Iacp ingestibili, urge una riforma - QdS

Iacp ingestibili, urge una riforma

Massimo Mobilia

Iacp ingestibili, urge una riforma

sabato 21 Novembre 2009

La salute dell’edilizia sociale e pubblica siciliana versa in cattive condizioni con livelli di occupazione abusiva e morosità preoccupanti. A Caltanissetta la morosità degli affitti si attesta al 64%, a Messina al 35%. Catania e Palermo al 30%

PALERMO – Da alcune rilevazioni effettuate sembra che la salute dell’edilizia sociale e pubblica siciliana versi davvero in cattive condizioni.
La preoccupazione maggiore riguarda gli IACP (Istituti Autonomi Case Popolari) dove i livelli di occupazione abusiva degli alloggi e di morosità a lungo termine degli affitti, continuano ad essere una piaga difficilmente sanabile. Ciò ha concorso a rendere negli anni, la situazione finanziaria dei vari Istituti provinciali, gravemente compromessa, al punto che la Regione è dovuta intervenire azzerando tutti i consigli di amministrazione, ad eccezione di quello di Ragusa, e nominando dei commissari ad acta. 
Nei casi meno gravi, di Istituti che hanno intrapreso una gestione virtuosa attraverso un risanamento economico ed edilizio, le cifre si mantengono ancora troppo alte. Una realtà provinciale, ad esempio, che si è distinta per aver recuperato importanti risorse economiche è quella di Caltanissetta, il cui IACP ha chiuso lo scorso anno con un avanzo amministrativo di circa 930 mila euro, grazie ad un incremento nelle entrate del 26 %. Sul fronte della morosità degli affitti, però, si mantengono percentuali ancora alte, con circa il 64 % degli alloggi, di cui però il 34% ha già concordato con l’Istituto un piano di rientro delle somme dovute. L’occupazione abusiva si ferma, invece, al 24% circa, con la maggior parte dei casi in fase di regolarizzazione e solo il 7% non più sanabile.
A Messina, invece, dove si stanno costruendo nuovi alloggi popolari, per liberare la città dall’insostenibile presenza delle baraccopoli, la morosità degli affitti resta altrettanto alta e si attesta intorno al 35%, per una somma di circa 20 milioni di euro.
Sul fronte dell’occupazione abusiva, invece, Messina registra dati al di sotto della media regionale, con un modesto 8,5% circa, di cui il 6,5% in condizione di sanatoria e solo un centinaio di casi non regolarizzabili. Mentre in città continua l’opera di risanamento con la realizzazione di circa 120 alloggi in corso d’opera e altri 200 ancora da appaltare, in attesa che la Regione espleti i finanziamenti attraverso l’Urega.
Su scala regionale, se ai dati di Messina si aggiungono quelli delle due province più grandi di Palermo e Catania, ormai da anni decisamente più gravi, si raggiunge una media di circa il 30% sia per la morosità che per l’abusivismo. Un dato allarmante se si pensa che una regione come il Veneto ha dei livelli di morosità degli affitti pari al 4% e un tasso di abusivismo minimo, vicino allo zero.
Un virtuosismo, questo, che deriva principalmente dal fatto che in Veneto la Regione ha riformato i vecchi IACP nella nuova realtà aziendale degli ATER (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale), permettendo così un’accurata gestione economica senza sperpero di denaro pubblico.
Visto lo stato in cui versano i nostri Istituti che sono arrivati al limite della gestibilità, la Sicilia necessita quindi urgentemente di una riforma completa dell’edilizia pubblica, che però è ancora ferma sul tavolo della giunta regionale, o quantomeno che l’Assessorato ai Lavori Pubblici eserciti appieno su di essi il potere di vigilanza che la legge gli assegna. 
 


Trasparenza. In regola solo gli Iacp di Palermo e Agrigento
 
PALERMO – Che la gestione economica e amministrativa degli IACP siciliani risulti ormai troppo spesso un problema, è assodato, ma ultimamente c’è un altro aspetto negativo che li caratterizza. Ai sensi dell’art. 21 della Legge n. 69/2009, infatti, le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di rendere trasparenti i dati relativi alle retribuzioni dei dirigenti e quelli indicanti i tassi di assenza e di presenza del personale, ma a questo dovere, i nostri IACP non si sono ancora adeguati.
Unica eccezione viene dagli Istituti di Palermo e di Agrigento, che hanno pubblicato sui loro rispettivi siti internet i dati richiesti dalla legge. Si scopre così che il direttore generale dell’ente palermitano, Salvatore Giangrande, guadagna 93.533 euro lordi annui, mentre va meglio al collega di Agrigento, Ulisse Sajeva, che riceve 119.273 euro. Gli altri dirigenti agrigentini guadagnano 65 mila euro lordi annui, quelli palermitani invece 84 mila. Per tutti poi è prevista anche un’eventuale indennità di risultato, che però non viene comunicata. Per quanto riguarda invece i tassi di assenza, nel mese di ottobre, ad Agrigento è mancato complessivamente circa il 15% del personale amministrativo, mentre a Palermo la percentuale si avvicina in media al 18%.
Quando si adegueranno alla trasparenza gli altri IACP provinciali?

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