Inchiesta "Spese pazze all'Ars", Corte dei Conti condanna Cracolici - QdS

Inchiesta “Spese pazze all’Ars”, Corte dei Conti condanna Cracolici

Raffaella Pessina

Inchiesta “Spese pazze all’Ars”, Corte dei Conti condanna Cracolici

sabato 02 Aprile 2016

La magistratura contabile lo ha condannato a restituire ben 346.317 euro. L’assessore regionale all’Agricoltura: “Turbato per questo giudizio”

PALERMO – È stata depositata la sentenza della Corte dei conti per la Regione siciliana che riguarda il gruppo del Partito democratico all’Ars nella scorsa legislatura sul tema delle spese pazze all’Ars.
Nella qualità di capogruppo Antonello Cracolici, attuale assessore all’Agricoltura, è stato condannato per spese considerate illegittime pari a 346.317 euro, circa 200 mila in meno rispetto alla cifra inizialmente contestata.
“Sono turbato per questo giudizio – ha detto Cracolici – che arriva dopo la richiesta di archiviazione in sede penale e per le cui contestazioni il gruppo parlamentare del Pd ha fornito ogni minuziosa attestazione relativa alle spese sostenute, producendo il tutto in giudizio”. E sottolinea che non lo si accusa di aver messo “un solo euro in tasca né di non aver spiegato come è stato speso ogni singolo euro”. “Piuttosto, si è voluto addebitare la responsabilità al rappresentante del gruppo parlamentare non per spese sostenute nell’interesse personale, ma per una “interpretazione postuma” sulla coerenza delle spese sostenute dal Pd all’Ars rispetto alle finalità istituzionali dei gruppi parlamentari”.
Tra queste, infatti vi sarebbe il costo di sondaggi per valutare l’attività del gruppo tra i cittadini, piccole spese sostenute in occasione della campagna referendaria sull’acqua pubblica e sul nucleare, il costo del buono pasto riconosciuto ai dipendenti del gruppo, il costo delle spese legali per intervenire nel procedimento che avrebbe fatto interrompere la legislatura e quindi cancellato l’esistenza del gruppo, il costo di acquisti di pubblicazioni e promozione delle leggi fatte approvare all’Ars, le spese di rappresentanza sostenute da decenni, compresi i biglietti di auguri natalizi a firma del capogruppo.
 
“Sono un uomo pubblico e rispettoso delle istituzioni – ha concluso  Cracolici – e come tale ho rispetto totale della magistratura. La mia fiducia rimane intatta anche in presenza di una sentenza che non condivido ma che sono fiducioso sarà profondamente riformata in sede di appello, che produrrò ai sensi di legge”.

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