L'agricoltura siciliana che piace - QdS

L’agricoltura siciliana che piace

Michele Giuliano

L’agricoltura siciliana che piace

giovedì 28 Aprile 2016

Sette aziende su dieci hanno chiuso accordi commerciali al Vinitaly: segno di un settore che attrae

PALERMO – La qualità nel settore agroalimentare paga e porta i risultati. Per la Sicilia una conferma è arrivata dal recente successo al Vinitaly delle aziende vitivinicole che hanno partecipato: in 147 si sono presentate alla famosa vetrina internazionale di Verona e circa un centinaio di esse hanno certificato l’avvio di importanti contatti commerciali con imprenditori di tutto il mondo. Obiettivo quindi si può dire raggiunto ma che deve far riflettere sul fatto che la qualità in questo ambito paga sempre. Infatti le aziende che sono sbarcate al Vinitaly sono quelle più importanti e rappresentative della Sicilia e i numeri schiaccianti mettono in risalto che si cerca sempre l’eccellente vino e mai nulla di improvvisato, al di là dei costi da affrontare.
“Siamo convinti – commenta Lucio Monte, direttore generale dell’Istituto regionale vini e oli – che i vini di qualità ed i territori riconosciuti patrimonio Unesco possano essere un connubio forte per promuovere la nostra terra. A questo abbiamo puntato particolarmente a Verona. Una promozione che sia solo l’inizio di un percorso volto a concretizzare quanto si è iniziato".
In due anni la Doc Sicilia è cresciuta del 50 per cento, passando dalle 16mila bottiglie del 2013 alle 24 mila del 2015.
 
Complessivamente, per Dop e Igp sono state 217 mila le bottiglie prodotte nel 2015, +8 per cento rispetto al 2014. Nel 2013 la produzione era di 165 mila bottiglie. Un aspetto sul quale sono concordi tutti, assessorato regionale all’Agricoltura e associazioni di categoria. Realtà presenti durante la conferenza stampa organizzata dall’Irvo e che si è tenuta presso la sede in via Libertà a Palermo. Nel corso della conferenza stampa, alla quale ha partecipato l’assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici, è stato fatto il punto sull’esperienza Vinitaly fornendo anche i dati sulla situazione vinicola siciliana. Una situazione che fa intravedere un futuro positivo: basti pensare che la Doc Sicilia, a due anni dal suo riconoscimento, è cresciuta del 50%.
“La Regione Siciliana – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici – è stata senza dubbio tra i protagonisti della 50° edizione del Vinitaly. Un risultato che ha ridato orgoglio ai nostri produttori: adesso è arrivato il momento di mettere a sistema questo successo”. Tra i presenti Dino Agueci, presidente dell’associazione di produttori Pro.Vi.Di., che ha puntato l’accento su una maggiore interlocuzione dell’assessorato con le associazioni di categoria, mentre sul piano tecnico ad un riposizionamento e ad una valorizzazione ulteriore dei vitigni autoctoni: “Bisognerebbe far diventare il Nero d’Avola per la Sicilia – ha evidenziato – quello che è il Prosecco oggi per il Veneto”. Che la Sicilia di qualità sia poi un punto fermo ovunque, in Europa e nel mondo, lo conferma anche il fatto che un palermitano è diventato tra gli ambasciatori dei sapori siciliani in Svezia. Aldo Aimo, 34 anni, da due anni a Norrköping, ha creato un’azienda per l’import di prodotti alimentari siciliani e italiani di origine controllata: “Non è sufficiente limitarsi a parlare col produttore – ha detto – per promuovere la vendita di alimenti con caratteristiche di eccellenza. L’obiettivo è garantire al consumatore la massima qualità”.

C’è una pecca: la mancanza di aggregazione imprenditoriale

Intanto Vinitaly 2016 è stata per la Sicilia un’edizione intensa e ricca di eventi con tematiche che hanno puntato sulla qualità dei vini siciliani, sui territori di quest’Isola riconosciuti patrimonio Unesco, sull’eredità lasciata dai grandi del vino, come Giacomo Tachis, e sul nuovo che avanza con piattaforme digitali legate al settore. Al padiglione 2 Sicilia, sempre affollato e partecipato, si sono susseguiti incontri, dibattiti e degustazioni che hanno registrato grande partecipazione sia da parte degli addetti ai lavori e della stampa, sia di appassionati. In prima linea i vini siciliani ed i loro produttori, e poi esperti del settore, personalità istituzionali, ricercatori e ospiti, come Oscar Farinetti, fondatore della nota catena alimentare di eccellenza Eataly. Successo infine registrato anche al Sol&Agrifood con 34 aziende partecipanti, anch’esse soddisfatte dell’esperienza. Piero Miosi, dirigente dell’area marketing dell’assessorato Agricoltura, presente durante la conferenza, ha commentato: “Non vi è alcun dubbio che la Sicilia dell’olio non abbia niente da invidiare a regioni quali l’Umbria e la Toscana. In particolare, siamo imbattibili sul fronte qualità/prezzo. Ma il nostro punto debole è la mancanza di aggregazione”.

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