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Alcol e mortalità: in Sicilia basso il numero di decessi

Adriano Agatino Zuccaro

Alcol e mortalità: in Sicilia basso il numero di decessi

sabato 02 Aprile 2016

Secondo i dati Istat, nel corso del 2014, ha consumato almeno una bevanda alcolica il 63% degli italiani di 11 anni

ROMA – La Relazione del ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge quadro n. 125/2001 in materia di alcol e problemi alcolcorrelati (2015) affronta l’analisi della mortalità alcol attribuibile a livello regionale e fa emergere una variabilità piuttosto elevata.
Le regioni che nel 2012 hanno fatto registrare il numero maggiore di decessi in rapporto alla popolazione (tasso grezzo) sono state la Valle D’Aosta (8,23 decessi ogni 100.000 abitanti) e la provincia autonoma di Bolzano (7,54 decessi ogni 100.000 abitanti) con valori quasi tre volte superiori alla media nazionale (2,55 decessi ogni 100.000 abitanti); valori estremamente elevati sono stati registrati anche nella provincia autonome di Trento (5,37 decessi ogni 100.000 abitanti), in Molise (4,37 decessi ogni 100.000 abitanti), Basilicata (3,20 decessi ogni 100.000 abitanti) e Calabria (3,09 decessi ogni 100.000 abitanti). Le regioni in cui si riscontrano il minor numero di decessi in rapporto alla popolazione sono invece state la Sicilia (1,64 decessi ogni 100.000 abitanti), la Toscana (1,71 decessi ogni 100.000 abitanti) e la Campania (1,78 decessi ogni 100.000 abitanti).
La Sicilia, dunque, figura tra le regioni “virtuose” prendendo in esame i numeri appena citati e considerando che, secondo la relazione, “nell’ultimo  decennio si è andato progressivamente  affermando il consumo di alcol occasionale e al di fuori dei pasti […] e il fenomeno del binge drinking, che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo, soprattutto nella popolazione più giovane, costituisce un serio problema di sanità pubblica”.
Secondo i dati Istat, nel corso del 2014 ha consumato almeno una bevanda alcolica il 63% degli italiani di 11 anni e più (pari a 34 milioni e 319 mila persone), con prevalenza notevolmente maggiore tra i maschi (76,6%) rispetto alle femmine(50,2%). Il 22,1% dei consumatori (12 milioni circa di persone) beve quotidianamente (33,8% tra i maschi e 11,1% tra le femmine).
L’alcoldipendenza è a tutt’oggi un ambito che continua a necessitare di grande attenzione per le implicazioni sanitarie e sociali che ne derivano. Per combattere il fenomeno, in tutto il Paese si diffondono le Arcat (Associazioni regionali club alcologici regionali) che propongono eventi formativi e cercano di fare rete con le istituzioni locali. In alcune regioni del Centro Sud però, si evidenzia una grossa difficoltà nella diffusione dei Club, con un numero di abitanti per ogni Club superiore ai 100.000: la Campania (un Club ogni 216 mila abitanti), la Calabria (un Club ogni 167 mila abitanti), la Sicilia (un Club ogni 158 mila abitanti) e il Lazio (un Club ogni 136 m
mila abitanti).
È essenziale, si legge nella relazione, la continuità della collaborazione e la presenza attiva del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità nei contesti internazionali dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la costruzione di politiche internazionali  condivise ed in grado di sostenere gli  Stati Membri ad adottare, nel rispetto  delle proprie peculiarità culturali, tutte  le misure di provata efficacia per il  contenimento del consumo dannoso di alcol.

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