Messina - Torna l'incubo dell'emergenza idrica - QdS

Messina – Torna l’incubo dell’emergenza idrica

Lina Bruno

Messina – Torna l’incubo dell’emergenza idrica

giovedì 28 Aprile 2016

A sei mesi dalla prima crisi che ha colpito la provincia un nuovo cedimento è la causa di molti disagi. Niente risorse promesse dalla Regione. Gli interventi tampone non bastano

MESSINA – Altro cedimento e rottura della condotta, questa volta nel territorio di Sant’Alessio Siculo e altro incubo dell’acqua che non c’è che torna. E adesso non si può dire certo che si tratta di un imprevedibile evento naturale perché da molte settimane i vertici dell’Amam, sulla scia dei rilievi fatti a ottobre dai tecnici della protezione civile, ripetono che la condotta di Fiumefreddo rimane ad alta vulnerabilità per le caratteristiche del terreno su cui poggia.
Un allarme praticamente ignorato fino al nuovo cedimento di martedì e all’interruzione dell’erogazione idrica con i disagi purtroppo noti ai messinesi che hanno ancora vivo il ricordo di quanto hanno dovuto subire lo scorso autunno.
Dopo quasi sei mesi dall’emergenza idrica che ha messo in ginocchio la città, tutto si è fermato agli interventi tampone messi in campo sull’onda emotiva e mediatica, mentre nulla di strutturale è stato fatto.
 
Non sono stati ancora neppure sostituiti i tubi flessibili, utilizzati come soluzione temporanea, mentre quella definitiva, che prevede la realizzazione di una nuova condotta a monte della frana, può essere adottata solo dopo che saranno conclusi i lavori di messa in sicurezza del versante a rischio.
 
Sul percorso di circa 70 chilometri della condotta proveniente da Fiumefreddo, dopo i numerosi sopralluoghi effettuati, si sono trovate una quarantina di criticità, siti cioè soggetti a smottamento che andrebbero quindi messi al più presto in sicurezza, di questi nove necessitano di interventi immediati.
 
La parte della condotta che attraversa Sant’Alessio, dove si è aperta la falla, non era neppure annoverata tra le criticità, segno che la situazione, nei fatti, si continua a sottovalutare.
Il punto più problematico si troverebbe invece nel territorio di Forza d’Agrò che lo stesso presidente dell’Amam, Leonardo Termini definisce di “assoluta pericolosità”.
Andrebbero quindi fatti lavori urgenti di consolidamento per evitare che, alle prime piogge, si verifichino anche lì cedimenti importanti, analoghi a quelli di Calatabiano che a fine ottobre interruppero per quasi un mese il flusso idrico verso la città.
Quelle risorse, promesse allora in piena emergenza e con i riflettori dei media nazionali puntati sulla città, adesso sembrano essere sparite insieme alla certezza di chi debba intervenire. Non vi è infatti più traccia di quel milione 24 mila euro che l’Assessorato al territorio e ambiente doveva trasferire in contabilità speciale così come indicato dal capo della protezione civile regionale Calogero Foti. La risposta dell’assessore Croce in merito pare sia stata che la competenza per gli interventi di Forza d’Agrò è del Comune ionico e non della Regione. Una presa di posizione che ha stupito Leonardo Termini ma non solo visto che la messa in sicurezza di una condotta che trasporta 900 litri di acqua al secondo rappresenta un opera strategica per un territorio che va oltre i confini di un singolo comune.
 alogero Foti ha rassicurato che le risorse per gli interventi su Calatabiano saranno presto a disposizione anche se è stato necessario reperirli oltre i confini regionali e non è stato ancora presentato il progetto esecutivo, ma ha detto anche che il problema per Messina va oltre Calatabiano per le altre criticità lungo il percorso ma anche per la rete cittadina, vecchia di decenni che non risponde più alle connotazione e alle esigenze della città.
“Non si è definita ancora la ristrutturazione dell’intera rete, non sono state individuate le risorse e addirittura, in queste condizioni l’amministrazione comunale, -scrivono le rappresentanze sindacali- ha l’inconcepibile pretesa di prevedere utili in bilancio per questo servizio”. Il riferimento è al contratto di servizio approvato e al piano di sviluppo ipotizzato con il recupero dei crediti. Cgil Cisl e Uil chiedono l’ attivazione di un tavolo di confronto presso la presidenza della Regione Siciliana, per individuare risorse ed obiettivi, stabilendo un cronoprogramma degli interventi.

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