Bonifiche mancate nel siracusano. A rischio le casse dei Comuni - QdS

Bonifiche mancate nel siracusano. A rischio le casse dei Comuni

Giuseppe Solarino

Bonifiche mancate nel siracusano. A rischio le casse dei Comuni

mercoledì 13 Aprile 2016

Il Governo italiano, sanzionato dalla Corte europea, ha avviato un’azione di rivalsa su Augusta e Priolo. Enzo Parisi (Legambiente): “Scandaloso che a pagare per l’inazione dello Stato siano le due città”

AUGUSTA – Con una nota datata 1 aprile 2016 è stata avviata un’azione di rivalsa da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei confronti dei Comuni di Augusta e Priolo-Gargallo per la mancata realizzazione delle bonifiche industriali. Le sanzioni sono state comminate dalla Corte europea al governo italiano che si è rivalso sui due Enti.
Al Comune di Augusta vengono addebitate le mancate bonifiche al campo di calcio Fontana, chiuso dal 2006, nel cui sottosuolo si trovano ceneri di pirite e ai fondali della rada Megarese nei cui sedimenti sono accumulati enormi quantità di metalli pesanti ed altri veleni. In totale si tratta di una multa ammontante ad 800 mila euro da rinnovare ogni sei mesi in mancanza di interventi.
A quello di Priolo viene addebitata la mancata riqualificazione ambientale della Penisola di Magnisi dove si trovano ben 170 mila tonnellate di ceneri di pirite nelle vicinanze del sito archeologico di Tapsos. Anche in questo caso la multa da pagare ammonta ad 800mila euro con eventuale rinnovo semestrale.
Il sindaco di Priolo, Antonello Rizza, ha dichiarato: “È una beffa. Stiamo parlando di inadempienze del ministero dell’Ambiente e delle agenzie governative per le bonifiche, Invitalia e Sviluppo Italia, delle quali il territorio è già vittima. È inspiegabile. Di fatto nessuna responsabilità sulle bonifiche è in carico ai Comuni. Il punto è la sanzione europea che furbescamente, come si usa fare adesso, il governo addebita ai Comuni. Tra l’altro l’area di Magnisi è ancora sotto sequestro per un’inchiesta della magistratura: bonifica cominciata e interrotta”. Il primo cittadino di Augusta, Cettina Di Pietro, ha commentato: “Il Comune non intende pagare nessuna multa per responsabilità che certamente non sono ascrivibili all’Ente. Ovviamente presenteremo ricorso”.
Il vice presidente di Legambiente Sicilia, Enzo Parisi, ha dichiarato: “È paradossale e tragicomico che il Comune di Augusta – le cui responsabilità sulla mancata bonifica sono di modesta entità e più che altro di carattere politico, specie per la sua scarsa incisività nel ‘pretendere’ il risanamento – sia chiamato a pagare una multa al posto del Governo, del ministero dell’Ambiente, della Regione siciliana e dei suoi Commissari ai quali spettava e spetta l’onere di attuare le bonifiche. Che si possa poi pensare che il Comune potesse e dovesse provvedere alla bonifica dei fondali del porto (un’opera colossale per la quale occorrono miliardi di euro!) è il segno più evidente dell’inadeguatezza e dell’incapacità dei governi nazionale e regionale non solo ad affrontare e risolvere questa problematica ma anche semplicemente a spiegare al Mef che Augusta non c’entra e non è il soggetto a cui far pagare l’ammenda.
 
Scandaloso ed inaccettabile il fatto che nel caso il Comune non voglia o non possa pagare una sanzione per omissioni di altri, il ministero dell’Economia e delle Finanze ‘procederà al recupero delle risorse in questione a carico dei singoli Enti interessati ai sensi della normativa vigente’. Vale a dire che lo Stato, responsabile della mancata bonifica, per pagare la multa derivante dalla sua inazione, toglierà le somme dai fondi dei trasferimenti ordinari destinati ad Augusta. Ma non c’è solo il lato ridicolo, c’è anche quello tragico delle popolazioni sempre più abbandonate a coabitare con i veleni, il territorio contaminato, una burocrazia cieca e una pessima classe politica incapace di governare le emergenze che si trascinano da decenni. Legambiente chiede a gran voce che il governo regionale e quello nazionale avviino finalmente le bonifiche e chiamino a rispondere dei guasti chi li ha causati e chi, con comportamenti omissivi, ha consentito che venissero commessi”.

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