Nello Musumeci sulla riforma ex Province: "Baracca precaria" - QdS

Nello Musumeci sulla riforma ex Province: “Baracca precaria”

Raffaella Pessina

Nello Musumeci sulla riforma ex Province: “Baracca precaria”

giovedì 31 Marzo 2016

Così l’ha definita il leader dell’opposizione, Nello Musumeci. Ripresa ieri a Palazzo dei Normanni la discussione del Ddl

Sono ripresi ieri pomeriggio i lavori a Palazzo dei Normanni e l’Assemblea regionale siciliana ha concluso la discussione generale del disegno di legge in 13 articoli sui Liberi consorzi e le Città metropolitane che recepisce tre dei quatto punti dell’impugnativa del governo nazionale. Ha preso la parola il leader dell’opposizione, Nello Musumeci, criticando aspramente questa riforma voluta dal governo Crocetta.
 
“Tutto è già deciso in quest’Aula sulla votazione della legge – ha detto Musumeci – e così in Sicilia avremo enti intermedi a due velocità, alcuni che potranno accedere ai finanziamenti comunitari ed altri no. Questa maggioranza ha voluto ostinatamente demolire l’istituto della provincia, antica sì, ma solida, per costruire una baracca precaria e vulnerabile perché non si è avuto neanche il merito della originalità, attendendo il varo della legge Delrio ed è stata copiata. Sarebbe bastato, per risparmiare,  eliminare le indennità e i gettoni di presenza per i consiglieri, e decentrare le competenze”.
Musumeci ha stigmatizzato il comportamento del governo regionale che “ha accettato sic et simpliciter supinamente le osservazioni fatte alla legge dal Consiglio dei ministri”, nel non rispetto dell’autonomia dello Statuto siciliano. “Ci si fermi a riflettere. La maggioranza – ha detto – ha deciso di accettare le osservazioni discutibilissime del Consiglio dei ministri contro l’autonomia e la Carta europea che consacra il principio del pieno coinvolgimento dei cittadini nelle istituzioni degli enti locali. Restiamo contrari”. Giorgio Assenza, di Forza Italia, ha detto che il problema vero è che mancano i decreti di attuazione della legge. Con la distruzione delle Province, la sorte dei lavoratori non dipenderà certo dall’approvazione di questa governance. E non è giusto che il governatore Crocetta abbia dato la colpa all’Ars della mancata approvazione della riforma” ha concluso Assenza.
È poi intervenuto Francesco Cappello che ha dichiarato di essere confuso leggendo il Disegno di legge. Ha notato che l’Ars si muove in due direzioni: una allineandosi alla legge Delrio, l’altra contro. “Sui giornali continuo a leggere che lo Stato non ci darebbe i famosi 500 milioni di euro che ci mancano, e che lo Stato ci doveva, se il Governo e il Parlamento siciliani non approvano le riforme. E penso che se siamo giunti alla quarta edizione di questa legge di riforma delle Province, non si capisce il perché”. Bernardette Grasso di Pid ha espresso la propria contrarietà verso il governo “per non aver resistito alle opposizioni mosse a livello nazionale”.
 
Il Presidente dell’Ars, Ardizzone, ha fatto votare il passaggio agli articoli ed ha preso la parola Santi Formica che ha risposto negativamente alla richiesta del Presidente di ritirare gli emendamenti. Il Presidente ha quindi dichiarato l’emendamento presentato da Formica inammissibile e ha rinviato la trattazione dell’articolo 1. E così ha proseguito con gli altri emendamenti agli altri articoli, chiedendo di ritirarli, fra le proteste dell’Aula, peraltro semivuota. In sede di definizione dei termini per la presentazione degli emendamenti, Ardizzone si era raccomandato di non presentare tanti emendamenti e invece ne sono arrivati più di duecento. Mentre scriviamo l’Aula è ancora in corso.

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