Il Creatore ispira il Bene agli Uomini - QdS

Il Creatore ispira il Bene agli Uomini

Carlo Alberto Tregua

Il Creatore ispira il Bene agli Uomini

giovedì 24 Marzo 2016
L’Eterno è immenso ed umile, perfetto se pure abbia creato l’uomo imperfetto.
Appellarsi a Lui per ogni bisogno terreno è del tutto inutile perché la sua grande misericordia, come ricorda costantemente Papa Francesco, non intende intervenire in tutte le vicende drammatiche che accadono nella terra, alcune delle quali create dall’uomo per la sua minima statura.
La ragione è molto semplice ed è scritta nei libri di tutti i secoli, a cominciare dalla Bibbia: il Padre eterno ha dato al creato le regole, ha dato alle persone umane le regole, ha spiegato che cosa è bene e che cosa è male, le ha dotate di intelligenza e comprensione, dopodiché le ha lasciate libere di scegliere se stare nel versante del bene o in quello del male.
Va da sè che il Creatore inspira l’uomo al Bene, ma non lo obbliga ad andare in questa direzione, perché vuol capire se chi ha il potere di scegliere, sceglie bene.
 
Dio è eloquente, è chiarissimo, trasmette amore, comprensione, compassione; ma poi sono le persone a decidere cosa fare e come farlo.
Per spiegarsi meglio, con un linguaggio comprensibile all’umanità, ha dato a una parte di se stesso il corpo umano, facendogli  soffrire le stesse pene degli altri esseri viventi. Ciò per dare un esempio a tutti ed anche per incoraggiare gli uomini quando si trovano in circostanze gravi, perfino quando è minata la loro esistenza.
Il Padre eterno è immenso. Noi non sappiamo tutto quello che ha creato, conosciamo le poche cose che riusciamo a raggiungere con i nostri poveri mezzi. Ma è contemporaneamente umile perché si è voluto incarnare e venire in mezzo alle sue creature, subendo dolore e sofferenze al massimo livello.
Noi abbiamo memoria di tutto questo in coincidenza della Pasqua, ma dovremmo tener presente quanto precede in ogni momento della nostra vita, per non essere avidi, avari, egoisti. Invece, essere solidali, aiutare il prossimo e soprattutto rispettarlo in ogni momento e in ogni circostanza.
Ed è proprio questo il punto centrale del comportamento umano: rispettare il prossimo in ogni circostanza.
 
Non sono un teologo e non mi permetto di discettare in una materia estremamente difficile. Però ritengo che ognuno di noi abbia il dovere di riflettere sul perchè viviamo e sul come sia opportuno vivere. Ma riflettere così da persona comune, senza alcuna pretesa di dire cose nuove, senza alcuna pretesa di scoprire l’arcano.
Fra l’altro, c’è da diffidare di coloro che si nascondono dietro il sapere e parlano con parole oscure ed ermetiche, quasi per non farsi capire. è vecchio come il cucco il comportamento di chi deteneva il sapere per esercitare il potere. è vero che chi ha il sapere ha anche contemporaneamente il potere. Ma il primo va usato senza esercitare il secondo.
A meno che non si tratti di potere- dovere, cioè della necessità di usarlo con  le leve di cui ha disponibilità, con consapevolezza ed obiettività.

Il Creatore ispira il Bene agli Uomini (e alle Donne). Ma Essi spesso sono sordi e fanno come le tre scimmiette, pensando che così comportandosi possano venir meno al proprio dovere, che è quello di stare nel versante del Bene e di servire le persone più deboli e quelle più bisognose.
La solidarietà dovrebbe essere uno dei comportamenti più importanti di ogni persona umana. Non occorre essere San Francesco, che divideva il cibo con i poveri, per comportarsi in maniera analoga. Bisogna avere il buon senso di capire che quando in una Comunità vi sono troppi poveri e vi è tanta gente che sta male, sta male tutta la collettività, perché i privilegiati prima o dopo fanno la fine di Luigi Capeto XVI (1754-1793).
Non occorre essere Santi per comportarsi in conformità alle indicazioni del Supremo, ma semplici persone di buon senso che abbiano la voglia di vivere con equilibrio ed umiltà, limitando i propri bisogni all’essenziale e cercando di applicare i precetti con le azioni quotidiane anche piccole, ma significative, purché costanti nel tempo.
Quanto precede è semplice a dirsi, ma non facile ad attuarsi. Però bisogna farlo!

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