Si tratta di uno dei pochi meriti del referendum di domenica, visto che nella sostanza si tratta di un voto che non rivoluzionerà in maniera determinante quanto avverrà nei nostri mari, né sconvolgerà più di tanto la politica energetica dell’Italia. Le Regioni, del resto, hanno già ottenuto la loro vittoria in seguito alla scelta del governo di “adottare” gli altri quesiti referendari nelle modifiche all’ultima legge di stabilità.
Il quesito rimasto, come ribadito da più parti, è un voto sostanzialmente politico e non una sfida tra rinnovabili e fossili, visto che le prime restano prioritarie e trasversali a governi e programmi, mentre le seconde avanzano inesorabilmente.