118, la Regione si accorge che la propria società costa troppo - QdS

118, la Regione si accorge che la propria società costa troppo

Adriano Agatino Zuccaro

118, la Regione si accorge che la propria società costa troppo

martedì 17 Maggio 2016

L’assessore regionale Gucciardi chiede alla presidenza della Seus di rivedere il bilancio del servizio. Sindacati preoccupati sull’eventuale privatizzazione della Scpa

PALERMO – “L’assessore regionale per la Salute della Regione siciliana, Baldo Gucciardi, nell’incontro con le OO.SS. relativamente alla mancata sottoscrizione del contratto di servizio tra la Seus e l’assessorato regionale della Salute per l’anno 2016, ha scongiurato ogni ipotesi di privatizzazione del servizio di 118 e di destrutturazione della societaria sulla base della sostenibilità tout court dei costi del servizio”. Il comunicato stampa dell’assessorato della salute è arrivato giovedì pomeriggio al termine di un incontro con i sindacati Fp, Cgil, Cisl, Uil, Fpl e Fials. “L’On. Gucciardi – conclude il comunicato – si è impegnato sul mantenimento dell’egida pubblica del 118 e sul rinnovo del contratto di servizio Seus in tempi rapidissimi”.
Le dichiarazioni dell’assessore pongono la parola fine sulle voci, diffuse nei giorni scorsi, in merito all’affidamento ai privati di alcuni servizi in mano alla Seus. L’assessorato alla Salute aveva inviato alla presidenza della Seus una richiesta di chiarimenti in ordine alla sostenibilità dei costi, ma tale richiesta era stata formulata alla Seus “così come alle altre società partecipate della Regione” si era affrettato a comunicare il deputato regionale Salvatore Giuffrida di Sicilia democratica. Attualmente i costi dei servizi affidati a Seus si aggirano sui cento milioni annui e la verifica richiesta dall’assessorato è atta a verificare se è possibile allinearli ai valori di mercato.
I sindacati sono favorevoli alla gestione pubblica del servizio, ma chiedono anche il potenziamento delle postazioni del 118 e del parco mezzi, riqualificazione dei dipendenti, tutele contrattuali.
La Seus è una Scpa, società consortile per azioni a capitale interamente pubblico. Nello statuto aziendale si legge che la società è costituita “tra la Regione siciliana, socio pubblico di maggioranza, e le aziende del servizio sanitario regionale la cui denominazione sociale è Sicilia emergenza-urgenza sanitaria società consortile per azioni”. All’articolo 6 dello statuto si legge che la società nell’attuazione e per il raggiungimento dei compiti istituzionali assegnati, può porre in essere tutti gli atti, anche negoziali, per ciò strettamente necessari e “sulla base di procedure standardizzate approvate dal consiglio di sorveglianza” dovrà a regime “garantire economicità, trasparenza, imparzialità e pubblicità”.
Non sempre, però, la società è riuscita a garantire quanto scritto nello statuto: la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti a marzo 2015, con sentenza nr. 244/2015, accogliendo l’impostazione della domanda risarcitoria della Procura regionale, ha condannato il direttore generale, i componenti del Consiglio di Gestione e del Consiglio di Sorveglianza della Seus al risarcimento del danno erariale di oltre 350mila euro (vedi QdS del 17 marzo 2015). É stato contestato il danno erariale per promozioni disposte senza procedura concorsuale e in violazione del divieto legale di assunzione previsto dalla normativa regionale per il contenimento della spesa pubblica nelle società regionali.
A ciò si aggiunga  che da più parti si sono sollevate dichiarazioni di (per nulla velato) malcontento sul servizio stesso; Bernardette Grasso, deputato regionale di Forza Italia all’Ars, ad ottobre 2015 aveva parlato di servizio di trasporto in emergenza urgenza 118 effettuato dalla Seus Scpa “ormai al collasso” e aveva chiesto “l’adozione di misure urgenti atte a garantire una riqualificazione e la rifunzionalizzazione territoriale della rete dell’emergenza”.
“Non conosco nessuna azienda al mondo – dichiara Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all’Ars – con una spesa di cento milioni di euro l’anno e 3.500 dipendenti che navighi a vista per anni, nell’incertezza e nella precarietà. Vale la pena ricordare che il 118 è parte integrante del servizio sanitario regionale, strategico e di enorme delicatezza: con tutte le sue antiche pecche, è uno dei migliori d’Italia. Si proceda dunque senza ulteriori indugi alla definitiva strutturazione dell’azienda, senza mettere ulteriori pezze”.
Tra malcontenti e procedure non sempre “economiche, trasparenti ed imparziali” si attende ancora la nomina del direttore generale del Seus 118.

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