Riscossione Sicilia di nuovo nella bufera - QdS

Riscossione Sicilia di nuovo nella bufera

Raffaella Pessina

Riscossione Sicilia di nuovo nella bufera

martedì 12 Aprile 2016

Tribunale Palermo: stop a pagamento cartelle esattoriali, accolto ricorso di Riggio. Gli atti impositivi erano già stati annullati in precedenza

PALERMO – Ancora guai per Riscossione Sicilia. Il giudice dell’esecuzione del Tribunale di Palermo, accogliendo la richiesta avanzata da Francesco Riggio, deputato regionale del gruppo misto ed ex presidente del Ciapi, ha infatti sospeso “l’esecuzione per la quasi totalità dell’importo fondato su due cartelle esattoriali relative alla vicenda Ciapi, oltre ancora agli importi di altre otto cartelle (ritenute prescritte) – relativa a tributi vari – con la conseguenza che resterebbero solamente poche migliaia di euro rispetto alle quali riscossione potrebbe proseguire un’azione esecutiva”. Questo perché “Riscossione Sicilia ha iniziato un’azione esecutiva che non doveva promuovere poiché non in possesso di valido titolo e ciò, in quanto la Commissione Tributaria Provinciale aveva in precedenza annullato, con sentenza, gli atti impostivi (costituiti dalle due cartelle Ciapi di 29.795.922 euro) su cui si è basata, principalmente, l’azione esecutiva”.
Intanto, riprendono questo pomeriggio i lavori d’Aula a Palazzo dei Normanni.
Negli ultimi tempi, quella del martedì si è caratterizzata come l’unica seduta settimanale della durata di circa un’ora, eccezion fatta per la approvazione dei documenti finanziari, avvenuta alla fine del mese di febbraio per porre fine all’esercizio provvisorio, approvato in Aula alla fine del 2015. Ben 9 i punti all’ordine del giorno di oggi, tra cui le norme per il riconoscimento della professione dei subacquei industriali e la disciplina delle norme per la formazione a tale professione. Al secondo punto vi è la valorizzazione del demanio trazzerale.
Nell’ultima seduta della settimana scorsa, diversi deputati erano intervenuti per lamentare l’inattività del Parlamento, obbligato all’immobilismo anche per l’assenza cronica del Governo.
Sempre oggi, ma di mattina, è prevista la presentazione del programma operativo Fesr Sicilia 2014-2020 che prevede risorse per oltre 4 miliardi e mezzo di euro per realizzare grandi opere, supportare gli enti locali nonché le imprese. Previsti gli interventi del capo del dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri Vincenzo Donato, di Maria Ludovica Agrò, direttore generale dell’Agenzia per la Coesione territoriale e di Charlina Vitcheva, direttore generale dell’area “Crescita intelligente e sostenibile e Europa meridionale” della Commissione europea. Parteciperanno anche funzionari dell’Autorità di gestione del Programma operativo Sicilia ed esponenti del partenariato economico sociale e istituzionale. L’apertura dei lavori sarà curata da Vincenzo Falgares, dirigente generale del Dipartimento Programmazione della Regione siciliana.
 La giornata del 13 aprile, sarà dedicata al lancio della “Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente” (Smart Specialisation Strategy – S3), richiesta dall’Unione europea alle regioni e agli stati membri per ottimizzare l’utilizzo dei fondi strutturali e per incrementare investimenti e sinergie tra le differenti politiche comunitarie.
Un ex dirigente generale del Dipartimento regionale comunicazioni e trasporti, Giovanni Lo Bue, è stato condannato dalla Corte dei Conti per la Sicilia a risarcire la Regione siciliana di poco meno di 65mila euro. Lo rende noto la stessa Corte con una nota in cui motiva la sentenza. La vicenda fa riferimento al conferimento di due consulenze esterne nel 2009 a due avvocati nell’ambito dei progetti integrati (Italbank ed Italmed)  finanziati dal Cipe  e che annoveravano tra gli enti esecutori anche la Regione Siciliana, e i cui compensi non sono stati ammessi a discarico dall’autorità di controllo.
Nella motivazione della sentenza la Corte afferma che Lo Bue “nel ricorrere a contratti di consulenza di contenuto del tutto generico (consulenza giuridica, tributaria e previdenziale), senza alcuna specifica inerenza con le puntuali finalità dei progetti, ha agito con estrema superficialità e non curanza degli interessi pubblici, generando una spesa che non è stata ritenuta ammissibile al finanziamento”.

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