Donne, parità in politica ancora troppo lontana - QdS

Donne, parità in politica ancora troppo lontana

Roberto Pelos

Donne, parità in politica ancora troppo lontana

venerdì 25 Marzo 2016

In Sicilia solo un quarto della giunta regionale è rosa. All’Ars si scende al 16%. Nuovo rapporto dell’Associazione Openpolis “Trova l’intrusa”

ROMA – La presenza e il ruolo delle donne al potere è il tema del rapporto dell’Associazione “Openpolis” dal titolo: “Trova l’intrusa. Le donne nelle istituzioni politiche europee e italiane”. Dal dossier si evince che nei Parlamenti delle 28 nazioni dell’Unione europea la presenza delle donne non arriva mai al 50%. Come viene evidenziato nella ricerca, per Parlamento si intende la sola Camera bassa, unica titolare del rapporto fiduciario con il Governo, ad eccezione di Romania e Italia dove vige il bicameralismo paritario.
Nessuna donna ha una carica di ministro in tre nazioni (Grecia, Slovacchia e Ungheria), in due stati la presenza è paritaria (Francia e Slovenia), mentre in Svezia le donne a capo dei ministeri sono più degli uomini (52%). Escluse dai ruoli economici, alle donne dei Paesi dell’Ue vengono affidati principalmente i settori attinenti al welfare, alla cultura e all’istruzione. Solo due sono le donne premier nell’Ue: la cancelliera tedesca Angela Merkel e Beata Szidlo, a capo del governo polacco; cinque sono le donne Capi di Stato, due delle quali per diritto dinastico (le regine Elisabetta II e Margherita II). Nel Parlamento Europeo (dati raccolti ad ottobre 2015), la quota più alta di presenze femminili si registra a Malta (67%), la più bassa in Lituania (9%). Nel nostro Paese, l’attuale Parlamento è quello che conta più donne (un terzo del totale) nel panorama storico-politico italiano; le deputate sono infatti il 31,3% del totale, le senatrici il 29,6%. Anche in Italia la presenza femminile scarseggia in molti ruoli importanti, sebbene la Presidenza della Camera sia guidata da Laura Boldrini.
Nelle regioni italiane, due su venti sono le donne presidenti di regione, la quota di presenze femminili nelle giunte regionali è del 35%, nei consigli regionali è del 18%. In Sicilia, come in Basilicata, la quota di donne presenti in Giunta è del 25%, più alta rispetto alla Puglia (22%), all’Umbria (20%), all’Abruzzo e al Trentino (14% per entrambe), alla Valle d’Aosta (13%), e al Molise dove non ci sono donne all’interno della Giunta.
Nel Parlamento regionale siciliano la percentuale femminile che si registra è del 16% come nel Consiglio regionale della Liguria, quota che supera quella del Molise e della Valle d’Aosta (14% per entrambe), della Puglia (8%), della Sardegna (7%), dell’Abruzzo (6%), della Calabria (3%) e della Basilicata dove non sono presenti donne nel Consiglio regionale.
Le quote più alte di donne che fanno parte delle Giunte regionali si registrano in Campania (75%), Emilia Romagna, Toscana e Marche (regioni dove la quota è del 50%); le percentuali più alte di donne nei Consigli regionali sono presenti in Emilia Romagna (32%), Alto Adige (29%), Toscana (27%). Da segnalare che in Calabria, la presenza femminile in Giunta è del 43%,  circa 14 volte più alta rispetto a quella in Consiglio (3%). I dati sopra citati non includono i presidenti delle regioni. Le deleghe più frequentemente affidate alle donne, anche a livello regionale, riguardano cultura, istruzione, formazione professionale e assistenza sociale, mentre nei settori economici la presenza femminile è ancora una volta più ridotta.

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