Zootecnia siciliana al collasso. Società Aras verso la chiusura - QdS

Zootecnia siciliana al collasso. Società Aras verso la chiusura

Michele Giuliano

Zootecnia siciliana al collasso. Società Aras verso la chiusura

venerdì 22 Aprile 2016

Partecipata regionale in crisi: il governo dirotta i contributi pubblici per pagare i debiti pregressi. Sette anni di cattiva gestione della società hanno contribuito alla crisi del settore

PALERMO – Da anni in crisi a causa di gestioni precedenti quantomeno discutibili. Ancora oggi ne paga le conseguenze l’Aras, società a partecipazione pubblica della Regione che pian piano si sta spegnendo sotto i colpi di una crisi che ha fatto chiudere i rubinetti degli enti pubblici.
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e Confederdia siciliane hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti dell’associazione regionale allevatori della Sicilia. I lavoratori hanno sospeso ogni tipo di attività dal momento che non prendono stipendio da 8 mesi, retribuzione peraltro ridotta con i contratti di solidarietà. Questo nonostante un accordo di ottobre che, a fronte della fuoriuscita di 32 persone, stabiliva lo sblocco delle risorse per gli stipendi da parte dell’assessorato regionale Agricoltura di cui è assessore Antonello Cracolici e dirigente generale del dipartimento Rosaria Barresi. “Diciamo basta – scrivono in una nota i sindacati – all’utilizzo improprio dei contributi pubblici che, dai servizi e dalle retribuzioni, vengono dirottati al pagamento di contenziosi scaturiti dalla cattiva gestione dell’Aras conseguente a sette anni di commissariamento”.
Un commissariamento di cui chiedono la fine anche perché “non ha prodotto un piano organico di rilancio unito a un progetto di riorganizzazione dei servizi”. “Ai lavoratori – rilevano i segretari delle quattro sigle, Salvatore Tripi della Flai, Fabrizio Colonna della Fai, Nino Marino della Uila e Salvatore Cannella della Confederdia – non vengono neppure rimborsate le spese di trasferta”.
I sindacati chiedono all’assessore regionale all’Agricoltura anche “di risolvere il pasticcio dell’ultima finanziaria che vede i servizi dell’Aras vincolati a un bando pubblico” e all’Ars di “approvare una legge organica per il comparto zootecnico che garantisca qualità dei servizi agli allevatori e stabilità lavorativa ai dipendenti”. I lavoratori, inoltre, non si spiegano il perché la giunta regionale “trattenga illegittimamente” soldi appartenenti all’Aras col rischio che l’ente possa essere chiuso per mancato pagamento dei dipendenti: “Una stranezza, non viene escluso, che giungerà sul tavolo della Procura della Repubblica” dicono gli stessi sindacati. Una valanga di attestati di solidarietà per i lavoratori e di indignazione verso la burocrazia e la politica stanno giungendo da parte di sindaci dei Comuni siciliani e da parte di allevatori rimasti senza servizi. Mozioni da parte di alcuni consigli comunali stanno per essere deliberate in questi giorni al fine di rimettere in attività un ente indispensabile per la zootecnia isolana.
L’associazione regionale allevatori della Sicilia è stata costituita nel 1950 su iniziativa di alcuni Consorzi provinciali allevatori ed oggi opera per tutti gli allevatori interessati ai programmi di miglioramento zootecnico della propria azienda. A partire dagli anni ‘60 e fino ad oggi l’organismo, attraverso una serie di attività molte delle quali svolte su delega delle Comunità europea, dello Stato e della Regione, ha creato una rete di servizi tecnici, scientifici, di promozione dei prodotti attraverso lapporto degli organismi ad essa aderenti, quali i Consorzi provinciali allevatori, le organizzazioni di produttori, i Consorzi di tutela dei prodotti ed altri organismi operanti nel settore.
“Ben collegata con tutti gli enti pubblici e privati operanti in agricoltura e con le organizzazioni professionali – si legge nel sito internet dell’Aras – l’associazione svolge oggi un importante ruolo di crescita del mondo zootecnico che ha consentito alla Sicilia di inserire nel mercato le proprie produzioni di qualità che riescono a competere con le migliori espressioni nazionali”.

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