Il Fmi taglia il Pil Italia a +1% nel 2016 - QdS

Il Fmi taglia il Pil Italia a +1% nel 2016

redazione

Il Fmi taglia il Pil Italia a +1% nel 2016

mercoledì 13 Aprile 2016

Stime del Fondo monetario internazionale: “Crescita più lenta delle attese”

Il Fondo monetario internazionale taglia le stime di crescita per l’Italia. Il pil del Belpaese crescerà quest’anno dell’1,0% (-0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio) e nel 2017 dell’1,1% (-0,1 punti). “La crescita è stata più lenta del previsto in Italia’’ afferma il Fondo, parlando di crescita “modesta” per Germania, Francia e Italia. Le stime del Fmi sono più basse di quelle contenute nel Def, nelle quali si stima una crescita dell’1,2% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017.
Il Fmi taglia le stime di crescita globali – Il Pil mondiale crescerà quest’anno del 3,2%, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio. Nel 2017 la crescita accelererà al 3,5% (-0,1 punti percentuali). “La ripresa globale continua ma sempre più lenta e fragile”, afferma il Fondo, definendo la crescita “troppo lenta” ormai “per troppo tempo”. “Restano significativi rischi al ribasso”, fra i quali quello di scivolare in una “stagnazione secolare”.
Recessione e deflazione – Aumentano le chance di recessione e deflazione. Il Fmi sottolinea che ‘’con l’aumento dei rischi al ribasso per la crescita e la debolezza dei prezzi delle commodity, c’è un aumento dei rischi di deflazione nell’area euro, in Giappone e negli Stati Uniti. Le probabilità di deflazione in Eurolandia sono salite a quasi il 35% dal meno del 30% dell’aprile 2015 e meno del 25% dell’ottobre 2015. Per il Giappone le chance di deflazione sono vicine al 20% e per gli Stati Uniti al 10%. Le probabilità di recessione sono salite al 40% per il Giappone, sono vicine al 35% per Eurolandia e sotto il 25% per gli Stati Uniti.
Brexit – Un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea potrebbe creare ‘’seri danni a livello regionale e globale’’ secondo il Fmi.
Crisi rifugiati  – L’instabilità in Siria e la crisi dei rifugiati e un ‘’disastro umanitario’’ e mette alla prova ‘’la capacità dell’Unione Europea di preservare i confini aperti al suo interno, con l’incidenza del terrorismo che aumenta’’, afferma il capo economista del Fmi, Maurice Obstfeld.
Deficit Italia – Il deficit italiano salirà quest’anno al 2,7% dal 2,6% del 2015. Il Fmi stima un calo del deficit all’1,6% nel 2017. Nel Def il deficit è stimato al 2,3% nel 2016 e all’1,8% nel 2017. Il deficit strutturale sarà dell’1,8% nel 2016 e dello 0,8% nel 2017. “Le stime e le proiezioni dello staff del Fmi sono basate sui piani di bilancio inclusi nel budget del 2016’’ spiega il Fmi, precisando che ‘’le stime per il bilancio corretto per il ciclo includono le spese’’ per gli arretrati alla pubblicazione amministrazione nel 2013, ‘’che sono esclusi dal bilancio strutturale. Dopo il 2016, le stime dello staff del Fondo prevedono una convergenza verso un bilancio strutturale in linea con la fiscal rule, che implica misure correttive in alcuni anni, non identificate”. Secondo quanto emerge dalle tabelle del World Economic Outlook del Fmi il debito italiano è destinato a salire nel 2016 al 133,0% del Pil, dal 132,6% del 2015.
Aumento debito Italia 2016 al 133%, poi calo – Il debito calerà al 131,7% nel 2017, per attestarsi al 121,6% nel 2021. Il debito nel Def è stimato in calo al 132,4% nel 2016 per poi scendere ancora al 130,9% nel 2017.
11,4% disoccupazione Italia 2016, 10,9% nel 2017 – Il tasso di disoccupazione in Italia si mantiene a doppia cifra, ma nel 2016 cala rispetto all’anno precedente Secondo le stime del Fmi, la disoccupazione scenderà dall’11,9% del 2015 all’11,4% nel 2016 e al 10,9% nel 2017. Il tasso disoccupazione italiano è superiore alla media dell’area euro (10,3% nel 2016 e 9,9% nel 2017). Disoccupazione a due cifre anche in Francia, dove il tasso di attesta al 10,1% nel 2016 e al 10,0% nel 2017.
Crescita euro – Eurolandia e gli Stati Uniti crescono meno del previsto. Il Fmi rivede al ribasso le stime di crescita per l’area euro a +1,5% nel 2016 e +1,6% nel 2017, rispettivamente 0,2 e 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio. Il Pil americano crescerà quest’anno del 2,4% (-0,2 punti) e il prossimo del 2,5% (-0,1 punti). Complessivamente le economie avanzate cresceranno dell’1,9% nel 2016 e del 2,0% nel 2017, contro il 4,1% quest’anno e il 4,6% il prossimo delle economie emergenti.
Tassi su 50 punti in 2016 – Il Fmi prevede un aumento dei tassi negli Stati Uniti di 50 punti base nel 2016 e poi rialzi graduali. ‘’Dopo l’aumento di 25 punti base in dicembre, si è assistito a una stretta delle condizioni finanziarie più forte delle attese’’ afferma il Fmi, sottolineando che un’efficace strategia di comunicazione della politica monetaria resta ‘’essenziale soprattutto in un contesto di più elevata volatilità finanziaria’’. Un’efficace comunicazione è importante perché è strettamente legata ai flussi di capitale nelle economie emergenti.
Cina cresce più attese. Frenano Russia e Brasile – L’economia cinese cresce più delle attese. Il pil del Dragone salirà quest’anno del 6,5%, 0,2 punti percentuali in più rispetto alle stime di gennaio. Lo prevede il Fmi, stimando una crescita cinese del 6,2% nel 2017 (+0,2). Continua la sua corsa anche l’India, il cui pil resta confermato a +7,5% sia quest’anno sia il prossimo. La Russia e Brasile invece frenano. Il pil russo si contrarrà nel 2016 dell’1,8% (-0,8 punti), per tornare a crescere del +0,8% nel 2017 (-0,2). L’economia brasiliana si contrarrà quest’anno del 3,8% (-0,3 punti) e resterà’ ferma, come previsto in precedenza, nel 2017.

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