Claudio Zucchelli: "Attenzione al territorio e alla realtà sociale" - QdS

Claudio Zucchelli: “Attenzione al territorio e alla realtà sociale”

Francesco Sanfilippo

Claudio Zucchelli: “Attenzione al territorio e alla realtà sociale”

mercoledì 06 Aprile 2016

Forum con Claudio Zucchelli, Presidente del Cga della Regione siciliana

Quali sono le funzioni del Consiglio di Stato?
“Il Consiglio di Stato in Sicilia ha caratteristiche uniche, poiché le competenze esclusive dello statuto regionale sono tali che si pensò nel 1948 di creare magistrature che fossero attente alla realtà e alla cultura del territorio. Il giudice ammnistrativo, quindi, deve essere calato nel tessuto sociale ed economico siciliano più ancora delle altre magistrature che si attengono a norme nazionali. Infatti, il giudice amministrativo ha bisogno di avere questo rapporto col territorio perché deve comprendere le ragioni che sono alla base delle vicende esaminate. Ciò vale, in particolare, nel caso dell’eccesso di potere, dove il giudice esamina com’è stato esercitato il potere da parte degli organi pubblici per individuare o meno l’eventuale eccesso. L’autorità pubblica cerca di far prevalere l’interesse pubblico, ma, a volte, prevarica per un cattivo uso dei poteri assegnati. Per capire questo, occorre calarsi nella cultura e comprendere i mutamenti della società. Il Consiglio di Stato, non a caso, non ha solo poteri giurisdizionali ma possiede anche una sezione consultiva per la Presidenza della Regione analogamente a quanto avviene a Roma. Esempi sono il supporto giuridico a tutte le problematiche ammnistrative, alle interpretazioni delle norme e ai ricorsi straordinari alla Presidenza della Regione stessa, simili a quelli che avvengono al Presidente della Repubblica”.
Il ricorso straordinario è usato dai siciliani?
“Questa facoltà era usata prima dell’introduzione del contributo unificato, uguale per tutta Italia. Poiché ha un costo elevato secondo il valore della causa, ha frenato questo tipo di ricorsi come è successo nell’edilizia”.
Il contributo straordinario non può ledere i diritti del cittadino medio che non ha la capacità di supportare questa spessa economica?
“Questa è una grande diatriba che dura da decenni. Credo che sia giusto che i cittadini partecipino alla spesa, perché la specifica norma del codice di procedura civile è cambiata e la compensazione delle spese deve essere pedissequamente motivata. In realtà, la partecipazione del cittadino ai servizi pubblici è una misura corretta per evitare il cosiddetto “fallimento della domanda”. Gli studiosi hanno riscontrato scientificamente che quando i servizi sono gratuiti, c’è un abuso dello stesso servizio”.
Quando si ricorre alla giustizia amministrativa?
“Tutte le sentenze del Tar sono appellabili, ma, di fatto, solo il 40% delle sentenze del Tar stesso sono appellate, perciò il 60% dei cittadini e delle imprese si ferma al primo grado. Delle sentenze appellate, molte dipendono dalla complessità della legislazione e dagli oscillamenti giudiziari, poiché ci sono dei settori come quello degli appalti e dell’edilizia che sono economicamente rilevanti per la spesa pubblica come in tutta Europa. Da notare che la competenza territoriale del Tar è a Palermo con una sede distaccata a Catania, cui competono tutte le questioni che attengono gli organi regionali o locali. Invece, quando si hanno dei provvedimenti emanati direttamente dal Governo o dai Ministeri, occorre rivolgersi al Tar del Lazio obbligatoriamente”.
Il giudice amministrativo può creare diritto?
“Il giudice amministrativo può creare diritto concreto e gli esempi non mancano. Il Testo unico sugli impiegati civili dello Stato è nato negli anni Cinquanta grazie alla canonizzazione dei principi che il Consiglio di Stato italiano aveva elaborato già da prima della guerra. I cittadini devono avere la ragionevole aspettativa che avranno il medesimo trattamento nell’applicazione della norma”.
Come mai vi sono membri laici nel Cga?
“I componenti laici rispondono alla necessità dei giudici di essere calati nel tessuto socio-economico e questi membri garantiscono il soddisfacimento di tali esigenze. Di norma, sono avvocati, funzionari e giudici che conoscono la realtà siciliana e costituiscono il nostro contatto con questa realtà, evitando così l’autoreferenzialità. I laici, non a caso, sono la maggioranza nella sezione consultiva”.
 
Il grado d’informatizzazione è adeguato o esistono carenze?
“Il grado d’informatizzazione è abbastanza avanzato, per cui attraverso la nostra rete Intranet, il segretario prepara la relazione e la invia la presidente che la legge, la corregge ove necessario e la rinvia al segretario. Anche i documenti depositati, se in formato digitale, sono messi sul portale, su cui solo i giudici possono accedere alle cause di propria competenza. Il primo luglio partirà il Pat, il processo amministrativo telematico che non è ancora testato e che si presenta come un buon sistema funzionale. Gli avvocati presenteranno in digitale i ricorsi e i documenti allegati, favorendo la gestione della documentazione. La controindicazione sta nell’uso intensivo del computer, perciò si sta puntando sui moderni schermi di ultima generazione”.
Il vostro lavoro migliorerà con tali strumenti?
“Sicuramente il lavoro sarà snellito e sarà migliore qualitativamente, perché l’informatizzazione permette di avere accesso rapidamente a documenti e a informazioni che prima richiedevano tempo, migliorando le stesse sentenze. In questo modo, anche documentazioni corpose come i piani regolatori generali nei ricorsi sull’edilizia, saranno  facilmente accessibili”.
La procedura richiede ammodernamenti?
“La procedura amministrativa è stata riformata nel 2010 e il nuovo codice la rende snella perché ha fatto tesoro di un secolo di procedura amministrativa, assegnando molti nuovi poteri nell’istruttoria della pratica”.
 
Quanti sono i giudici amministrativi tra togati e laici?
“Ci sono tre giudici togati di cui al momento ne manca uno, e 2 laici nella sezione giurisdizionale che andranno via entro novembre, bloccando l’attività della sezione se nel frattempo la Regione non avrà provveduto alla sostituzione. Invece, nella sezione consultiva sono quattro togati di cui uno è mancante più nove laici con un mandato di 6 anni non rinnovabile. Manca il secondo presidente che allevia il lavoro del primo presidente che, altrimenti, dovrebbe svolgere da solo una mole di lavoro impossibile. Adesso, ci sono alcune scoperture, per cui l’organico non è completo, mentre se lo fosse, sarebbe adeguato. Tuttavia, il Consiglio di Presidenza ha bandito il cosiddetto “interpello” per coprire i posti vacanti del giudice togato e del secondo presidente. Mi hanno, così, garantito che, entro il primo luglio, questi posti dovrebbero essere coperti, insieme ai membri laici nel frattempo nominati dal Presidente, completando l’organico”.
Il carico di lavoro è smaltito nei tempi previsti?
“Riguardo ai quesiti della Regione, la sezione giurisdizionale li esita nei tempi previsti dalla Legge Pinto, mentre i ricorsi straordinari arretrati sono stati smaltiti, per cui si stanno affrontando i ricorsi di febbraio-marzo 2015. Nel caso di questi ricorsi, la pratica è inviata all’ente che ha emanato il provvedimento contestato che, a sua volta, lo manda alla Regione che la istruisce secondo i suoi tempi per poi arrivare al Consiglio di Giustizia, per cui gli eventuali ritardi non dipendono da noi. Nel caso degli appelli del Tar, stiamo affrontando i ricorsi del 2015, mentre gli altri risalgono alla metà del 2014”.

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