Ex Fiat, 20 operai di nuovo a lavoro - QdS

Ex Fiat, 20 operai di nuovo a lavoro

redazione

Ex Fiat, 20 operai di nuovo a lavoro

martedì 03 Maggio 2016

Sotto il marchio Blutec i dipendenti hanno iniziato a lavorare su un software di progettazione di componenti per auto in 3D. Ieri cancelli riaperti dopo cinque anni. Il Presidente Crocetta: ”Ce l’abbiamo fatta grazie al governo Renzi”

TERMINI IMERESE – Sono arrivati alla spicciolata, uno dopo l’altro per rientrare nella fabbrica di Termini Imerese (Pa) che Fiat ha chiuso il 24 novembre 2011. Hanno varcato i cancelli dello stabilimento per la prima volta dopo una parentesi lunga 5 anni e quasi non ci credevano. Lo definiscono il primo giorno di lavoro dopo anni di ‘Purgatorio’.
Sono i primi 20 operai su 700 ex Fiat, che da ieri hanno ripreso a lavorare sotto il marchio di Blutec, la società del gruppo Metec Stola che intende tornare a produrre ibride ed elettriche nell’ex stabilimento del Lingotto. Non torneranno in catena di montaggio, ma disegneranno progetti in 3D. In mattinata, però, hanno dovuto espletare altre quattro ore di formazione, mentre nel pomeriggio hanno “finalmente”cominciato a utilizzare un software di progettazione per disegnare componenti per auto.
“È un’emozione fortissima – ha commentato Giuseppe Tarantino, 49 anni, 3 figli al suo primo giorno di lavoro sotto il marchio Blutec – Sono stati anni difficili ma ho voluto continuare a credere. Finisce una fase poco piacevole: chi ti toglie il lavoro toglie la dignità. Sono sfumati tanti progetti da Rossignolo a Dr Motor a Grifa. è un primo passo, affronterò questa avventura con decoro e con la consapevolezza che oltre a Blutec tocca a noi”.
In piazzale primo Maggio c’era anche un gruppo di ex metalmeccanici della Fiat; loro però, almeno per il momento, resteranno fuori dai cancelli dello stabilimento. Fino a marzo hanno vissuto con il sussidio di disoccupazione, la cig è scaduta e aspettano il rinnovo da parte del ministero del Lavoro fino a fine anno. Con gli operai c’è anche il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato: “Siamo qui per vivere questa emozione senza trionfalismi – ha dichiarato – con la consapevolezza di chi sa che questo territorio è disperato. Dopo 5 anni vedere 20 lavoratori entrare in fabbrica è un risultato. Riaccende la speranza”. “Adesso ci aspettiamo lo sblocco di 20 milioni di euro dalla Regione per il progetto sulla componentistica di Blutec, – ha aggiunto – che oggi con l’ingresso dei primi 20 operai parte, e la proroga della cig per i lavoratori ex Fiat che non entrano in fabbrica e per quelli dell’indotto”.
A Termini Imerese la parola d’ordine è speranza, il futuro per gli operai e l’intera cittadina adesso si chiama Blutec.
“Termini Imerese riparte. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo. È invece ce l’abbiamo fatta, grazie al grande impegno messo in campo con il governo Renzi. Una battaglia vinta con il sindaco di Termini e con i lavoratori. Volevo essere lì stamattina, ma ci andrò sicuramente nei prossimi giorni”. Ha detto la sua anche il presidente siciliano Rosario Crocetta, intervenuto a commentare il nuovo “corso” dell’area industriale di Termini Imerese a margine di un convegno all’Ismett. “Ci sono gli investimenti della Regione, dei privati – ha proseguito – Ci sono segnali di speranza, fondi europei che si spendono, il nuovo patto per lo sviluppo da 12 miliardi di euro”.
Soddisfazione anche per il sottosegretraio all’Istruzione Davide Farone, che ha commentato la vicenda attraverso l’account Facebook: “Il lavoro torna a Termini Imerese. Oggi, dopo la celebrazione del primo maggio, la fabbrica ex Fiat riapre i cancelli per i primi 20 progettisti e si produrranno auto ecologiche”.
“Da quel 24 novembre 2011, giorno della chiusura – prosegue il post – sono passati quasi 5 anni. Cinque anni in cui abbiamo vissuto l’incubo del licenziamento dei 1.200 operai. La crisi per il territorio termitano, della provincia di Palermo e di una parte importante della Sicilia”.
“Nel Ferragosto 2014 accompagnai io stesso il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Termini dove incontrammo gli amministratori del territorio, il sindaco Salvatore Burrafato e i cittadini. – ha ricordato – Da lì è iniziato un lavoro silenzioso ma costante per restituire alla città di Termini un futuro. E non è un caso che proprio nel giorno in cui il premier è stato in visita in Sicilia per firmare i Patti per la città di Palermo e di Catania, garantendo alla nostra Isola fondi per lo sviluppo, a Termini ritorni la speranza”.
“Il contratto di sviluppo, di riconversione e riqualificazione del Polo industriale di Termini Imerese, – ha sottolineato – l’accordo tra Blutec ed Invitalia, dal valore di 95 milioni di euro, prevede l’utilizzo entro il 2016 di 250 lavoratori ed il riassorbimento totale nel 2018. I lavoratori saranno tutelati dalla cassa integrazione, che ha una durata massima di 4 anni”. “Adesso siamo a lavoro per assicurare la piena occupazione, con gli 800 operai al lavoro, inclusi anche i 300 addetti dell’indotto, – ha concluso – e avviare così il secondo e più ambizioso progetto di Blutec per Termini, cioè la produzione di due modelli di auto ibride. Gela, con la vertenza Eni, Termini, Ansaldo Breda a Carini, Almaviva, i Patti per Palermo e Catania – ha concluso Faraone – sono il segno dell’attenzione che il governo nazionale ha per la nostra Isola”.
 

 
Il primo cittadino Salvatore Burrafato: “Bene Blutec, ma ora pensiamo al futuro”
 
“È un inizio, ma bisogna interrogarsi e ricercare nuove opportunità, su un futuro complementare e aggiuntivo rispetto a Blutec. A Termini Imerese prevale una clima bipolare. Da un lato ci si augura che sia la volta buona per ripartire, dall’altro c’è chi pensa ed preoccupato di trovarsi di fronte a una realtà complessa che possa rivelarsi come un iniziativa spot. Molto dipende dalle istituzioni regionali e nazionali e da Blutec”. Così il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato, riferendosi alla riapertura dell’ex fabbrica della Fiat e il rientro al lavoro dei primi 20 dipendenti di Blutec. A chi gli ha chiesto se non è una beffa che nel portafoglio clienti Blutec abbia proprio la Fiat Chrysler automobiles Burrafato ha risposto: “Sembra paradossale, ma forse è proprio il punto di forza dell’operazione”. Parlando della crisi Fiat e delle ripercussioni sulle casse comunali che dal 2009 hanno dimezzato le entrate derivanti dai tributi locali ha detto: “Continuiamo a rischiare il tracollo; le casse del Comune hanno visto dimezzati gli introiti, fino ad oggi non abbiamo chiesto al governo aiuto per tenere i conti in ordine né sconti sul Patto di Stabilità. Se lo stabilimento riparte puo’ ripartire in qualche maniera l’economia del territorio, e anche i conti del Comune potrebbero ritornare a essere un po’ meglio”.
 


Equipe di psicologi per ex lavoratori
 
TERMINI IMERESE – Per tre mesi l’anno scorso hanno svolto un’attività di mappatura delle competenze, indagato passioni e hobby, svolto attività di formazione con l’obiettivo di reinserirli, pian piano, in fabbrica. Ma forse per i 700 ex operai della Fiat di Termini Imerese da cinque anni sospesi tra cassa integrazione e precarietà, economica ed esistenziale, l’equipe di psicologi del lavoro che li ha seguiti, è stata molti di più.
I professionisti della società Piazza del Lavoro Torino, che si occupa di riqualificazione del personale per realtà industriali, per conto di Blutec stanno curando le attività di formazione per reimpiegare gli ex metalmeccanici del Lingotto. I 20 psicologi hanno rappresentato una faro nel buio per gli operai, sono stati i testimoni del dramma sociale di un interno comprensorio e del senso di inutilità sperimentato da chi, rimasto senza un lavoro, s’è sentito privato della propria dignità. Ha vissuto un incubo in un pezzo di Sicilia dove per 40 anni Fiat è stata una certezza, il miracolo industriale.
A volere questo genere di professionisti per le attività di formazione e supporto è stata proprio Blutec. “C’è stato chi è entrato in depressione, chi si è ammalato, chi ha visto disintegrare le proprie famiglie” dice la psicologa Marta Carta che fa parte dell’equipe di professionisti di Piazza Italia Torino. “Da giugno a settembre del 2015, ci siamo occupati di mappare le competenze degli operai. Ci siamo occupati di rilevare le loro competenze tecnico specifiche, indagato hobby e passioni. “Stiamo lavorando da quest’estate per consentire questa operazione di reinserimento lavorativo – aggiunge il collega Dario Ruvolo -. Sviluppando attitudini e hobby, i lavoratori hanno una spinta motivazionale maggiore e trasformarle in competenze”.

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