Personale carente e sezioni insufficienti - QdS

Personale carente e sezioni insufficienti

Grazia Ippolito

Personale carente e sezioni insufficienti

sabato 21 Novembre 2009

Forum con Vincenzo Zingales, presidente Tar sezione di Catania

CATANIA – Quali sono le principali novità che hanno caratterizzato, negli ultimi due anni, le attività del Tar?
“Negli ultimi anni il Governo nazionale ha maturato un approccio diverso nei confronti dei problemi legati alla Giustizia. Giustizia e legalità sono i presupposti dello sviluppo economico: per questo in sede nazionale è sempre attuale il dibattito su come accorciare la durata dei processi e riformare l’intero sistema. Per quanto riguarda, nello specifico, la realtà di Catania, i problemi principali sono gli stessi con cui ci confrontiamo da diversi anni a questa parte. Innanzitutto, la carenza di magistrati e di personale. In secondo luogo, l’insufficienza e l’inadeguatezza logistica delle nostre sezioni”.
Com’è strutturata la vostra pianta organica?
“Presso il Tar di Catania operano attualmente 20 magistrati (compreso il presidente): 5 unità per ognuna delle quattro sezioni. Tale numero è nettamente inferiore rispetto a quello dei magistrati operanti presso il Tribunale ordinario, e decisamente esiguo rispetto alla mole di lavoro esistente. In linea teorica, è prevista l’attivazione di una quinta sezione, in cui dovrebbero operare altri 5 magistrati, in modo tale da raggiungere il numero complessivo di 25 magistrati”.
Pensa dunque che, nel prossimo futuro, verranno inseriti altri magistrati in organico?
“Almeno per il prossimo futuro, lo escludo poiché il bilancio non lo prevede. I concorsi pubblici, in questo settore, sono bloccati da anni. Attualmente le varie situazioni di emergenza, o di particolare carenza, vengono fronteggiate spostando gli stessi magistrati da un Tribunale all’altro".
Le risorse umane che si occupano dell’attività amministrativa, invece, sono sufficienti?
“No. Le unità che svolgono attività amministrativa sono soltanto 31. In una situazione ottimale, dovremmo disporre di 3 unità di personale amministrativo per ciascun magistrato. Invece, a Catania, attualmente, ogni magistrato può contare su una media inferiore alle due unità. In base a una valutazione della mole di lavoro delle nostre sezioni, avevo chiesto di poter disporre di almeno 54 unità. Purtroppo la mia richiesta non è stata ancora assecondata. Nonostante il nostro personale amministrativo operi in maniera efficace e volenterosa, la carenza numerica condiziona fortemente il lavoro del nostro Tribunale, rallentando e indebolendo il buon funzionamento dell’intero apparato”.
Quanti ricorsi sono gestiti attualmente? Tale numero rientra nella media delle altre provincie italiane?
“Attualmente gestiamo poco meno di 70 mila ricorsi. Si tratta di un numero elevatissimo e sproporzionato rispetto alle risorse umane di cui disponiamo. La stessa sproporzione si riscontra in molte altre provincie italiane. Ci sono tuttavia delle oasi felici: alcuni Tar della Valle D’Aosta e del Trentino Alto Adige gestiscono un numero modesto di ricorsi, e dispongono di un numero di magistrati più che sufficiente rispetto alla mole di lavoro complessiva”.
Quali sono invece i problemi di carattere logistico?
“Le quattro sezioni di cui disponiamo sono insufficienti: spesso riscontriamo delle difficoltà nel gestire e programmare le udienze, a causa del rischio di sovrapposizione delle stesse. Spero tuttavia che, nel prossimo futuro, sia attivata una quinta sezione, in modo tale da attenuare le difficoltà logistiche che rendono difficoltosa la realizzazione del calendario delle udienze.
Un altro grave problema riguarda la mancanza di sicurezza delle nostre strutture. L’elevata quantità di ricorsi pendenti ha causato un sovraccarico di fascicoli nel solaio, che rischia di crollare. Abbiamo effettuato tutti gli accertamenti necessari e segnalato il problema in sede nazionale declinando, allo stesso tempo, la nostra responsabilità circa la mancanza di sicurezza: da oltre 5 anni attendiamo dei provvedimenti. Ben tre possibilità di risolvere il problema con l’acquisizione di una nuova struttura, negli anni passati, sono state sprecate: attualmente abbiamo trovato un altro edificio disponibile, di circa 8 mila metri quadri. Ne abbiamo segnalato la disponibilità. Spero che sia la volta buona.
 

 
Informatizzazione non ottimale per l’attività giudiziaria in assenza di firma digitale e fascicolo elettronico
 
Le vostre attività sono informatizzate?
“Utilizziamo un sistema chiamato N.s.i.g.a. (nuovo sistema informatico di giustizia amministrativa) che, purtroppo, non funziona in maniera efficace. Il sistema deve gestire una molteplicità di funzioni che corrispondono alla molteplicità degli atti processuali e non è in grado di farlo in maniera ottimale”.
Utilizzate il fascicolo elettronico?
“Non utilizziamo il fascicolo elettronico perché manca la firma digitale. Quest’ultima è di difficile attuazione per il problema dell’attendibilità e dell’autenticità della firma stessa. Una normativa del 2001 prevede l’introduzione del processo telematico, del fascicolo elettronico e della firma digitale, mancano tuttavia i decreti di attuazione che indichino le specifiche tecniche. Il nostro organo di autogoverno ha dunque deciso di comportarsi di conseguenza, predisponendo delle proprie regole di attuazione del fascicolo elettronico. Stiamo dunque lavorando per favorirne l’utilizzo: il fascicolo elettronico, tuttavia, sarà complementare (e non sostitutivo) della documentazione cartacea che comunque sarà mantenuta. Il principale ostacolo, come già detto, è legato alla mancanza della firma digitale”.
Utilizzate la Pec (posta elettronica certificata)?
“Sì, utilizziamo la Pec nella maggior parte delle nostre comunicazioni. La reale svolta, in termini di velocità e snellimento delle operazioni burocratiche, sarà però data dall’introduzione del processo telematico con totale abolizione del cartaceo”.

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