipendenti e duecento dirigenti, funzionerebbe molto meglio di ora, con un numero 5/6 volte superiore. Peraltro la Regione Lombardia funziona molto bene con circa duemila dipendenti e duecento dirigenti.
Il problema non è solo la quantità di dipendenti della Regione, ma che al suo interno non vi è un modello organizzativo efficiente, in base al quale ogni branca amministrativa abbia il suo obiettivo, corredato da un cronoprogramma attuativo rigido e con dirigenti cui affidare responsabilità di conseguire gli obiettivi, che vanno misurati sempre dai risultati, in base ai quali premiare o sanzionare.
Non è più accettabile che vi siano oltre seicento dirigenti che non dirigono nessuno perché non hanno dipendenti. Non è accettabile tenere in piedi un carrozzone come Riscossione Sicilia, che costa decine di milioni l’anno, mentre delegando il servizio a Equitalia non costerebbe nulla.
Non è accettabile che la Regione tenga in piedi l’Azienda siciliana trasporti (Ast) che costa 30 milioni l’anno, quando potrebbe affidare il servizio ad aziende private senza oneri per il bilancio pubblico.

Non è accettabile che l’Assemblea regionale continui a costare 155 milioni, quando il Consiglio regionale della Lombardia, con le stesse, identiche funzioni – legislative e ispettive – costa 81,4 milioni.
Non è accettabile che vi siano pensionati regionali d’oro, che continuano a percepire assegni molto superiori ai contributi versati e riscossi fin da giovane età (50-60 anni).
Non è accettabile che dirigenti e dipendenti regionali percepiscano molto di più rispetto ai loro colleghi statali e lavorino di meno.
In Regione sconoscono i valori di merito e responsabilità. L’ambiente è ovattato e non si sa bene chi deve fare cosa. Per cui non è mai individuabile la responsabilità di chi non agisce o agisce male.
In questo quadro tutti i dirigenti e dipendenti, diretti e indiretti della Regione, forse centomila, ricevono stipendi, premi e indennità puntualmente, non collegati alle attività che svolgono.
Siamo stanchi di assistere al continuo degrado della nostra Sicilia e chiediamo forte che si ribalti questa insopportabile situazione.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017