Nuove prospettive per gli ex sportellisti multifunzionali - QdS

Nuove prospettive per gli ex sportellisti multifunzionali

Michele Giuliano

Nuove prospettive per gli ex sportellisti multifunzionali

martedì 22 Marzo 2016

Commissione Lavoro Ars: disegno di legge che riscrive la norma sulle politiche attive del lavoro. Selezione pubblica, contratti a tempo determinato e soldi da Stato e Ue

PALERMO – Svolta vicina per gli ex dipendenti degli sportelli multifunzionali della Sicilia. Per loro si aprono nuove prospettive occupazionali anche se non nelle modalità consolidate degli anni passati. La commissione parlamentare Lavoro all’Ars ha approvato un disegno di legge che riscrive le politiche attive del lavoro e in particolare va a toccare proprio gli ex operatori degli sportelli multifunzionali: dopo una lunga discussione, il testo è stato votato all’unanimità con l’astensione di soli due parlamentari. Questa norma dovrebbe rimettere in pista i lavoratori che da 15 anni svolgono questo servizio.
“La finalità della norma – sottolinea il deputato regionale Vincenzo Figuccia – è garantire la giusta funzionalità dei servizi per l’impiego e delle professionalità come previsto dal decreto legislativo 150/2015, imponendo all’amministrazione regionale di assumere con contratti di lavoro a tempo determinato dietro una selezione pubblica tutte le figure professionali presenti secondo il modello idealtipico che è stato lo storico vademecum delle incrocio tra domanda e offerta di lavoro proveniente dalla filiera dei servizi formativi”. La norma è supportata attraverso i fondi nazionali e comunitari mediante l’implementazione dei servizi per l’impiego che deve garantire agli utenti che ne faranno richiesta i livelli essenziali di prestazione, i cosiddetti Lep. “Auspico adesso – aggiunge Figuccia – che la commissione Bilancio prima e il parlamento regionale portino a termine l’iter legislativo necessario nell’interesse di un servizio che bisogna potenziare e che precipuo nelle opportunità di lavoro per chi ha difficoltà in entrata e in uscita nell’inserimento e reinserimento lavorativo in terra di Sicilia.
Il governo regionale sia adesso garante dei rapporti tra Sicilia e Roma e si metta definitivamente fine a questo lungo ed estenuante calvario sia dei lavoratori e dei servizi per l’impiego finora esclusi da un percorso necessario di politiche attive e passive per i cittadini siciliani con grave nocumento per chi non può accedere ad una nuova concezione di un servizio pubblico, efficiente ricco di professionalità umane e valido sostegno alla riuscita delle politiche attive in Sicilia”. Oramai è dal 2013 che gli sportelli multifunzionali sono stati soppressi in Sicilia. Una cosa che però non è stata per nulla digerita dagli ex dipendenti di queste strutture, all’incirca mille e 800, che ancora oggi protestano con digiuni estenuanti per chiedere la loro ricollocazione nel mercato del lavoro.
Il problema vero è che la Regione non ha più soldi: servirebbero 60 milioni di euro l’anno per poterli mantenere, come accadeva ai tempi per l’appunto degli sportelli, che però mamma Regione non sa dove andare a pescare. Sono senza lavoro da un anno continuativo quasi, negli ultimi 3 anni hanno lavorato appena 9 mesi. Tra poco più meno di due anni, salvo colpi di scena, si tornerà alle urne per il nuovo governo della Regione. C’è da scommetterci che queste persone, come tante altre, diventeranno ostaggio delle solite promesse elettorali e quindi nel frattempo non sarà trovata alcuna soluzione definitiva.
 

 
Politiche lavoro, storia di uno spreco tutto siciliano
 
La vertenza è esplosa perchè la Regione non ha potuto utilizzare fondi europei per mantenere questi lavoratori. Ora con questa nuova norma varata in commissione Bilancio all’Ars si sono aperti nuovi spiragli. Tutto si lega al sistema delle politiche del lavoro, cioè agli strumenti per aiutare i disoccupati: in base alle indicazioni dell’Europa, le Regioni devono puntare soprattutto su politiche attive, cioè non sull’erogazione di ammortizzatori fine a se stessi ma su iniziative per aiutare a trovare un posto.
La storia attorno agli sportelli multifunzionali non è tanto diversa da quella che riguarda un po’ tutti i mastodontici sprechi in salsa siciliana collegati alle pubbliche amministrazioni che hanno fatto di questi strumenti il loro “business politico” a livello di consensi per ogni campagna elettorale. Queste strutture hanno fatto la loro prima apparizione nel 2000, ma di loro si hanno notizie certe solo a partire dal 2005. Da quell’anno sino al 2013, ultimo anno di piena attività, sono costati 470 milioni di euro all’incirca, spicciolo più spicciolo meno, e non si ha nemmeno alcuna informazione sui possibili effetti benefici che hanno avuto sulla Sicilia.

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