Studenti stranieri in Sicilia: uno su due si sente italiano - QdS

Studenti stranieri in Sicilia: uno su due si sente italiano

Serena Giovanna Grasso

Studenti stranieri in Sicilia: uno su due si sente italiano

martedì 29 Marzo 2016

Istat: l’89% degli stranieri nell’Isola frequenta italiani in ore extrascolastiche, al Nord percentuali più basse. Risultano più integrati gli scolari nati in Italia o immigrati nei primi sei anni di vita

PALERMO – La buona accoglienza e la corretta integrazione iniziano tra i banchi scolastici. Al fine di valutare il grado di integrazione percepito e i relativi successi scolastici derivanti, l’istituto nazionale di statistica ha condotto uno studio su un campione di stranieri di seconda generazione residente nelle venti regioni italiane, grazie al finanziamento dell’Unione europea e del ministero dell’Interno. Hanno partecipato all’indagine esclusivamente le scuole secondarie di primo e secondo grado con almeno cinque alunni di cittadinanza straniera.
In linea generale, si evincono maggiori successi scolastici e superiore sentimento di integrazione per tutti quegli immigrati di seconda generazione nati in Italia o giunti nel Belpaese entro i primi sei anni di vita: così, solo il 15,4% degli stranieri nati in Italia ha dovuto ripetere uno o più anni scolastici (tasso percentuale più vicino rispetto al 10,7% degli italiani e assai inferiore rispetto al 24,2% degli stranieri nati all’estero), circa la metà degli stranieri nati in Italia si sente italiano (contro il 18% degli stranieri nati all’estero ed entrati in Italia a undici anni o più), addirittura quasi il 40% degli stranieri nati in Italia desidera continuare ad abitare nel Belpaese anche da adulto (percentuale che scende al 30% per gli stranieri trasferiti in Italia tra i 6 e i 10 anni).
A grande sorpresa si registrano risultati decisamente migliori nelle regioni meridionali ed insulari del Paese. Con particolare riferimento alla Sicilia, iniziamo con il precisare che oltre la metà degli studenti stranieri residenti in Sicilia è nata in Italia o si è trasferita nel Belpaese entro i primi sei anni di vita (rispettivamente il 27,1% e il 24,3% degli studenti stranieri residenti in Sicilia), mentre il 29,7% è entrato tra i 6 e i 10 anni e il 19% dagli 11 anni in su.
Relativamente al percorso scolastico, è possibile evidenziare come solo il 20,8% degli studenti stranieri è stato costretto a ripetere almeno un anno scolastico, valore che si stacca esattamente di sette punti percentuali rispetto alla media nazionale (27,7%).
Spostandoci ad indagare l’aspetto più strettamente integrativo, l’Istituto nazionale di statistica ha rilevato che ben l’88,9% degli studenti stranieri dell’Isola frequenta compagni di scuola italiani al di fuori dell’orario scolastico (quasi tre punti percentuali in più rispetto all’86,2% constatato a livello nazionale). Un valore altrettanto elevato si riscontra in Sardegna (93,2%), Campania (93,2%), Puglia (93,3), Basilicata (95,4%) e Molise (95,9%); a dispetto di valori maggiormente contenuti come quelli toscani (82,8%), friulani (83,1%), emiliani (83,2%) e lombardi (83,8%).
Il grado di integrazione di cui godono gli studenti stranieri in Sicilia è talmente alto che quasi la metà si sente italiano (48%), nella fattispecie si tratta del secondo tasso percentuale maggiormente elevato a livello nazionale (segue solo il Molise con il 54,8%) e si stacca di ben 11 punti percentuali rispetto a quello rilevato mediamente nel Belpaese (37,8%).
Allo stesso modo, risulta abbastanza elevata la percentuale di alunni stranieri che desidererebbe continuare a vivere in Italia anche in età adulta (38,7% in Sicilia, contro il 36% rilevato a livello nazionale). Stavolta, valori decisamente superiori rispetto a quelli siciliani si rintracciano in Sardegna (50,9%), Molise (58,3%) e Basilicata (48,7%).
Infine, in Sicilia è assai elevata la frequentazione di luoghi di ritrovo per gli studenti stranieri: dal 4,9% sono frequentati tutti i giorni (contro il 2,5% a livello nazionale), dal 16% qualche volta a settimana (10,7% in Italia) e solo dal 13,7% qualche volta all’anno (19,9% nel Belpaese).

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