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Finalmente un governo sblocca-opere

Carlo Alberto Tregua

Finalmente un governo sblocca-opere

sabato 09 Aprile 2016

L’Italia ha bisogno del Sud

Finalmente il governo ha messo mano all’attività più importante della sua azione: sbloccare le opere inchiodate da una burocrazia nefasta che si nasconde dietro un groviglio di leggi malfatte, danneggiando l’economia nazionale.
Finalmente s’è levata, forte e chiara, la voce di un presidente del Consiglio coraggioso: l’Italia ha bisogno degli imprenditori per imboccare la via della crescita e di nuova occupazione.
Va da sé che gli imprenditori disonesti vanno colpiti senza indugio, anche se le Procure debbono sempre distinguere il grano dal loglio e sussumere, cioè collegare, i fatti contestati inequivocabilmente ad ipotesi di reato.
E poi, dice Renzi, bisogna arrivare presto alle sentenze, perché non è possibile tenere sotto un devastante effetto psicologico gli imputati innocenti, mentre è essenziale che i colpevoli vengano condannati per tempo definitivamente.
Se la Giustizia è lenta, non è certo responsabilità dei magistrati, i quali hanno un carico di lavoro notevole e fra cui, come in tutte le famiglie, ci sono coloro che stra-lavorano ed altri che lavorano di meno. Ma è inspiegabile come non si provveda a inserire nell’organico più di mille magistrati mancanti.

Ammiro Renzi per aver avuto il coraggio di essersi assunto la paternità dell’emendamento Tempa Rossa, in modo da sbloccare un’opera ferma da decine di anni in una piccola regione che intorno all’estrazione del petrolio ha circa cinquemila persone e, nella fabbrica di Melfi della Fca, vi sono altre cinquemila addetti.
In questo quadro, la stonatura è quella dell’ex ministra, Federica Guidi, che avrebbe ceduto alle insistenze del suo compagno (forse ora ex) per un’azione di lobbying del tutto inappropriata.
Ma vi è un’altra questione non comprensibile: perché il petrolio estratto debba andare a Taranto per essere imbarcato in petroliere che lo portino nelle raffinerie. Sarebbe più logico che tale petrolio andasse direttamente nelle raffinerie italiane le quali, così, diminuirebbero l’approvvigionamento dall’estero con la conseguenza che, quindi, un minor numero di petroliere approderebbero nei porti italiani.
 

La questione di Bagnoli è emblematica: un’acciaieria chiusa da decenni, un sito inquinato, dominio della malavita organizzata. In questi decenni, né Regione, né Comune di Napoli hanno fatto alcunché per risolvere la questione.
Nel momento in cui Renzi vi ha messo mano, si sono alzate le voci dei gufi e di coloro che non vogliono che i problemi vengano risolti, inventandosi questioni di autonomia o di intromissioni del governo nazionale nelle attività locali.
Si tratta di falsità perché quello che conta per i cittadini è che i problemi vadano risolti e che si conseguano risultati, risultati e risultati. Fare dietrologia, sostenendo una commistione fra pubblico e privato, cioè che dietro l’iniziativa di Renzi vi siano imprese, è una colossale stupidaggine, perché è del tutto ovvio che le attività debbano essere svolte dalle imprese.
Chi le dovrebbe fare, forse la più inefficiente burocrazia d’Europa? Trasformare Bagnoli in un sito turistico, con porto ed attrattive, è essenziale. Farlo subito, anche!

È più valida la domanda: il Sud ha bisogno dell’Italia, ovvero l’Italia ha bisogno del Sud? Siamo convinti che la seconda domanda sia esatta, per una ragione semplice: è proprio un’area arretrata, come quella meridionale, che può produrre crescita maggiore se vi si investono risorse in infrastrutture e attività imprenditoriali.
Proprio dove c’è disoccupazione e Pil depresso, una forte iniezione di risorse finanziarie, di saper fare e di ottimismo possono dare quella scossa energetica indispensabile a smuovere una ruota economica lenta e asfittica.
Investire dove la ruota economica gira bene, come nelle regioni del Nord, provoca una modesta accelerazione; investire nel Meridione può provocare, invece, una forte accelerazione della stessa.
Dunque, benvenuto al governo sblocca-opere e benvenuto al Piano per il Sud, fra cui deve primeggiare la costruzione del Ponte sullo Stretto. Tutto questo – se adottato con tempestività dalla parte buona della burocrazia in stretto contatto con l’imprenditoria – finalmente provocherà quella crescita del Sud indispensabile a tutto il Paese.

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