Mentalità dei dipendenti intraprenditoriale - QdS

Mentalità dei dipendenti intraprenditoriale

Carlo Alberto Tregua

Mentalità dei dipendenti intraprenditoriale

martedì 08 Marzo 2016

Partecipare al buon andamento del lavoro

Il mondo del lavoro nel settore privato, in questi ultimi anni, ha subito una metamorfosi, per adeguarsi alle nuove esigenze del mercato mondiale, secondo le quali tutti sono in competizione con tutti.
Si tratta di un modo moderno per affermare il valore della meritocrazia che prevede una graduatoria, non in base a raccomandazione o a favore, bensì alla capacità di ogni persona che lavora, imprenditore o dipendente, di realizzare obiettivi, consistenti nella creazione di ricchezza tassabile e occupazione.
In questo quadro, il nostro Paese ha tardato molto ad adeguare il proprio funzionamento del mondo del lavoro. Tuttavia, nelle grandi e medie imprese, è cominciato ad entrare, ed attualmente si attua, il nuovo concetto di intraprenditorialità. Di che si tratta: di una nuova mentalità che identifica l’orientamento imprenditoriale dei dipendenti all’interno dell’impresa, cioé la partecipazione al buon andamento della stessa e al conseguimento delle proprie finalità.

Il concetto indicato consiste in una visione più ampia di collaborazione fra imprenditore e dipendenti in modo che sia comune lo spirito di corpo e di squadra nell’interesse di un’unica persona economica che è l’impresa.
La Commissione europea ha editato il Libro verde sull’imprenditorialità, redatto nel 2003, che sottolinea uno stato mentale e un processo volto a creare e sviluppare la stessa, mettendo insieme sia la disponibilità al rischio che la creatività all’innovazione, mediante una sana gestione collettiva.
Il termine intraprenditorialità è entrato nel lessico degli studiosi anche in seguito al libro di Gifford Pinchot  (1942) Intrapreneuring. Anche il Global entrepreneurship monitor (Gem) , che è lo studio più conosciuto al mondo dell’imprenditorialità, ha introdotto nelle ultime rilevazioni una serie di questioni che tendono a comprendere lo spirito imprenditoriale delle persone tra i 18 e i 64 anni. Tale studio ha mostrato come il tasso di intraprenditorialità sia più elevato nelle economie avanzate, denominate innovation driven.
Vi è, quindi, una relazione positiva tra lo sviluppo di una nazione ed il tasso di intraprenditorialità.
 

Tale spirito si è cominciato a diffondere anche nelle piccole e micro imprese, dove ancor di più è indispensabile l’unione psicologica al loro interno, affinché questa funzioni con equilibrio economico finanziario per farle crescere.
Per capire bene la necessità della intrapenditorialità, è necessario che si entri nell’ordine di idee della squadra, qual è l’impresa, e bisogna diffondere tale concetto, partendo dalla scuola, fin da quella obbligatoria.
Fare impresa significa migliorare continuamente la performance, cioé l’efficienza dell’organizzazione, con la quale si immette nel funzionamento della stessa la qualità; per ciò stesso si riducono i costi e si massimizzano i risultati, senza per questo aumentare la quantità di lavoro. Non sembri un paradosso, ma è chiaro come la qualità di lavoro ne riduca o contenga la quantità.
Nel mondo dell’impresa assumono sempre più importanza le cosiddette soft skills (le competenze morbide), cioé la capacità di risolvere i problemi interloquendo positivamente con i terzi.

Nel settore pubblico del nostro Paese, in cui lavorano milioni di cittadini, il concetto di intraprenditorialità è sconosciuto, sia perché nelle singole branche amministrative non esiste il sano principio della squadra ed anche perchè nessuno si preoccupa di utilizzare le sinergie per raggiungere fini di interesse generale.
Ciò accade in quanto non vi sono i principi di meritocrazia e responsabilità, indispensabili per fare funzionare adeguatamente anche l’organizzazione pubblica.
Ed è proprio questa una delle principali cause della mancata crescita economica ed occupazionale dell’Italia. La burocrazia di tutti i livelli dovrebbe essere servitrice di interessi generali e per ciò stesso efficiente ed efficace, cioè mirante ad obiettivi da realizzare con rigorosi cronoprogrammi, poi verificati dai risultati, in base ai quali sanzionare o premiare i dirigenti.
Una burocrazia funzionante dovrebbe avere presente i principi indicati e, se così fosse, diventerebbe il motore di tutte le attività sociali ed economiche e, quindi, eserciterebbe la spinta necessaria allo sviluppo.
Mentalità intraprenditoriale, dunque, che comincia ad esserci nel settore privato, ma che deve essere assunta anche da quello pubblico. Al più presto!

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