L'edilizia cola a picco, in 6 anni il disastro - QdS

L’edilizia cola a picco, in 6 anni il disastro

Michele Giuliano

L’edilizia cola a picco, in 6 anni il disastro

sabato 12 Marzo 2016

Si contano in Sicilia quasi 100 mila occupati in meno e 13 mila imprese che hanno dovuto sospendere l’attività. Non solo crisi dietro questa recessione: “Assente la politica ed un’attenta programmazione”

PALERMO – Per il comparto edilizio, un tempo fulcro, insieme all’agricoltura, dell’economia siciliana, i tempi diventano sempre più duri. Gli ultimi aggiornamenti sullo stato di salute del settore sono sempre più allarmanti sottolineando che dopo avere toccato il fondo ora si sta addirittura scavando.
Quasi 100 mila posti di lavoro in meno negli ultimi sei anni, 13 mila imprese costrette a cessare o sospendere l’attività, una riduzione delle ore lavorative denunziate in cassa edile di 27.587.961 che hanno ridotto la massa salariale di quasi 378 milioni di euro. Eccoli i numeri che certificano la morte dell’edilizia, che danno il senso di come la crisi sia ancora percepita e percepibile. A fare i conti è stata la Filca Cisl siciliana, che monitora il settore edile per l’appunto. È toccato al segretario regionale, Santino Barbera, fare il punto della situazione del settore che vive una tremenda crisi economica il quale ha anche parlato di prospettive  che sono tutt’altro che rosee: “Di ripresa non si parla – ha detto nella sua relazione – perché i piani di sviluppo tanto pubblicizzati sono fermi”.
 
Il riferimento è allo “Sblocca Italia” che prevedeva il raddoppio ferroviario Palermo-Catania-Messina, opera che doveva essere cantierata entro lo scorso mese di ottobre, ma di cui non esistono né progetto esecutivo né finanziamento. L’elenco delle opere infrastrutturali necessarie al rilancio del settore e alla rivitalizzazione della Sicilia è stato lungo e, nella sua relazione, Barbera ha toccato anche il dramma dei circa mille dipendenti della Tecnis, la più grande azienda siciliana presente oggi nelle costruzioni, con cantieri sia in Italia che all’estero, e oltre 1 miliardo di appalti sia in esecuzione che in portafoglio. “La Sicilia – ha aggiunto il segretario regionale della Filca Cisl – ha urgente necessità di recuperare il gap infrastrutturale trentennale con il resto del Paese. E le cause di questa gravissima recessione vanno ricercate non soltanto nella complessiva crisi del settore ma, in particolare, nell’assenza della politica e nella mancanza di programmi di sviluppo e di una seria programmazione industriale che sta mettendo in ginocchio l’intera economia dell’isola, a partire dei grossi petrolchimici”.
Ha parlato di programmazione necessaria il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo: “La programmazione è indispensabile – ha evidenziato -, quella che deve essere la regola ordinaria per la pubblica amministrazione e per la politica. Gli interventi in edilizia vanno programmati per tempo individuando percorsi, tempi e scadenze certe per l’avvio dei cantieri che possono immediatamente partire perché c’è una grave crisi occupazionale da superare”. In questi giorni poi l’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili, ha rimarcato un problema nel problema, cioè il famoso eccesso dei ribassi d’asta nelle opere pubbliche: da quest’anno la legge che aveva regolato questo meccanismo, evitando cioè possibili condizionamenti e che gli importi dei lavori pubblici scendessero vertiginosamente, non è più in vigore.
 


Il rilancio dell’edilizia passa per il “Patto per il Sud”
 
Ad essere stato toccato anche il tasto relativo al “Patto per il Sud” e per il Masterplan.
Il rilancio dell’edilizia passa anche per il “Patto per il sud”, piano di investimenti in favore del meridione che dovrebbe far arrivare tanti soldi anche in Sicilia. Ma anche i questo caso serve molta programmazione: “La Regione Sicilia – ha aggiunto il segretario generale della Cisl Mimmo Milazzo – ha deliberato con qualche difficoltà anche se nei giorni scorsi la Commissione Bilancio ha ritenuto poco attendibili le cifre inserite nella programmazione. È importante che la Regione, ma anche i Comuni delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, individuino un percorso chiaro di programmazione delle opere cantierabili e le inseriscano nel progetto di rilancio del Mezzogiorno”. Un’edilizia che soffre perché ha perso oltre il 50 per cento degli addetti nel corso di questi anni così travagliati: “Sono però ottimista – ha sottolineato Franco Turri, il segretario nazionale della Filca Cisl -. Si è arrestato il calo e il 2016 potrebbe essere l’anno in cui intravedere qualche segnale di ripresa. Ci sono tante cose da fare, il Paese ha bisogno di edilizia, di infrastrutture, di ricostruire un patrimonio abitativo ormai obsoleto, di mettere in sicurezza le scuole e il territorio e la Sicilia è l’esempio di come bisogna investire in prevenzione”.

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