Un corteo per non dimenticare la "strage silenziosa" di Augusta - QdS

Un corteo per non dimenticare la “strage silenziosa” di Augusta

Luigi Solarino

Un corteo per non dimenticare la “strage silenziosa” di Augusta

martedì 03 Maggio 2016

Ad Augusta si è svolta una manifestazione in ricordo degli oltre 800 cittadini morti di cancro. Don Prisutto: “La nostra città dà tanto senza ricevere adeguato contraccambio”

AUGUSTA (SR) – Ad Augusta si è svolta la manifestazione “Insieme per la Vita” organizzata dall’arciprete Don Palmiro Prisutto per ricordare gli oltre 800 morti di cancro nella sola città megarese. Il corteo ha preso il via dal cimitero di Augusta, dove poco prima era stata deposta una corona di fiori per i morti per cancro, e si è concluso nella centrale piazza Duomo. Il corteo si è articolato in 16 tappe, in ognuna delle quali si è proceduto alla lettura di una parte del lungo elenco dei nomi dei morti e delle cause del loro decesso.
 
Al corteo hanno preso parte un migliaio di persone che hanno portato un fazzoletto bianco con scritto il nome di un parente o di un amico morto per tumore, prendendo ispirazione dalla iniziativa delle madri di Plaza de Mayo in Argentina che denunciarono il dramma dei desaparecidos. Altri portavano fazzoletti gialli con i nomi di coloro che attualmente stanno lottando contro questo terribile male. Successivamente i fazzoletti sono stati posti sulla superficie della piazza tanto da ricoprirla e sono stati accesi centinaia di lumini. Al termine della manifestazione è stata celebrata una messa di commemorazione dei defunti.
Don Prisutto, che a partire dal febbraio 2014 il 28 di ogni mese celebra una messa elencando i nomi dei morti per cancro, ha dichiarato: “Ad Augusta, è in atto una ‘strage silenziosa’ che ha fatto e continua a fare tante vittime. L’assassino silenzioso è il cancro provocato dall’inquinamento industriale che dura, pressoché impunito, da oltre sessanta anni. Una logica aberrante: il ricatto occupazionale e la monetizzazione del rischio, che da oltre mezzo secolo, unitamente all’inquinamento generale diffuso su tutto l’ecosistema costringe gli abitanti di Augusta e dintorni ad affermare che ‘è meglio morire di cancro che di fame’. La gente del triangolo industriale oggi muore di entrambe le cose: il cancro sta letteralmente annientando la popolazione, la disoccupazione e la crisi hanno raggiunto livelli insopportabili, ma le multinazionali del petrolio e lo stesso Stato continuano ad incassare cifre ingenti dal lavoro e dai prodotti che qui vengono realizzati. Sono stati promessi, ma mai attuati (o solo parzialmente), interventi di risanamento e bonifiche trattandosi di un sito SIN (Sito di interesse nazionale). Sono stati stanziati soldi che sono misteriosamente spariti. Non è mai sparito, però, l’inquinamento: l’aria è spesso irrespirabile; si trovano spesso rifiuti interrati, sul fondale marino della rada di Augusta, lo ha accertato il Ministero per l’Ambiente, giacciono 18 milioni di metri cubi di fanghi tossici. Per vari decenni Augusta è stata la capitale dei morti di cancro, dei bambini malformati, dei morti appena nati, degli aborti. Abbiamo più volte invitato le massime autorità dello stato, chiedendo di darci un segno, ma hanno taciuto e non hanno risposto”.
“Da diverso tempo – conclude Don Prisutto – ho chiesto la visita di un Presidente della Repubblica ad Augusta per rendere onore ad una città che allo Stato ha dato e dà ancora molto senza riceverne un adeguato contraccambio. Siamo qui oggi noi cittadini, come prima istituzione dello Stato, che vogliamo ricordare i nostri morti che hanno diritto ad essere riconosciuti e non valgono meno di quelli di Marcinelle, Marzabotto o del Vajont”.

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