Reimpianto dei vigneti, ecco come cambiano le regole - QdS

Reimpianto dei vigneti, ecco come cambiano le regole

Michele Giuliano

Reimpianto dei vigneti, ecco come cambiano le regole

mercoledì 30 Marzo 2016

Il diritto non potrà più essere trasferito da un’azienda all’altra o da una regione ad un’altra

PALERMO – Gli agricoltori siciliani possono drizzare le orecchie. Per loro, così come per tutti quelli che fanno parte dell’Unione europea, arrivano importanti novità sul fronte della vitivinicoltura. Entrano infatti in vigore altre modalità per questo comparto produttivo: cambiano le scadenze per la presentazione delle istanze e gli uffici di riferimento. Cambiamenti che sono frutto del nuovo regolamento introdotto dall’Unione Europea, il numero 1308/2013, che è andato a sostituire il precedente sistema dei diritti di impianto dei vigneti.
“Il diritto al reimpianto, con la nuova normativa, – afferma Renzo Di Trapani, agronomo e funzionario della Regione Sicilia – viene chiamato autorizzazione. Non potrà più essere trasferito da un’azienda all’altra o da una regione ad un’altra. Coloro che hanno dei diritti al reimpianto non ancora utilizzati dovranno presentare alla Regione, per via telematica, istanza di conversione del diritto in autorizzazione”.
L’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, con circolare 2016.49, ha impartito le nuove disposizioni riguardanti il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei vigneti per le uve da vino. Tutte le istanze verranno presentate per via telematica nell’ambito delle applicazioni disponibili sul portale Sian, il sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo, agroalimentare e forestale messo a disposizione dal ministero delle Politiche agricole. Diverse le novità introdotte più importanti. Anzitutto per realizzare un nuovo impianto di vigneto si dovrà presentare istanza direttamente al ministero delle Politiche agricole, attraverso il portale Sian, sino al 31 marzo di ogni anno.
Le autorizzazioni sono gratuite, hanno validità triennale e vengono concesse nell’ambito dell’1 per cento della superficie vitata regionale. Coloro che hanno invece una superficie vitata, impiantata regolarmente e registrata nello schedario viticolo, possono estirparla e dovranno procedere alla registrazione dell’estirpo nel registro delle superfici estirpate, istituito in ambito Sian, entro la fine della campagna viticola nel corso della quale è stata effettuata l’estirpazione.
Per reimpiantare un vigneto sulla stessa superficie si potrà invece presentare regolare comunicazione di avvenuta estirpazione entro tre anni. Infine altra novità sostanziale è quella legata al reimpianto di un vigneto su altra superficie: chi lo volesse fare, dopo i tre anni, dovrà presentare una richiesta di autorizzazione entro la fine della seconda campagna successiva all’estirpazione. L’autorizzazione così rilasciata avrà una validità di tre anni. chiaramente la Sicilia è una di quelle regioni in tutto il panorama europeo tra le più investite da queste innovazioni considerata l’altissima densità di terreni agricoli coltivati a vigneto.
Secondo l’ultimo censimento dell’assessorato regionale all’Agricoltura del 2014 la superficie coltivata a vigneto è pari a 103 mila ettari. Un vero boom in rapporto all’ampiezza territoriale.

Eppure i vigneti sono in netto calo  
Se da una parte la Sicilia resta sempre la roccaforte della vitivinicoltura, dall’altro c’è da dire che da anni il trend di questa tipo di coltivazione è purtroppo in netto calo. Dopo il secondo conflitto conflitto mondiale e gli anni ‘60 il comparto vitivinicolo siciliano era caratterizzato da una considerevole dinamicità sia in termini di affermazione territoriale, con una superficie di 199 mila ettari, che di produzione di uva da vino.
Il Censimento dell’agricoltura del 1970 rilevava in Sicilia 147 mila ettari di vigneto per uva da vino, poi si è cresciuti nel 1982 a 168 mila, ma dagli anni ‘90 è stato un continuo declino. Secondo l’Osservatorio Vitivinicolo regionale su dati dell’anagrafe vitivinicola 2000/SRRFV e assessorato regionale Agricoltura e foreste, la superficie nel 2004 era di 138.019 ettari e nel 2011 era scesa a 112.734 ettari , sino a toccare nel 2014 quota 103.076 ettari. Un dato questo molto preoccupante che, secondo i dati dell’ultimo censimento generale dell’agricoltura, le aziende agricole siciliane sono state dimezzate dal 1982 al 2010, oltre 428 allora, nemmeno 220 mila oggi. Praticamente nell’ultimo decennio ogni tre aziende ne ha chiuso una. Guardando poi i dati sul numero degli occupati, secondo l’Istat la situazione è simile: 50 mila occupati in meno dal 1993 al 2012.

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