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Palermo – Caos per le multe notificate dai privati

Gaspare Ingargiola

Palermo – Caos per le multe notificate dai privati

giovedì 12 Maggio 2016

In ballo ci sono 36 mila avvisi bonari di pagamento inviati, per un totale di 28 milioni di euro. Coinvolto il Consorzio Olimpo, che ha evidenziato la legittimità delle notifiche

PALERMO – Le multe notificate da un messo privato si possono annullare? La raccomandata può essere inviata solo da Poste Italiane o anche da un altro operatore? Un’interrogazione del consigliere comunale Nadia Spallitta e un servizio della giornalista Stefania Petyx per “Striscia la Notizia” sollevano nuovamente a Palermo il caso delle contravvenzioni notificate dal Consorzio Olimpo. Perplessità sulle quali l’Avvocatura Comunale si pronuncia fin dal 2015, segnalando all’Amministrazione le divergenze di orientamento tra le sentenze della giustizia ordinaria, ovvero la Cassazione e i giudici di pace, da un lato, e quelle della giustizia amministrativa, ossia il Tar e il Consiglio di Stato, dall’altro.
In ballo ci sono i 36mila avvisi bonari di pagamento inviati nelle scorse settimane dal Comune per un totale di 28 milioni di euro. Una bella fetta del totale annuo di 700mila sanzioni comminate dalla Polizia Municipale. Si va da importi minimi di appena 12 euro a importi massimi di ben 10mila euro. Gli avvisi “fanno riferimento a sanzioni emesse negli anni 2013, 2014 e in parte nel 2015 – spiegano da piazza Pretoria – la cui notifica è avvenuta ai sensi dell’articolo 140 del Codice di procedura civile, in assenza cioè del destinatario e previo deposito presso la Casa Comunale.
 
L’avviso bonario, qualora il cittadino accetti il pagamento, permette di evitare l’iscrizione a ruolo, quindi la trasmissione a Riscossione Sicilia o Equitalia, che comporterebbe per i cittadini un sostanziale aggravio di costi: il 10% semestrale di maggiorazione oltre interessi e spese”. La legge prevede infatti che il messo notificatore indicato dal sindaco cerchi per due volte a casa il cittadino multato e, nel caso in cui non lo trovi, prima gli lasci un avviso chiedendogli di ritirare il verbale e poi una raccomandata con ricevuta di ritorno. Se falliscono anche questi tentativi il Comune trasmette tutto a Riscossione Sicilia (o a Equitalia nel resto della Penisola) che trasforma la contravvenzione in una cartella esattoriale.
Per la notifica dei verbali della Polizia Municipale nel 2011 il Comune ha scelto la partecipata Sispi, che a sua volta l’anno successivo ha affidato il compito al Consorzio Stabile Olimpo con un bando da 1,1 milioni di euro. E qui sta il vulnus. Spinti dalle proteste di alcuni cittadini che sostengono di non aver mai ricevuto alcuna comunicazione dal consorzio, i consiglieri Spallitta e Filippo Occhipinti e alcune associazioni di consumatori hanno sollevato il caso all’Amministrazione, forti delle sentenze della giustizia ordinaria che sostengono che i privati non possano notificare le multe e che il Comune dovrebbe rivolgersi a Poste Italiane.
In particolare i giudici di pace del capoluogo siciliano annullano sistematicamente i verbali notificati dal Consorzio Olimpo ogni volta che un cittadino presenta ricorso. Tanto che l’Avvocatura comunale ha raccomandato all’amministrazione di non resistere in giudizio ai ricorsi dei cittadini, perché tanto il giudice di pace dà sempre torto a Palazzo delle Aquile.
La giustizia amministrativa a tutti i livelli, dal Tar Sicilia al Cga, dal Tar Lazio al Consiglio di Stato, al contrario, sostiene che il messo indicato dal sindaco, anche se privato, sia un notificatore a tutti gli effetti e che non ci si debba rivolgere per forza alle Poste Italiane. Un vero guazzabuglio normativo che ha scatenato il caos su questi 36mila verbali e che rischia di infliggere un’altra batosta alle casse di piazza Pretoria dopo la bocciatura della Ztl.
In un lungo comunicato ufficiale, però, il Consorzio ha difeso il proprio operato, sottolineando che le sue notifiche sono legittime, che le multe sono valide e che il bando ha permesso al Comune di risparmiare milioni di euro: “L’affidamento del servizio di notifica in questione – ha scritto il presidente Guido Careri – non è avvenuto a seguito di un ‘subappalto’, come da taluno è stato insinuato, ma è avvenuto a seguito di una gara pubblica indetta da Sispi, società totalmente controllata dal Comune, con bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana in data 8 giugno 2012, alla quale hanno partecipato altri competitori e che è stata aggiudicata al Consorzio al prezzo unitario di 2,13 euro a notifica a mezzo messo, comprensivo delle comunicazioni connesse alla notificazione di atti amministrativi. Eventuali ulteriori costi non sono riferibili al Consorzio”.
“L’unica questione- ha sottolineato – sulla quale in alcune sentenze il Giudice di Pace di Palermo ha ritenuto, ad avviso di questo Consorzio in modo del tutto erroneo, che la notifica sarebbe carente , riguarda le ipotesi in cui, successivamente al tentativo di notifica da parte del messo ed alla irreperibilità del destinatario, con conseguente deposito del verbale da notificare presso la Casa Comunale, venga data notizia al destinatario di tale deposito con posta raccomandata recapitata a cura dello stesso Consorzio e non da parte di Poste Italiane”.
 


Sulla questione è intervenuto con una nota Guido Careri, presidente del Consorzio Stabile Olimpo
 
PALERMO – Nei passi successivi della nota del Consorzio Stabile Olimpo il presidente Guido Careri è sceso nel dettaglio delle sentenze del Giudice di Pace che, secondo i legali della società, “sono palesemente errate perché si basano sul richiamo di alcune sentenze della Cassazione che, seppure pubblicate anche di recente, sono relative a vicende anteriori alle modifiche che al testo del decreto legislativo 261 del 1999 sono state introdotte dall’articolo 1 comma 4 del decreto legislativo numero 58 del 31 marzo 2011, a decorrere dal 30 aprile 2011, con l’eliminazione dalla riserva a Poste Italiane delle raccomandate connesse alla notifica dei verbali per violazioni del Codice della Strada effettuate dai messi, restando riservate a Poste Italiane soltanto le comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari”
Anzi, “nel 2017, quando il processo di liberalizzazione dei recapiti sarà completato, non ci sarà, comunque, più alcuna riserva per Poste Italiane, neanche per gli atti giudiziari e le relative comunicazioni”. Si tratta di un decreto che ha liberalizzato i servizi postali recependo una direttiva europea del 2008. “Non a caso – ha continuato Careri -, a seguito di tale modifica normativa tutte le più grandi città d’Italia, considerati i grandi risparmi derivanti da tale forma di notifica rispetto a quella effettuata da Poste Italiane, svolgono gare esattamente con le stesse modalità seguite dal Comune di Palermo con la gara aggiudicata al Consorzio”.
Secondo il presidente, “per capire l’entità di tali risparmi basta ricordare che il Comune di Palermo, nel 2008, aveva affidato, direttamente e senza gara, a Poste Italiane il servizio di notifica a mezzo posta dei verbali in questione, per 16 milioni di euro in 3 anni. Tale affidamento, impugnato dal Consorzio, è stato dichiarato illegittimo dal Consiglio di Giustizia Amministrativa. Il servizio svolto dal Consorzio, dall’agosto 2013 al marzo 2016, cioè due anni e otto mesi, è costato poco più di 1 milione di euro, ed esattamente 1.066.980,90 euro”.

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