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Ddl stralcio: riprende oggi la discussione all’Ars

Raffaella Pessina

Ddl stralcio: riprende oggi la discussione all’Ars

martedì 03 Maggio 2016

Intanto, resta ancora aperta la vicenda legata alla Riforma ex Province. Complessivamente 26 gli articoli di cui si compone

PALERMO – Riprendono questo pomeriggio i lavori a Sala D’Ercole per approvare la minifinanziaria, la cui discussione è cominciata la scorsa settimana. Sono complessivamente 26 gli articoli dello stralcio della Finanziaria arrivata in Aula, tra cui spicca la norma sulla dotazione dell’organico degli enti, la norma sul trattamento economico dei dipendenti e dei dirigenti degli enti e delle società partecipate, quella sull’organizzazione dei servizi per il lavoro, l’integrazione scolastica dei soggetti con handicap gravi e i lavori in economia nel settore forestale. Sei gli articoli approvati con il via libera ai prepensionamenti del personale degli enti sottoposti a vigilanza della Regione.
La norma prevede che, nelle more dell’approvazione di una disciplina organica, tali enti provvedano alla ridefinizione della propria dotazione organica. Prepensionamenti che riguarderanno anche i dipendenti delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, assunti prima del 1995, purché non vi siano oneri aggiuntivi a carico del bilancio della Regione. Approvata anche la norma che consente ai testimoni di giustizia assunti dalla Regione di essere assegnati ad altre pubbliche amministrazioni che ne facciano richiesta.
Un emendamento del gruppo Lista Musumeci ha esteso per questi soggetti anche la facoltà di optare per il telelavoro. Con il parere favorevole del governo, passa anche la proposta di Forza Italia che blocca le assunzioni di nuovi testimoni di giustizia fino al 2018. Salvato il Cru, Consiglio regionale dell’urbanistica, accogliendo un emendamento del Movimento Cinquestelle.
L’articolo 2 della mini-finanziaria ne prevedeva, invece, la soppressione. Passata anche la norma sui prestiti, dal Fondo Pensione, in favore del personale regionale in quiescenza e in servizio. Il Fondo Pensione potrà essere utilizzato a tale scopo per somme non superiori al 90 per cento delle somme spettanti a titolo di indennità di buonuscita o del trattamento di fine rapporto. Prestiti potranno riguardare anche personale in servizio per spese legate agli studi universitari e post universitari per i figli. In tal caso, la misura massima è di 20mila euro per ciascun figlio, fermo restando il limite del 70 per cento dell’ammontare dell’indennità di buonuscita o del trattamento di fine rapporto maturato alla data di presentazione dell’istanza.
Stanziati, 900 mila euro per il 2016 per l’adesione della Regione al programma statale di cofinanziamento di sostegno a favore di piccole e medie imprese. Quindicimila euro sono stati impegnati per stipulare convenzioni per l’accesso online al registro delle imprese. Accantonati gli articoli relativi ai lavori in economia nel settore forestale, alle competenze dei dipartimenti del Lavoro e dei Beni culturali, e alle iniziative a sostegno delle start up. Il capogruppo all’Ars di Sicilia Democratica, Giambattista Coltraro interviene a difesa della decisione assunta dal Governatore Crocetta di ricorrere alla Consulta e non aderire alla Delrio per la riforma della Province. “Un adeguamento integrale alla legge Delrio è un’ulteriore violazione dei principi costituzionali che sono alla base dell’autonomia statutaria siciliana, il che non darebbe alcuna soluzione al problema”.
“Bisogna scindere – prosegue Coltraro – la problematica relativa al finanziamento statale dei liberi consorzi rispetto a quella dell’adeguamento della legge regionale sui liberi consorzi alla legge nazionale cosiddetta Delrio. La condizionalità dei finanziamenti statali all’approvazione di una legge regionale i cui contenuti vengono stabiliti interamente dal governo centrale è una cosa che non si è mai vista e concreta una palese violazione di ogni principio di diritti. Pertanto, si configura un conflitto tra Regione e Stato che dovrebbe essere risolto nelle sedi opportune: o politiche o giudiziarie”.

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