Francesco Guido: "Aiutare le aziende a diventare competitive" - QdS

Francesco Guido: “Aiutare le aziende a diventare competitive”

Francesco Sanfilippo

Francesco Guido: “Aiutare le aziende a diventare competitive”

martedì 08 Marzo 2016

Forum con Francesco Guido, Direttore regionale Sud di Intesa Sanpaolo

Quali novità porta il 2016 per i clienti? 
“L’introduzione dal primo gennaio 2016 del bail in, incide certamente nella scelta della banca da parte dei clienti. Oggi diventa elemento distintivo e garanzia reale la forza patrimoniale e la correttezza gestionale di una banca. Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2015 con 3 miliardi di euro di utile, cioè il 45% dell’utile complessivo del sistema bancario, ben 10 miliardi sopra i requisiti patrimoniali di Basilea 3 ed una liquidità quantificata in 117 miliardi di euro. E’ una forza che ci vede leader in Italia, terza forza europea e che si traduce nei 41 mld di nuovo credito a medio lungo termine erogati nel 2015 e nei 20 mld erogati dall’inizio dell’anno. Con questi requisiti Intesa Sanpaolo ha evidentemente la forza per sostenere l’economia meridionale, ma intende fare di più rispetto alle attività classiche di intermediazione del risparmio. Alla raccolta e agli impieghi vogliamo infatti affiancare anche una forte offerta non finanziaria che va a rimuovere le cause strutturali di ritardo dell’economia meridionale”.
Quali sono i punti deboli dell’economia dell’Isola?
“I punti deboli dell’economia del Sud, sono confrontabili con quelle delle altre regioni del Mezzogiorno . Quindi la scarsa internazionalizzazione delle imprese, ma anche l’essere indietro sia nella digitalizzazione che nell’innovazione. Per ciascuna di queste abbiamo elaborato precisi progetti, caratterizzati da reale concretezza, che costituiscono la nostra offerta non finanziaria”.
Quali iniziative avete in mente per le imprese al fine di rendere la nostra economia competitiva?
“Con la collaborazione di Intesa Sanpaolo Formazione, società del Gruppo, proponiamo agli imprenditori percorsi formativi connotati da immediata applicabilità,  non scolastici e non teorici, per acquisire le necessarie competenze. L’offerta si completa con la disponibilità di una piattaforma informatica che mette a disposizione dei nostri clienti la possibilità di contatto con altri imprenditori di altre banche in tutto il mondo. Chi entra nella piattaforma è un cliente credibile, affidabile per la qualità dei prodotti e per la serietà del prodotto stesso. Le aziende che hanno meglio affrontato la crisi sono quelle che hanno esportato di più, ma le nostre imprese devono migliorare questo aspetto.
Un altro elemento importante è il nostro “Contratto di Filiera” Sappiamo che molte imprese, piccole e quindi non sufficientemente patrimonializzate, sono penalizzate dalle regole di Basilea e hanno difficoltà ad avere credito a costi competitivi. Con il contratto di filiera di Intesa Sanpaolo, si estende all’intera catena dei fornitori un rating assimilabile a quello dell’azienda capo-filiera. Ciò si traduce in credito certo, veloce e a costi decisamente migliori con evidenti vantaggi anche di fluidità finanziaria per l’intera filiera della aziende”.
Ci sono già dei risultati?
“In Sicilia abbiamo già chiuso 9 contratti di filiera e ben 41 in tutto il Sud. Abbiamo coinvolto 1400 aziende che fatturano 5 miliardi e mezzo di euro che danno 7mila posti di lavoro. Su queste aziende, peraltro, abbiamo deliberato un aumento dei crediti per 1 miliardo e 800 milioni che andrà a regime entro il primo semestre di quest’anno. Infine, abbiamo chiesto ad SRM, il centro studi collegato ad Intesa Sanpaolo che studia il Mezzogiorno, di mettere a confronto i distretti produttivi o industriali del Sud con quelli del Nord Italia e dell’Europa su elementi fondamentali come produttività e redditività, individuando le cause di eventuali differenze di performance. Possiamo così offrire alle nostre aziende gli strumenti cognitivi e finanziari per superare eventuali gap tecnologici o metodologici”.
Quali sono i settori di punta nella nostra economia?
“Sicuramente l’agroindustria e il turistico-alberghiero che peraltro andrebbero sempre più integrati. Un settore, in verità, molto promettente è quello floro-vivaistico che a Messina, a Ragusa e a Catania ha dei poli di eccellenza. Se queste realtà imparassero a consorziarsi tra loro per fare massa critica, potrebbero scalare il mercato mondiale, grazie ai prodotti di grande qualità”.
 
Quali strade per superare la crisi dell’economia siciliana?
“Un altro asset che può diventare strategico nelle sorti dell’economia isolana è rappresentato dai porti. La recente riorganizzazione delle autorità portuali in tre poli, la Sicilia occidentale con a capo Palermo, quella orientale con a capo Augusta e quella dello stretto che comprende Messina fino a Gioia Tauro dall’altra parte dello stretto, comporta una semplificazione che può aiutare lo sviluppo di queste fondamentali infrastrutture. Il recente raddoppio del canale di Suez, inoltre, porterà un ulteriore aumento del traffico via mare che già vede il Mediterraneo come grande protagonista del commercio mondiale.
Ad esempio il porto di Augusta può essere strategico, sia per posizione geografica che per profondità dei suoi fondali, per intercettare parte di questo traffico. è necessario però saper competere con porti efficienti come Tanger Med ed altri che all’interno del Mediterraneo hanno già tolto traffico ai porti italiani”.
 
Quali sono le problematiche del credito in Sicilia dopo questa crisi?
“La Sicilia viene fuori da 7 anni di recessione che hanno provocato una perdita di PIL di circa 4 punti in più rispetto alla media italiana e questo ha ovviamente avuto conseguenze nella richiesta di credito. Nel 2015 abbiamo avuto segnali di ripresa nella domanda che ci ha permesso di raddoppiare l’erogazione passando dai 400 mln di euro di nuovo credito del 2014 agli 823 mln di euro del 2015. Trend analogo al resto del Sud dove abbiamo erogato 5 miliardi e mezzo di nuovo credito nel 2015 contro i due miliardi e 600 milioni del 2014. Tuttavia, questi crediti sono stati erogati per lo più alle famiglie, mentre la domanda da parte delle imprese è stata modesta, soprattutto quella rivolta ad investimenti”.
 
Il credito per le famiglie è bilanciato rispetto al Nord Italia?
“Il costo del credito per le famiglie è uguale a Milano come a Palermo. La variabile rating esiste solo per le aziende”.
Quali sono gli obiettivi che vi ponete per il 2016-2017 in Sicilia?
“Nostro obiettivo è raddoppiare le erogazioni di credito nel 2016, ma soprattutto continuare ad aiutare le aziende a diventare sempre più innovative, competitive e solide. Le imprese stanno apprezzando questo nuovo corso che è un lungo percorso”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017