Il fallimento della Sicilia nei numeri demografici - QdS

Il fallimento della Sicilia nei numeri demografici

Oriana Sipala

Il fallimento della Sicilia nei numeri demografici

martedì 08 Marzo 2016

L’età delle madri al parto si attesta intorno a 30,9 anni, ormai prossima alla media nazionale di 31,6. Istat: le migrazioni superano gli ingressi e scende ancora la natalità (-2 per mille)

PALERMO – Le caratteristiche complessive di una popolazione, quali età media, speranza di vita alla nascita, tasso di natalità e mortalità, rappresentano il risultato, ma al contempo l’indice, di determinate condizioni sociali. È per questo che vi proponiamo un’analisi degli indicatori demografici, diffusi dall’Istituto nazionale di statistica lo scorso 19 febbraio, al fine di capire in quale direzione stia andando la popolazione italiana.
Uno dei dati più significativi evidenziato dall’Istat è il calo della popolazione nel Belpaese che, al primo gennaio 2016, ha registrato un -2,3 per mille residenti rispetto all’anno precedente (139 mila unità in meno in termini assoluti). Questo fenomeno è più marcato nel Mezzogiorno, dove la flessione si è attestata al 3,1 per mille, contro il -1,8 del Nord e il -2,1 del Centro. La nostra Isola, in particolare, ha registrato un -3,7 per mille, suggerendo quindi un preoccupante spopolamento.
Numeri che vanno di pari passo con il crescente fenomeno dell’emigrazione e con il diminuire delle immigrazioni. Il saldo migratorio (ovvero la differenza tra il numero di immigrazioni e quello di emigrazioni), in Sicilia è pari a -1,6 per mille residenti, e dopo quello della Valle d’Aosta (-3,1), rappresenta il valore più basso in tutta Italia. In altre parole, la nostra Isola ha una scarsa capacità attrattiva, non essendo in grado di garantire accettabili condizioni di vita, principalmente a causa del perenne stato di crisi economica.
E sempre la recessione rappresenta il fattore principale del calo di fecondità. Per il quinto anno consecutivo, nel 2015 si registra una riduzione del numero medio di figli per donna, sceso a 1,35 (nel 2014 tale numero era pari a 1,37). L’età media delle madri al parto, inoltre, sale a 31,6 anni contro i 31,5 del 2014. Il senso di precarietà, i problemi lavorativi e abitativi hanno infatti spinto molte giovani coppie a posticipare il momento in cui diventare genitori e, di conseguenza, il numero medio di figli per donna tende ad abbassarsi. In Sicilia l’età media delle madri al parto è un po’ più bassa, ma non troppo discordante rispetto al dato nazionale, e si attesta a 30,9 anni.
Al calo di fecondità si connette una netta diminuzione delle nascite: per il 2015 si parla addirittura di un record negativo dall’Unità d’Italia. In termini assoluti, i nuovi nati sono stati 448 mila, 15 mila in meno rispetto al 2014. Se a livello nazionale la flessione si è attestata a -2,7 per mille, in Sicilia si parla di un -2 per mille. I cali più accentuati (tra il -4 e il -5 per mille) si registrano nelle regioni settentrionali, a eccezione del Trentino Alto Adige e della Provincia autonoma di Bolzano, unica a presentare un saldo positivo.
Un ulteriore fattore, poi, contribuisce a spiegare il calo della popolazione in Italia. Stiamo parlando dell’aumento di mortalità, di cui si è registrato il valore più alto dal secondo dopoguerra. Nel 2015, infatti, ci sono state 54 mila morti in più rispetto al 2014 (+9,1%), mentre in Sicilia l’aumento è stato dell’8%. La maggior parte dei decessi si è verificata nelle classi di età dei molto anziani e, infatti, tale fenomeno è da ricondursi, almeno in parte, al tendenziale invecchiamento della popolazione, nonché a un effetto rimbalzo, cioè a uno spostamento nel tempo dei decessi di malati o anziani, che sono riusciti a superare gli anni 2013 e 2014.
L’Italia, quindi, se non è un Paese per vecchi, lo sta diventando. Nel giro di un anno gli ultrasessantacinquenni sono passati dal 21,7% al 22% (+200 mila). Gli individui in età attiva (15-64 anni) scendono invece dal 64,5% al 64,3%, così come diminuiscono gli under 14, dal 13,8% al 13,7%. Ma i dati siciliani suggeriscono una popolazione un po’ più giovane: gli over 65 si attestano al 20,2%, la popolazione attiva al 65,5% e gli under 14 al 14,3%. Più basso è infatti l’indice di dipendenza anziani, che nella nostra Isola si attesa a 30,8, mentre in Italia è pari a 34,2.

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