Ma Crocetta tace su Pil e occupazione - QdS

Ma Crocetta tace su Pil e occupazione

Carlo Alberto Tregua

Ma Crocetta tace su Pil e occupazione

martedì 15 Marzo 2016

La Sicilia come il gambero

Il gambero fa un passo avanti e due indietro. La metafora si adatta alla Sicilia, ma in modo peggiorativo perché fa solo passi indietro.
La legge Finanziaria 2016, con riflessi nel 2017 e 2018, non si è raccordata con il Dpef, per cui i due documenti sono strabici. Ciò indica confusione e opacità, perché Crocetta non sa in quale direzione andare, in quanto non ha contezza dei mezzi a propria disposizione e neanche degli obiettivi da raggiungere.
Ma, ormai, il presidente della Regione non fa più il proprio mestiere, sostituito dal commissario Baccei e da quella stravagante ed eterogenea maggioranza che approva le leggi e le norme più disparate, al di fuori di un piano organico al servizio dei siciliani.
Un presidente della Regione che facesse onore al proprio compito, dovrebbe impostare la legge Finanziaria dell’anno seguente mettendo in evidenza i due obiettivi principali di un’amministrazione regionale: l’aumento del Pil e l’aumento dell’occupazione.

Aumento del Pil e dell’occupazione: ma di questi due obiettivi non vi è traccia, né nella legge Finanziaria e neanche nelle dichiarazioni programmatiche che dovrebbero essere comunicate ai siciliani anno per anno, per fare loro capire in quale direzione si muove l’Istituzione che li governa.
Invece, gli atti di governo sono continui pannicelli caldi alle numerose emergenze; non vi è l’ombra di una strategia complessiva, nessuno capisce quale sia la linea di politica economica tendente, appunto, all’incremento di Pil e alla creazione di posti di lavoro.
Al contrario, dalla Finanziaria si evince con chiarezza un piattume generale, secondo cui tutto rimane allo status quo, mentre non vi è alcuna iniziativa per promuovere lo sviluppo, creare ricchezza, dare ossigeno ai quattrocentomila disoccupati siciliani e anche al milione di poveri che sta asfissiando.
Pensare che questa situazione di bonaccia, che tiene bloccata la nave Sicilia senza muovere un metro avanti, possa durare per quest’anno e anche per il prossimo, quando statutariamente ci saranno le elezioni, è altamente drammatico. Quando una Regione è gravemente ammalata, come la Sicilia, occorrono dosi da cavallo di terapia, altro che inazione.
 

Nonostante la situazione di grave indebitamento della Regione, vi sarebbero atti per recuperare risorse da destinare a investimenti produttivi e in opere pubbliche, le leve per fare aumentare Pil e occupazione.
Per recuperare tali risorse, occorrerebbe un esecutivo coraggioso che tagliasse privilegi e favoritismi. Apprezzabile è l’azione di Crocetta per eliminare dal libro paga i primi 66 forestali e l’intenzione di tagliarne un altro elenco di 3.200. Tuttavia, l’atto coraggioso sarebbe di cancellarli tutti dal libro paga, anche perché quasi tutti i forestali esercitano un altro mestiere.
Recuperare altre risorse recependo la legge nazionale, che taglia il numero e le indennità dei consiglieri comunali, privilegiati rispetto ai loro colleghi da Reggio Calabria in su; tagliare premi e indennità per tutti i dirigenti regionali delle tre fasce, fissando in centomila euro stipendio e indennità di qualunque genere; tagliare gli stipendi di tutti i dipendenti regionali, compresi quelli della sanità, equiparando i loro compensi ai colleghi del resto d’Italia.

E poi, creare una task force, formata da professionisti integerrimi di alto valore da reclutare con bando internazionale, da costituire entro tre mesi, con l’incarico di snidare gli sprechi e le inefficienze della macchina pubblica e recuperare qualche miliardo da destinare alla crescita.
Vi sono altre iniziative quasi a costo zero: mettere in atto il Piano per l’agricoltura innovativa, quello per la zootecnia e l’altro per la linea del legno. Un Piano per l’energia, potenziando fortemente gli impianti di quella rinnovabile; un Piano per l’ambiente, anche con riferimento al risanamento idrogeologico del territorio.
Un Piano per il potenziamento delle attività economiche, dell’industria, del commercio, del turismo e dell’artigianato. Un Piano che crei l’ambiente giusto per la nascita delle start up.
Vi sono altri Piani per lo sviluppo dell’economia, ma ci fermiamo per evitare l’accusa di scrivere del solito libro dei sogni. Invece, quanto precede è tutto realizzabile, se vi è capacità e volontà.

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