Luigi Romano: "Un banca operativa su tutto il territorio" - QdS

Luigi Romano: “Un banca operativa su tutto il territorio”

Paola Giordano

Luigi Romano: “Un banca operativa su tutto il territorio”

venerdì 06 Maggio 2016

Forum con Luigi Romano, Responsabile Rete Sicilia del Banco Popolare Siciliano

Da quale esperienza proviene?
“Al Banco sono arrivato nel novembre del 2007, epoca in cui ho lasciato Unicredit, che è la mia banca di origine, dove ho svolto tutte le mansioni previste nel percorso di carriera: il mio ultimo incarico in Unicredit è stato quello di capo-mercato di Siracusa. Dopo di che sono stato chiamato in Banco Popolare a collaborare in Sicilia: prima di arrivare all’attuale incarico ho avuto la responsabilità delle aree di Palermo, di Catania – e in quell’occasione ho conosciuto per la prima volta l’area della Sicilia Sud-Est; e l’opportunità di andare a Roma per un triennio”.
Il vostro target di riferimento sono sempre famiglie e piccole imprese o è cambiato qualcosa rispetto al 2014?
“No, a rappresentare il nostro target tipico, che incarna la nostra natura di banca popolare, sono principalmente le famiglie, le medie e piccole imprese e i piccoli operatori economici. Non disdegniamo affatto imprese di target più elevato però statisticamente rappresentano una numerosità sicuramente inferiore”.
Qual è lo scenario siciliano nel quale si muove Banco Popolare? 
“Per quel che riguarda le imprese partiamo dal presupposto che i settori di più largo traino dell’economia siciliana siano l’agricoltura, il turismo e il manifatturiero. In questi casi troviamo piccole realtà che negli ultimi anni stanno crescendo dimensionalmente e tecnologicamente in tutti i settori: dal chimico all’elettronica, alla stessa agricoltura. Sono proprio queste piccole aziende di nuova e alta tecnologia, ben specializzate, che stanno dando – se togliamo il settore oil che rappresenta il pezzo grosso del settore esportazione – un impulso maggiore all’esportazione. Noi ci rivolgiamo proprio a questi settori, con prodotti specifici come i classici prodotti tradizionali di appoggio a breve, a medio e a lungo termine ma anche con una serie di prodotti tecnologicamente avanzati. Ormai l’azienda per gestire i propri flussi cerca piattaforme evolute che consentano loro di strutturare in maniera efficiente la propria attività. Noi offriamo strutture di finanziamento dedicate alle caratteristiche delle aziende: teniamo conto della loro stagionalità, della possibilità di utilizzare in maniera flessibile determinati tipi di finanziamenti, delle loro caratteristiche oltre che di settore anche di dimensione. Tutto un insieme di peculiarità che ovviamente richiede diverse tipologie di finanziamento. Andiamo dai mutui flessibili che permettono alle imprese di gestire a medio e lungo termine ogni anno il residuo con scadenze e rate diverse, a prodotti sul breve termine per far fronte a quelle che sono le occorrenze del corrente”.
Un’impresa che è cliente di un’altra banca e vorrebbe avvicinarsi a Banco Popolare perché dovrebbe farlo? Quale quid in più offrite?
“Da nostre indagini commissionate a società esterne, emerge che oggi al primo posto, oltre al prezzo che ovviamente ha il suo appeal, c’è la capacità di relazione, caratteristica che per nostra natura è l’aspetto fondamentale che ci porta ad avvicinare, acquisire e fidelizzare il cliente. Di questo aspetto abbiamo fatto sempre il nostro punto di forza. In queste indagini ben il 35-40% dei clienti intervistati ci continua a preferire come banca di riferimento proprio per la nostra capacità di relazione. Tutto il resto, come la vicinanza dello sportello e altri aspetti logistici, in percentuale resta a una cifra sotto il 10%”.
Questo criterio vale anche per le famiglie?
“Assolutamente sì”.
Ci sono delle iniziative che state lanciando o che volete lanciare?
“Sì, abbiamo ad esempio l’iniziativa del mutuo flessibile, un’iniziativa sul breve termine che dà la possibilità in aggiunta a quelle che sono le linee di credito già esistenti di incrementare le esigenze di natura corrente del 125% le linee di credito a breve termine. Per il servizio estero abbiamo sviluppato YouWorld, una piattaforma web dedicata dove il cliente può trovare tutte quelle informazioni utili, riorganizzate in maniera fruibile, per l’utente che è già un operatore estero e per quello che si approccia a relazionarsi con l’estero. A questa si affianca una piattaforma dispositiva dedicata proprio alle imprese. Ne abbiamo poi una dedicata ai privati, che si chiama Youbanking".
 
Quanti sportelli avete adesso in Sicilia?
“83 sportelli. Come banca popolare siamo la prima in Sicilia, come numero di sportelli tra le prime quattro. Abbiamo un posizionamento capillare e soprattutto concentrato sui più grossi capoluoghi di provincia: Messina, Catania e Palermo. Abbiamo una buona presenza anche sul siracusano, sul ragusano e a Caltanissetta”.
Sul fronte dei dati, raccolta e impieghi? Due anni fa la raccolta era 3 miliardi, due di diretta e uno di indiretta.
“Abbiamo mantenuto all’incirca la stessa cifra: 2,7 miliardi di raccolta mentre come impieghi a quella data avevamo 1,9 miliardi e adesso siamo sempre su quella cifra”.
 
Qual è il numero di dipendenti in Sicilia? Siete in grado di coprire bene tutto il territorio?
“Sì, siamo 683 in questo momento. Questo numero proviene da una razionalizzazione delle risorse: i dati di due anni fa sono leggermente diversi. Il Banco Popolare siciliano è un marchio del 2012 ma che riviene dalla fusione di tante piccole banche popolari, anche mono-sportello. La fusione aveva creato delle sovrapposizioni che col tempo abbiamo dovuto in qualche maniera razionalizzare. L’assetto diverso nasce qualitativamente da una migliore allocazione e da una migliore razionalizzazione della situazione ante-fusione”.
Il bilancio come si è chiuso?
“Il bilancio si è chiuso con un utile di 430 milioni a livello di gruppo. Il 2015 ha segnato per noi una svolta: ci ha rilanciati sulla scena del mercato bancario nazionale e resi più forti in vista delle prossime sfide”.
 
Secondo l’Osservatorio immobiliare c’è stata una ripresa del mercato immobiliare. Dal suo punto di vista tale ripresa si è vista nei confronti dei mutui che le famiglie possono avere stipulato per acquistare degli immobili?
“Rispetto al 2015, nel primo trimestre 2016 abbiamo registrato il 30%. Questo dato è però condizionato dal fenomeno delle surroghe: le nuove erogazioni in parte dipendono infatti da spostamento di finanziamenti da un istituto a un altro. Oggi esistono dei mutui dedicati all’acquisto ma c’è anche un tipo di mutuo che si chiama mutuo-surroga che dà la possibilità di trasferire materialmente il debito contratto presso un’altra banca a condizioni diverse. Questa tipologia di mutuo incide per il 7-8%, un dato sicuramente importante. La ripresa c’è stata ed è nata – questo è un mio parere personale – da un incremento di fiducia, se parliamo della Sicilia, su quello che è il sistema. Da un punto di vista squisitamente sociale credo che non è che ci sia più disponibilità in termini di spesa rispetto agli anni precedenti: è vero che qualche segnale di ripresa si è notato – le previsioni del 2016 ci fanno sperare in un miglioramento, ma è anche vero che l’alto tasso di disoccupazione – nonostante un lieve incremento dell’occupazione – incide negativamente su quella che è la capacità di spesa e la capacità di impegnarsi. Segnali di ripresa dunque sì, pur timidi, ma che ci lasciano ben sperare”.

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