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Catania – Piano di Riequilibrio, urgente stabilire modi e tempi

Desiree Miranda

Catania – Piano di Riequilibrio, urgente stabilire modi e tempi

mercoledì 30 Marzo 2016

Unica certezza è che a occuparsi della stesura del documento non saranno gli esperti comunali. Giuseppe Girlando: “Nessuna stranezza, sono rare le persone con competenze in materia”

CATANIA – Ancora polemiche in città, questa volta riguardano il Piano di Riequilibrio che il Comune di Catania sta rimodulando per spalmare gli impegni presi dalla precedente amministrazione per salvare le casse del Comune, in coerenza con l’arco temporale di trenta anni, non più di dieci. Un documento importantissimo per le sorti della città e dei suoi cittadini già vessati da tasse al massimo delle aliquote possibili, ma di cui non si conoscono modalità e tempi.
 
L’unico dato certo, votato dalla giunta la settimana scorsa e al centro della polemica tra amministrazione, Confcommercio e 5 stelle, è che non sono esperti comunali ad occuparsi della stesura del piano di riequilibrio finanziario pluriennale per la cui attuazione la Corte dei Conti ha dato tempo fino alla fine di giugno del corrente anno, ma una agenzia di esperti contabili esterni. Una decisione al centro della polemica perché se non si aggiunge niente di nuovo in merito alle situazioni di precarietà della gestione amministrativa e dei conseguenti rimedi per farvi fronte, ma si modifica soltanto il termine del piano portandolo da dieci a trenta anni, perché sarebbe necessario fare ricorso ad una agenzia di esperti esterni, con relativo costo per i cittadini? È l’interrogativo che si pongono sia Confcommercio che i 5 stelle che inoltre insinuano: “a meno che l’amministrazione non abbia voluto manifestare all’esterno la mancanza di fiducia nei dipendenti dei suoi uffici contabili interni”.
“La predisposizione del nuovo Piano di Riequilibrio – afferma invece l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando – è composta di tre fasi: esame tecnico-giuridico, con la verifica delle criticità del precedente documento, controllo tecnico-contabile anche alla luce della riforma che impone la riformulazione del vecchio Piano e valutazione politica che spetta a Sindaco e Giunta. Il nodo più rilevante – continua – riguarda appunto la valutazione contabile perché la Riforma è stata approvata da poco e anche a livello nazionale le professionalità in grado di portare a termine questo compito sono rare, mentre al Comune di Catania manca persino il Ragioniere generale. Non c’è quindi alcuna stranezza nel cercare una collaborazione per questo specifico obiettivo”, sostiene Girlando che poi attacca i vertici di confcommercio. “Le affermazioni di Saguto sono frutto di una scarsa conoscenza di un argomento complesso e specialistico. Si arriva persino a sostenere che la delibera rappresenti un atto di sfiducia nei confronti del sottoscritto, che invece ha sollecitato la sua approvazione”, conclude l’assessore al Bilancio del Comune di Catania.
Una risposta che i dirigenti di Confcommercio, Giovanni Saguto e Francesco Sorbello, non gradiscono, ma che in qualche modo si aspettavano. “Non ci stupiscono più le dichiarazioni dell’assessore Girlando che mirano a far passare per normale ciò che normale non è come, in questo caso, il ricorso a consulenza esterna”, dichiarano in una nota congiunta. Decisamente negativo è, inoltre, il giudizio nei confronti dell’amministrazione.
“Non è una nostra invenzione la situazione disperata del bilancio comunale e le anomalie che essa comporta. Non è una nostra invenzione che Lei è stato costretto a far approvare il bilancio preventivo 2015, sottolineiamo preventivo, solo il 30 dicembre 2015. Per lei forse è tutto normale, ma per noi no. Avete fallito anche sotto questo aspetto. Siamo a fine marzo e dovremmo avere il bilancio preventivo 2016, secondo i canoni della razionalità e normalità. Ma non se me parla nemmeno, visto che, verosimilmente, il consuntivo 2015 sarà ancora nei vostri sogni. Avete fallito! L’amministrazione Bianco ha fallito, il sindaco Bianco ha fallito”, conclude la nota.

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