Quando i cervelli "fuggono" verso il Sud - QdS

Quando i cervelli “fuggono” verso il Sud

redazione

Quando i cervelli “fuggono” verso il Sud

mercoledì 18 Maggio 2016

Questo è possibile grazie al bando #Brains2South. Undici ricercatori provenienti da 8 università estere e 3 del Nord realizzeranno i loro studi in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. La Fondazione con il Sud sostiene 11 progetti di ricerca con quasi 3,5 milioni di euro

PALERMO – Dal Sud al Nord: è spesso un percorso obbligato, a senso unico, quello dei giovani cervelli attratti dalle migliori opportunità offerte dalle regioni e dai Paesi più efficienti. Ma grazie a “Brains2South”, almeno per questa volta, quella strada verrà battuta in senso opposto, da giovani ricercatori italiani e stranieri che si recheranno in quattro regioni meridionali (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria) per mettere in pratica i loro studi scientifici.
In questa quarta edizione del bando, la Fondazione con il Sud ha selezionato 11 nuovi progetti di ricerca applicata proposti da altrettanti giovani ricercatori, provenienti da 8 università estere e 3 italiane, che riceveranno un finanziamento privato a fondo perduto di circa 3,36 milioni di euro (una media di 306 mila euro a iniziativa) per studi altamente qualificati e di livello internazionale da realizzarsi nei dipartimenti universitari e nei centri di ricerca di Napoli, Salerno, Lecce, Cosenza, Catanzaro, Trapani, Catania.
Diversi gli ambiti di riferimento:nanotecnologie, ingegneria, ambiente, agroalimentare, geologia e soprattutto medicina. I ricercatori fino ad oggi hanno condotto la propria attività all’estero o in Italia, al di fuori delle regioni meridionali. L’obiettivo del bando “Brains2South” è stato, infatti, “attrarre” giovani eccellenze nei centri di ricerca e nei dipartimenti universitari del Sud, nell’ottica di rafforzare i legami con il resto del mondo scientifico e come opportunità per sviluppare e potenziare carriere indipendenti.
Questa edizione del Bando ha introdotto un’importante novità: le proposte sono state presentate direttamente dai ricercatori, con esperienza nei settori scientifico e tecnologico, che hanno indicato le host institution del Sud presso cui svilupparla. Il ricercatore avrà il ruolo di “referente scientifico” e condurrà il progetto di ricerca sotto la propria responsabilità, senza il controllo di un supervisore. L’ente ospitante godrà dell’opportunità di potenziare e migliorare la qualità della ricerca interna, grazie alle nuove competenze ed esperienze provenienti dalle diverse aree del mondo. Oltre ai costi del ricercatore, il finanziamento della Fondazione coprirà anche quelli legati alla sua proposta di ricerca (come ad esempio, la strumentazione necessaria, le risorse umane di supporto, i materiali di consumo, ecc…).
Come rilevato dal National Bureau of Economic Research  sono solo il 3% i ricercatori stranieri nel nostro Paese. Di contro, ben il 16% dei ricercatori italiani decide di proseguire la propria attività all’estero.
Secondo un recente studio realizzato dal Censis per Confcooperative, inoltre, nel 2013 ben 26.000 laureati di età media pari a 34 anni hanno lasciato le regioni del Sud trasferendosi in quelle settentrionali e altri 5.000 hanno lasciato il Mezzogiorno per andare all’estero. In un solo anno, dunque, 31.000 laureati hanno deciso di spendere altrove il patrimonio di competenze acquisito studiando nel proprio territorio di origine. Considerando che la spesa per studente sostenuta dallo Stato italiano per tutto il percorso formativo (dalla scuola primaria fino alla laurea) è pari a 108.000 euro (stima Ocse), il mancato ritorno dell’investimento realizzato dal nostro Paese, con riferimento ai 5.000 laureati meridionali che nel 2013 hanno lasciato l’Italia, è pari a 540 milioni di euro in un anno. Con riferimento ai 26.000 laureati meridionali che oggi vivono nel Centro-Nord, l’impatto economico può essere valutato in poco più di 2,8 miliardi di euro. In totale, si tratta di 3,3 miliardi di euro: una riduzione di opportunità per quei territori che hanno contribuito a formare un capitale potenzialmente strategico per il futuro.
“Siamo molto soddisfatti per l’elevata qualità delle proposte pervenute – ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud – perché diamo un’opportunità ai talenti e alle università del Sud”.
“Il rammarico però – ha aggiunto Borgomeo – è che su oltre 100 proposte pervenute ne sono state valutate positivamente 34, ma ne abbiamo potuto finanziare solo 11, privando di questa opportunità altri 23 giovani ricercatori, constatando ancora una volta che esiste una grande domanda e un enorme potenziale di cui le politiche di sviluppo dovrebbero tener conto”.
Attraverso le tre precedenti edizioni del Bando (2007, 2009, 2011), la Fondazione con il Sud ha sostenuto 20 progetti per la valorizzazione del capitale umano di eccellenza, per un’erogazione complessiva di oltre 7,8 milioni di euro.
 

 
I tre progetti di ricerca che verranno sviluppati nell’Isola

Canale di Sicilia, salvare l’ecosistema marino
 
Chi: Dott.ssa Valentina Lauria
Dove: Cnr Mazara del Vallo
Finanziamento: 190.000 €

Valentina Lauria, 37 enne fino ad oggi impegnata al “Marine building” della Plymouth University (UK), condurrà la ricerca presso l’Istituto per l’ambiente marino costiero del Cnr di Mazara del Vallo. Il principale risultato atteso prevede la definizione di un piano di gestione sostenibile delle risorse marine nel Canale di Sicilia. Il progetto intende lavorare su due obiettivi specifici: da un lato individuare i principali ‘demersali’ (specie ittiche) per fornire indicatori per piani di conservazione, dall’altro analizzare l’habitat delle specie per identificare un modello sostenibile di sfruttamento del mare in funzione delle condizioni ambientali e del sovraccarico di pesca.

 
Tumori, distruggere cellule più aggressive
 
Chi: Dott. Vincenzo Giambra
Dove: Università di Catania
Finanziamento: 290.000 €

Il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Unict ospiterà il progetto di Vincenzo Giambra, 38 anni, già ricercatore presso la British Columbia Cancer Agency di Vancouver in Canada. Il progetto intende chiarire i meccanismi d’azione di alcuni processi fondamentali per la progressione delle cellule maligne nella leucemia linfoblastica acuta. I risultati dell’intervento forniranno delle nuove conoscenze per la comprensione delle cellule staminali tumorali che sono alla base della crescita di diversi tipi di tumori. Questa ricerca darà le basi per la realizzazione di farmaci più efficaci ad eliminare le cellule cancerose più aggressive e resistenti ai trattamenti terapeutici attuali.

 
Parkinson, terapie cliniche innovative
 
Chi: Dott. Nunzio Iraci
Dove: Università di Catania
Finanziamento: 250.000 €

Nunzio Iraci, 37 enne fino ad oggi impegnato al Department of clinical neurosciences dell’Università di Cambridge, condurrà la sua ricerca sul Parkinson presso il Dipartimento di Scienze Biomediche della Scuola di Medicina (Biometec) dell’Università di Catania. Il Parkinson è una delle malattie neurodegenerative con il costo più alto di assistenza sanitaria e per la quale non esiste una cura ma solo terapie palliative per i pazienti. Il progetto di ricerca potrebbe consentire, sul lungo periodo, la progettazione di terapie cliniche ad alto impatto innovativo per il trattamento di questa e di altre malattie neurologiche.

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