Aziende sanitarie contro gli invalidi - QdS

Aziende sanitarie contro gli invalidi

Chiara Saturnino

Aziende sanitarie contro gli invalidi

mercoledì 18 Novembre 2009

Malasanità. Cronici ritardi Asp. Monitoraggio assente.
Inchiesta QdS del 17/02/09. Dopo la nostra inchiesta pubblicata lo scorso febbraio l’assessorato ha firmato un protocollo con l’Inps per velocizzare le procedure ma ad oggi è inattuato.
Il caso di Giuseppe C. Domanda del luglio 2008; pratica persa; ripresentata a novembre 08; visita medica a febbraio 2009 riconosciuta invalidità al 100% ma ad oggi non riceve nessun assegno.

PALERMO- Lo avevamo scritto in un inchiesta pubblicata il 17 febbraio 2009, su denuncia dell’Anio: gli accertamenti d’invalidità da parte delle Aziende sanitarie in Sicilia invece del mese previsto dalla legge durano un anno.
Dopo una settimana circa l’assessore alla Sanità ha firmato un protocollo d’intesa con Inps che ha messo a disposizione delle Asl procedure informatizzate gratuitamente. Con decreto pubblicato sulla Gurs del 6 marzo le Asl sono state invitate ad adeguarsi entro il 30 giugno. Nulla è stato fatto e la situazione che torna a denunciare l’Anio è di 3 mila persone in attesa di riconoscimento d’invalidità. Nel frattempo c’è chi muore.
 
“Ho fatto domanda per il riconoscimento di invalidità civile a luglio del 2008, ma la pratica è stata persa. Ho ripresentato richiesta a novembre ma mi hanno visitato solo a  febbraio 2009, con verbale notificato a luglio. Mi hanno riconosciuto un’invalidità del 100% ma ad oggi non percepisco nulla”. Queste le parole di Giuseppe C., 63 anni, affetto da tumore.
Attese troppo lunghe, nonostante quanto previsto dalla normativa vigente (Legge n. 241/1990 aggiornata al 2005 e legge 80/2006): i tempi massimi che devono intercorrere tra le richieste d’invalidità e gli accertamenti da parte delle aziende sanitarie competenti non devono oltrepassare i 90 giorni tra la presentazione dell’istanza e la visita, si riducono drasticamente a 15 nel caso dei pazienti oncologici e di poche altre patologie.
Ma il caso di Giuseppe non è unico. Andiamo per ordine. R.P. ha presentato richiesta il 22 gennaio di quest’anno ma la pratica è andata smarrita, è stata ripresentata  il 21 settembre ma ancora nessuna risposta.
J.S. è appena maggiorenne, a febbraio 2009 ha fatto domanda per l’ottenimento dell’invalidità civile. La visita è stata effettuata 8 mesi dopo, nel frattempo il paziente ha subito un trapianto di cuore. Ad oggi, è ancora in attesa del verbale.
Marzo 2009: presenta domanda M.P. La presenta per la seconda volta perché la prima richiesta, risalente a luglio del 2008, è stata smarrita. La visita? 11 novembre 2009, 9 mesi dopo.
Ancora presto per F.D. Ha presentato richiesta a maggio. Aspetta ancora di esser chiamato a visita.
Troppo tardi invece per Ma.P. Nel 2007 le è stata riconosciuta l’invalidità del 100%. “Si è aggravata nel 2008 – afferma il figlio Angelo – A Maggio 2009 la visita, ma le è stato negato l’accompagnamento. Mia madre purtroppo è morta nell’attesa che le venissero riconosciuti i suoi diritti”.
La situazione è rimasta immutata, nonostante il Protocollo d’intesa tra l’assessorato alla Sanità e la Direzione regionale dell’Inps firmato il 24 febbraio del 2009 e pubblicato sulla Gurs n. 10 del 6 marzo 2009. A distanza di 9 mesi dalla comunicazione dell’assessorato regionale alla Sanità, che prevedeva misure più snelle e veloci per il riconoscimento dell’invalidità civile, ancora i risultati sperati non sono stati pienamente raggiunti.
Quelli citati sono solo alcuni degli oltre 3000 casi attualmente in attesa di riconoscimento dell’invalidità, di chiamata a visita e di erogazione dei benefici. I dati sono forniti dall’Anio. L’Associazione nazionale infezioni osteoarticolari ha sollevato la questione a febbraio 2009. Il “Quotidiano di Sicilia” allora – il 17 febbraio 2009 – ha pubblicato un’inchiesta sull’argomento. Grazie al protocollo d’intesa, l’Inps metteva a disposizione gratuitamente a tutte le aziende e i distretti sanitari siciliani l’accesso alla propria banca dati centralizzata e alla procedura informatica. Tutte le Ausl (Asp n.d.r.) in base al decreto assessoriale pubblicato sulla Gurs, venivano chiamate ad adottare questo sistema informatico entro il 30 aprile 2009  tramite la stipula di singoli protocolli operativi con l’Inps nei quali indicare le modalità di assistenza tecnica, la formazione del personale, l’avvio e la messa a regime della procedura nonché la possibilità di implementazione con procedure eventualmente già in uso nelle stesse Aziende.
E invece la prassi attuale è stata oggetto di interrogazione parlamentare. Il deputato Pdl Roberto Corona il 27 ottobre scorso ha presentato la questione in Assemblea regionale. “Troppi passaggi burocratici – afferma – La richiesta viene innanzitutto valutata dall’azienda sanitaria la quale la trasmette all’Inps che, a sua volta, la rinvia alla stessa azienda ma, stavolta, alla Commissione preposta; la Commissione della Asp, a questo punto, dopo mesi o anni di passaggi, la inoltra alla Prefettura per l’emissione del decreto. Ma non basta, perché lo stesso decreto deve ora tornare, a completare la pratica, di nuovo presso l’Inps per la liquidazione”.
Tempi lunghi, lunghissimi. E la nuova procedura che doveva velocizzare l’iter? Nel box a fianco riportiamo le domande rivolte all’assessore e le risposte che abbiamo ricevuto.
“Cosa è successo in quei mesi in cui la procedura doveva già esser resa operativa?” si chiede Girolamo Calsabianca, presidente Anio. A rispondere è l’Inps. Mariano Cangialosi, responsabile informazioni istituzionali e relazioni con il pubblico dell’istituto di previdenza fa sapere che “il protocollo stipulato tra la Sede Regionale Inps  e l’Assessorato alla Sanità prevedeva, che dopo un regime transitorio le Asl della Regione utilizzassero la procedura informatica fornita dall’Istituto con decorrenza dal 1 giugno 2009. Alcune Asl si sono uniformate, mentre altre hanno ritardato l’uso di tale procedura. Alla luce della nuova normativa tutto il sistema della concessione dell’invalidità civile subirà dal 1 gennaio 2010 un’innovazione radicale”. Decisivo allora sarà l’intervento del legislatore nazionale.

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