Difendere e tutelare l’ambiente e il territorio - QdS

Difendere e tutelare l’ambiente e il territorio

Andrea Pizzo

Difendere e tutelare l’ambiente e il territorio

venerdì 20 Marzo 2009

Forum con Sergio Marino, direttore Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente

Qual è la missione dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente?
“La nostra missione è quella della tutela dell’ambiente. Un’attività che portiamo avanti, non solo con le procedure tecniche del campionamento e del monitoraggio, ma anche attraverso un’attenta attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale, indirizzata ai cittadini e alle imprese per uno sviluppo sostenibile. Perché il cittadino deve essere consapevole dei processi che fanno male all’ecosistema. Solo così potrà cambiare le sue cattive abitudini”.

Quali sono i vostri campi di azione nello specifico?
“Sono quelli che poi determinano maggiore riflesso sulla salute e i problemi quotidiani della popolazione. Come ad esempio il monitoraggio delle acque superficiali (fiumi e laghi), che rappresentano le risorse idriche che poi vanno a soddisfare i bisogni dei cittadini. Il monitoraggio dell’aria, nell’ambito del contrasto all’inquinamento atmosferico, per valutare la qualità di ciò che respiriamo. Ed infine, poniamo particolare attenzione verso i problemi acustici ed elettromagnetici, due forme di inquinamento nuove che tanto preoccupano i cittadini. Sono proprio loro a chiedere il nostro intervento in tal senso. Nel primo caso, perché i rumori intensi provocano stati di malessere, soprattutto agli anziani, come l’insonnia. Per ciò che concerne l’elettromaghetismo, la preoccupazione maggiore è quella di vivere a stretto contatto con antenne e ripetitori del segnale di telefonia mobile”.

Dopo i vostri rilievi, quale iter seguono i monitoraggi? I risultati sono pubblici, ovvero quando lo diventano?
“Dopo aver effettuato le ispezioni e i prelievi, i campioni vengono analizzati. Nel momento in cui il funzionario firma, le analisi diventano dati ufficiali, validi e disponibili per chiunque. Nel caso di dato singolo, viene reso noto a chi è interessato. Poi, ogni anno, facciamo un annuario dei dati, che serve soprattutto agli amministratori per l’adozione delle strategie di programmazione e sviluppo”.

Chi sostiene finanziariamente la vostra attività? è tutto a carico della Regione?
“Il nostro è un bilancio atipico, perché si compone sia di trasferimenti ordinari regionali, che di entrate cosiddette ‘proprie’, frutto delle attività a pagamento che noi forniamo a soggetti privati e, qualche volta, ad enti pubblici. Fondi, quest’ultimi, che utilizziamo per la manutenzione delle apparecchiature e per pagare lo straordinario del personale. Il finanziamento regionale, l’anno scorso, è stato di 20 milioni di euro”.

In Sicilia, ci sono delle aree a rischio ambientale (Gela, Milazzo, Priolo). Come procede la battaglia per la tutela dei cittadini?
“Nell’ultimo ventennio, la situazione è molto migliorata, soprattutto per quanto concerne la criticità più preoccupante, ossia l’inquinamento atmosferico. Adesso, in quelle zone, la qualità dell’aria è molto migliorata. Bisogna dare atto alle aziende di aver seguito un trend di miglioramento delle loro attività. è chiaro che non siamo al massimo. Le aree a rischio meriterebbero più attenzione, purtroppo l’agenzia sconta gravi carenze di personale e questo non aiuta. L’Arpa fa quello che può. Se potessimo contare su più uomini, saremmo in grado di far fronte con maggiore prontezza alle problematiche che la realtà siciliana ci riserva. A volte ci aiuta la tecnologia, con il monitoraggio mediante centraline mobili, che, una volta piazzate nel sito da controllare, inviano i dati direttamente nei laboratori”.  

Quali novità organizzative attendono l’Agenzia nel prossimo futuro?
“L’obiettivo principale, su cui ho iniziato a lavorare, è quello di riorganizzare la struttura dell’Agenzia, al fine di ottimizzare le risorse.
“L’intenzione è di mantenere i nove presidi territoriali che abbiamo ereditato, quelli presenti nelle nove province siciliane, per fare controlli e ispezioni e concentrare in due grandi realtà (uno a Palermo e una a Catania) l’attività di laboratorio.
“Una strategia che porterebbe evidenti risparmi sui costi di gestione e manutenzione. A breve avvieremo la ricerca dei finanziamenti”

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