In Sicilia crescono le mediazioni - QdS

In Sicilia crescono le mediazioni

Pierangelo Bonanno

In Sicilia crescono le mediazioni

sabato 26 Marzo 2016

In base ai dati elaborati dal ministero della Giustizia, il 7,7% delle mediazioni civili sono siciliane

PALERMO – Nel 2015 la Sicilia è tra le regioni in cui la mediazione civile è stata più utilizzata. In base ai dati elaborati dal ministero della Giustizia, il 7,7% delle mediazioni in Italia sono siciliane. Il report ministeriale, pubblicato nelle scorse settimane, prende in considerazione i dati statistici relativi al periodo 1° gennaio – 30 dicembre 2015. La “classifica” delle regioni, all’interno della quale la Sicilia si colloca al quarto posto, è guidata dalla Lombardia, con il 16,6%, seguita dal Lazio con il 10,7% e dalla Campania con il 10,1%.
L’obbligatorietà della mediazione è stata reintrodotta in Italia con la legge n. 98 del 2013. Dall’analisi dei dati emerge che nel 2015 le domande di mediazione sono state 300.455 a fronte delle 295.010 del 2014. Appare opportuno ricordare la funzione della mediazione è quella di tentare un soluzione amichevole di una controversia prima di rivolgersi ad un tribunale. La mediazione è tornata obbligatoria, fino al 2017, in materia di: condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. In questi casi, la parte che intende agire in giudizio deve tentare la mediazione, con l’assistenza di un avvocato.
Nel dettaglio il procedimento di mediazione prevede che dopo avere presentato la domanda presso un organismo di mediazione è fissato un primo incontro di programmazione con un mediatore e le parti. Al termine dell’incontro preliminare di programmazione, le parti decidono se concludere la mediazione con un accordo, oppure proseguire la mediazione o ancora, in caso di mancato accordo, terminare la procedura di mediazione e andare in giudizio.
Quando tutte le parti sono assistite da un avvocato, il verbale di accordo, sottoscritto dalle parti e dagli stessi avvocati, costituisce titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, per l’esecuzione per consegna e rilascio, l’esecuzione degli obblighi di fare e non fare, oltre che per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Gli avvocati attestano e certificano la conformità dell’accordo alle norme imperative e all’ordine pubblico. Tutti gli atti relativi al procedimento di mediazione sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto.
Il verbale di accordo è esente dall’imposta di registro sino al valore di 50.000 euro.
In caso di successo della mediazione, le parti avranno diritto a un credito d’imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità complessivamente dovute all’organismo di mediazione. In caso di insuccesso della mediazione, il credito d’imposta è ridotto della metà. Il numero maggiore di mediazioni si ha nei contratti bancari con il 23,5% del totale, seguite dalle controversie in diritti reali, pari al 13,7%, locazioni 12% e condominio 11,9%. Analizzando, inoltre, la tipologia di richiesta abbiamo l’ 80,1% di mediazioni obbligatorie, il l’9,7% di mediazioni delegate dal giudice, l’8,3% di mediazioni volontarie.
Dalle statistiche emerge come siano sempre più numerosi i giudici che rimandano in mediazione le controversie,nel 2015 sono state mandate in mediazione ben 18.062 controversie, convinti che questo possa essere la tipologia di risoluzione più adatta a certi tipi di conflitto.
Altro dato interessante è quello riferito agli esiti positivi delle mediazioni. A livello nazionale la percentuale di successo è pari a circa il 43,5% delle mediazioni, che procedono oltre il primo incontro.

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