Enzo Bianco: "11 obiettivi per Catania" - QdS

Enzo Bianco: “11 obiettivi per Catania”

Desiree Miranda

Enzo Bianco: “11 obiettivi per Catania”

sabato 21 Maggio 2016

Forum con il sindaco del capoluogo etneo e della Città metropolitana: si vuole rilanciare la Milano del Sud. Progredisce il risanamento finanziario e si punta su sviluppo e opere pubbliche

Priorità al risanamento finanziario dell’Ente e massima attenzione contro la corruzione

Catania ha molte difficoltà economiche come sta procedendo con il risanamento finanziario?
“Il 31 dicembre del 1999, quando chiusi l’ultimo bilancio da sindaco della mia precedente esperienza, pochi giorni dopo aver assunto la responsabilità di ministro dell’Interno, il Comune di Catania aveva un avanzo di 3 milioni e 800 mila euro e un fondo cassa di 38 milioni di euro. Il 15 giugno 2013, giorno in cui sono tornato al Comune di Catania, il saldo di cassa era negativo con un’anticipazione di tesoreria di 123 milioni di euro e l’ultimo consuntivo al 31 dicembre 2012 aveva una perdita di 139 milioni di euro. Abbiamo inoltre dovuto far fronte a un vero e proprio crollo dei trasferimenti sia statali che regionali: nel 1999 quelli della Regione erano 67 milioni, nel 2013 28 milioni, oggi sono 23 milioni, mentre quelli dello Stato sono passati dai 129 milioni del 1999, agli 87 milioni del 2013 fino ad arrivare ai 66 di oggi.
La mancanza di queste risorse avrebbe dovuto essere compensata dalla maggiore capacità erariale da parte dei Comuni, ma tutto ciò è relativo, soprattutto in una realtà meno ricca di quella del Nord del Paese e in cui i cosiddetti fondi di perequazione sono stati praticamente cancellati.
Grazie ad alcune norme che io stesso ho fatto inserire nel Decreto legge 35/2013 (convertito in Legge 64/2013, ndr), con l’aiuto della Cassa depositi e prestiti abbiamo pagato 182 milioni di euro di debiti, di cui 62 milioni fuori bilancio, a un totale di 450 aziende, la stragrande maggioranza delle quali catanesi. Certo, una condizione di risanamento pesa soprattutto sull’ordinaria amministrazione. So perfettamente che in città, dopo il disastro degli anni passati, c’è un grande bisogno di manutenzione delle strade, del verde, degli impianti, ma non abbiamo le risorse sufficienti per provvedere come io vorrei, anche se anche in questo campo molto è stato già fatto. Paradossalmente, troviamo risorse ingenti per investimenti strutturali ma non abbiamo risorse adeguate per la parte corrente, tanto che ho pensato di proporre una normativa che aiuti i Comuni in tali condizioni e separi la responsabilità dei debiti accumulati con quello che riguarda gli investimenti e il futuro. Un po’ quello che si fa con le aziende separando bad e good company.
Va aggiunto che continuano a spuntare debiti fuori bilancio. Basti pensare che solo nel 2016 sono finora circa 20 milioni. I sacrifici da parte di tutti sono necessari, dei cittadini ma anche della macchina amministrativa. Per dare un’idea, il  Comune di Catania spende per il personale il 33% del totale complessivo della spesa. Siamo tra i Comuni più virtuosi d’Italia. Non solo, andiamo avanti con soli 16 dirigenti, alcuni dei quali malati o fuori servizio da tempo: abbiamo un piccolo esercito con pochi generali. Ci sono dirigenti che guidano anche 3-4 settori importanti. Abbiamo però finalmente avuto l’autorizzazione ad assumere alcuni dirigenti a tempo determinato. Circa 300 sono state le risposte al bando e 12 sono i posti disponibili. Li stiamo selezionando e nel giro di qualche settimana dovremmo riuscire ad avere almeno un dirigente per direzione e magari qualcuno per delle aree ad hoc”.
Che sensazione c’è all’interno del Comune in tema di corruzione?
“Ci sono settori delicati cui abbiamo prestato particolare attenzione, dai rifiuti, al cimitero, alle sanatorie edilizie, anche con la trasmissione di atti all’Autorità giudiziaria e con indagini svolte che ci hanno dato ragione. Portiamo avanti un’azione attenta, facendo sentire il nostro fiato sul collo grazie anche alla collaborazione con i cittadini, ai quali chiedo di continuare sempre a denunciare chi non rispetta le regole. Abbiamo anche varato una normativa in piena linea con le norme anti-corruzione e c’è una struttura ad hoc, nella Direzione generale, che si occupa di questo.
Sulle grandi tematiche che riguardano la città, inoltre, ci stiamo muovendo secondo una logica preventiva. Per esempio, per uno dei più grandi appalti per la città dei prossimi anni, quello dei rifiuti e della raccolta differenziata porta a porta in tutta la città, ho chiesto collaborazione preventiva all’Anac e sono felice che ci sia stata accordata”.
Catania è appena diventata Città Metropolitana. Quali i risvolti?
“Intanto una soddisfazione profonda, perché l’idea di essere stato il primo sindaco eletto a Catania direttamente dai cittadini e il primo sindaco della Città metropolitana mi riempie di gioia. C’è una ragione in particolare: sono stato uno degli artefici, se non il più convinto sostenitore dell’idea stessa di Città metropolitana. Nel 1994 io invitai a Catania i sindaci delle grandi città, tra cui Antonio Bassolino, Massimo Cacciari, Valentino Castellani, Francesco Rutelli. Vennero tutti e venne anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e fondammo il club dei sindaci delle Città metropolitane. Poi, da presidente dell’Anci e da ministro dell’Interno lavorai per inserire nella Costituzione, nella riforma del Titolo V, l’espressione dell’articolo 114 che riconosce le Città metropolitane come Enti rappresentativi e governativi locali. La mia personale soddisfazione credo sia legittima. Ma voglio sottolineare soprattutto che la nascita di questa nuova realtà risponde alle esigenze di governance delle nostre città. Solo nella nostra zona etnea abbiamo 25-26 comuni senza ancora una visione unitaria, ma con un collegamento territoriale evidente. La conseguenza diretta è che si spreca moltissimo e si danno meno servizi ai cittadini. Pensiamo al Trasporto pubblico locale: il servizio in condizione ottimale dovrebbe operare in tutta la conurbazione e invece diverse ditte lavorano separatamente”.
 


Promozione del turismo priorità per l’Amministrazione: dall’apertura del porto al progetto per il Museo egizio
 
Catania ha bisogno di molte opere, quali ancora sono previste?
“L’apertura del porto alla città è stata di fatto simbolica, ma c’è un progetto approvato e concordato in Conferenza dei servizi poco prima che Cosimo Indaco lasciasse il ruolo di commissario, che prevede la liberazione e quindi l’apertura alla città di tutta la parte relativa al porto vecchio. La barriera doganale riguarderà solo la parte in cui si svolgeranno le operazioni di tipo doganale, il resto sarà per la città che riconquisterà il suo rapporto con il mare. Verrà abbattuta anche la palazzina rosa, uno dei due mostri degli anni Novanta, e gli inquilini saranno trasferiti vicino l’aeroporto. A proposito di rapporto con il mare, nel Patto per Catania ho inserito anche il completamento del viale Alcide de Gasperi. Potremo chiudere al traffico il Lungomare e renderlo sempre pedonale. L’esperienza del Lungomare liberato, una domenica al mese, è tra le iniziative più apprezzate dai catanesi.
L’alta velocità è l’altro grande cambiamento. Quando mi sono insediato le Ferrovie dello Stato volevano realizzarla sugli archi della Marina, prevedendo l’abbattimento di decine di immobili nel tratto Pescheria-Castello Ursino. Sfiorava addirittura le terme dell’Indirizzo. Questo progetto è definitivamente tramontato e in Conferenza dei servizi è passato un progetto più costoso ma che prevede l’attraversamento sotterraneo sotto il livello del mare.
Un’altra questione riguarda la messa in sicurezza sismica e idrogeologica: abbiamo previsto una serie di interventi che prevedono il completamento del Canale di gronda, il collegamento tra quello esistente e i Comuni vicini, miglioramenti nella zona industriale della città e la messa in sicurezza, con progetti tutti finanziati, di molti edifici scolastici.
Altra novità importante riguarda gli orti urbani. Ci sono circa 45 ettari oggi incolti e a volte preda di incendi che saranno trasformati e insieme formeranno uno dei più grandi orti urbani d’Europa. Si tratta di buona parte di terreni di Librino, che affideremo a condomini, parrocchie, scuole per piantare frutta e verdura e trasformare in un bell’apparire verde il quartiere. Questo prevede anche la crescita di un senso civico nella città.
Da menzionare, poi, la raccolta dei rifiuti porta a porta. Partendo soltanto da pochi quartieri i risultati ovviamente non possono essere eccezionali, ma presto avremo la gara d’appalto per poter estendere il servizio a tutta la città. Per quanto riguarda gli impianti di produzione di energia tramite Rsu, la legge di Stabilità nazionale prevede che in Sicilia ci siano almeno due impianti. Spero che la Città metropolitana possa avere dalla Regione la delega a portare avanti direttamente tali progetti per evitare in tal modo inutili lungaggini burocratiche”.
Quali iniziative sono in programma per ciò che riguarda la crescita del turismo culturale?
“Stiamo lavorando su nuovi Musei e sul completamento della rete museale della città. Il primo piano del convento dei Crociferi è a buon punto e stiamo lavorando per ospitare lì una sede staccata del Museo Egizio di Torino, il cui direttore è già venuto a Catania per vedere i locali; il ministro Franceschini ha apprezzato questa operazione. Adesso stiamo predisponendo il progetto e il tipo di convenzione per ospitare i reperti. La ratio è semplicissima: ho copiato quello che hanno fatto al Louvre, che ha aperto una sezione distaccata a Lens, nel Nord della Francia.
Passi avanti comunque li abbiamo già fatti con il Castello Ursino, che è aperto regolarmente anche a ora di pranzo: ospitiamo mostre e partendo da circa 20 mila visitatori paganti quando mi sono insediato, oggi abbiamo superato la soglia dei 100 mila. Nel giro di due anni abbiamo quintuplicato le visite e Catania oggi è piena di turisti. Certo, dobbiamo fare ancora passi avanti giganteschi”.
 

 
Corso Martiri della Libertà, vicenda vicina a una svolta

Qual è la situazione di corso dei Martiri? Sono mesi che tutto è bloccato. Si fa o no?
“Ormai ci siamo. Il 30 maggio si insedia la Conferenza dei servizi, strumento consentito pienamente dalle leggi e che permette di evitare che i documenti si perdano negli uffici. Si tratta di un’opera storica per la città e che è tra gli 11 grandi progetti a cui ho dato impulso e che delineano una trasformazione urbana radicale della città di Catania. Lo stiamo sbloccando, siamo a buon punto. La prima decisione che abbiamo preso è un Protocollo di legalità con la Prefettura e anche per questo progetto abbiamo chiesto la preventiva collaborazione all’Anac. Per esempio, in merito alle opere di urbanizzazione si è stabilito che esse possa farle il privato, ma con gli strumenti della gara a evidenza pubblica, quindi rispettando le regole della trasparenza.
La Conferenza, presieduta dal segretario generale del Comune, è composta da tutti i responsabili degli uffici interessati dell’Ente ed esterni. Si è già tenuta la prima riunione informale e adesso i privati devono presentare alcune richieste di chiarimenti su taluni aspetti, come nel caso degli immobili per uso commerciale, per cui devono specificare se saranno di piccola, media o grande pezzatura, perché cambia la normativa di riferimento.
La situazione avrebbe potuto sbloccarsi già sei mesi fa se non ci fosse stata la triste vicenda della Tecnis, che è una delle proprietarie dell’area. Finalmente è stato deciso che possiamo andare avanti e lo faremo con la gestione commissariale”.
 

 
Trasporto pubblico locale e questione Amt

Che succede all’Amt? Non arrivano i crediti?
“Sì. C’è una situazione drammatica, perché l’azienda aspetta crediti dal 2014. Stiamo facendo una transazione con la Regione accettando il 50% pur di essere pagati, ma non ce li danno perché devono fare un adeguamento alla legge di Stabilità. Il contributo dello Stato non arriva direttamente ai Comuni, ma i soldi arrivano alla Regione e si bloccano. C’è una particolare attenzione al trasporto privato e un occhio di penalizzazione al trasporto pubblico, soprattutto nelle aree metropolitane, quelle che paradossalmente hanno maggiore bisogno di un servizio efficiente. C’è però anche un’altra ragione: è stato cambiato il Contratto collettivo nazionale che prevedeva delle forme di vantaggio e l’azienda l’ha applicato rigidamente, determinando una reazione da parte delle organizzazioni sindacali e del personale. Mi scuso con i cittadini catanesi per il disservizio che c’è stato. Abbiamo acquistato degli autobus usati, ma certamente in condizioni di gran lunga migliori di quelli che abbiamo in esercizio, a un prezzo molto vantaggioso. Nel Pon Metro, per cui sono previsti 14 milioni di euro, e nel Patto per Catania abbiamo inserito anche l’acquisto di autobus ecologici a metano. Comunque, nel giro di qualche settimana il servizio migliorerà e dopo qualche mese, con l’arrivo dei nuovi autobus e con un piano complessivo che prevede la trasformazione dell’Amt in una azienda metropolitana, cambierà molto. Chiederò ai Comuni di aderire e diventare soci e chiederò finanziamenti adeguati alla Regione, che non solo non paga in base ai chilometri che percorrono i mezzi, ma ha decurtato anche i finanziamenti ex post”.
 

 
Banda ultralarga, metropolitana, aeroporto punti fermi per rilanciare l’economia locale

Quali sono i grandi asset per Catania?
“Il primo riguarda la banda ultra larga. Come sapete, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Enel hanno deciso di investire nelle prime cinque città italiane con il progetto di banda ultra larga e Catania è l’unica non capoluogo di regione. Altre realtà siciliane come Palermo verranno subito dopo, ma hanno considerato che Catania, con il suo dinamismo, è una delle realtà che merita attenzione. I lavori, che sono consistenti anche dal punto di vista delle somme impiegate, cominceranno in luglio e saranno consegnati entro 16 mesi. Lavoreranno circa 700 persone per 570 chilometri sottotraccia e 220 aeree. Il segnale viaggerà cioè anche sui pali della luce e arriverà a casa di ciascuno attraverso i contatori. Nel giro di 16 mesi Catania, insieme alle altre quattro individuate, sarà tra le città meglio infrastrutturate d’Italia dal punto di vista telematico e informatico. Questo significa migliori servizi per i cittadini, ma anche sviluppo economico perché quando un’impresa deve scegliere dove investire è chiaro che la banda ultralarga rappresenta un incentivo.
Il secondo grande progetto di cambiamento è la rete fognaria. Catania scarica l’80% dei suoi liquami in mare o a perdere. Fanno lo stesso anche Aci Catena, Aci Castello, San Gregorio, San Giovanni La Punta, Tremestieri, Gravina di Catana, Sant’Agata Li Battiati, legati con Catania in una cintura di circa 450 mila abitanti. Tutti questi Comuni avranno una rete fognaria collegata con il depuratore di Catania e finalmente faremo fronte all’infrazione comunitaria eliminando ogni scarico in mare e a perdere. L’acqua depurata, inoltre, sarà utilizzata a scopo irriguo nella Piana di Catania, quindi non si perderà nulla. Abbiamo il finanziamento di 213 milioni di euro e due progetti, uno quasi esecutivo affidato a Sidra e l’altro di altri 180 milioni di euro per completare la rete in tutti i suoi aspetti. La prima parte di interventi, già finanziati, partiranno entro la fine del 2016: Catania nel giro di qualche anno avrà un sensibile miglioramento sia sotto l’aspetto ambientale che turistico. Noi abbiamo la potenzialità del mare e non scaricare lì significa acque più pulite che attraggono più turisti. E questo significa lavoro.
Il trasporto pubblico metropolitano rappresenta l’altro grande cambiamento. I lavori per la metropolitana, nonostante le difficoltà anche qui legate alla questione di Tecnis, proseguono nonostante un po’ di rallentamenti. Il commissario dell’azienda mi ha detto che la tratta fino a piazza Stesicoro sarà pronta entro quest’anno e quando la linea arriverà fino al centro, diventerà una vera e propria metropolitana, migliorando la mobilità complessiva. Nel giro di qualche anno saranno completate, perché già finanziate e i lavori sono già iniziati, le tratte da Nesima sino a Fontana e Monte Po, cioè alle porte di Misterbianco. Stanno per iniziare, inoltre, i lavori nella tratta Stesicoro, San Domenico, Vittorio Emanuele, piazza Palestro, quindi per la parte Ovest, Sud-Ovest della città. Il collegamento con l’aeroporto, per il quale abbiamo già il progetto, l’abbiamo inserito nelle richieste di finanziamento perché manca ancora il tassello da piazza Palestro a Librino e da Librino all’aeroporto. Entro l’anno, inoltre, partirà l’utilizzazione come metropolitana della linea sulla costa ionica delle Ferrovie dello Stato. Da Taormina a Giarre, da Acireale a Catania, soprattutto in quest’ultima tratta che è ormai di un’unica conurbazione, avremo i treni utilizzabili come metropolitana, cioè con frequenti partenze su doppio binario e stazioni intermedie come Cannizzaro, Ognina, Piazza Europa. Le reti di Ferrovie dello Stato e Circumetnea trasformeranno Catania nella città con il più alto numero di metri di metropolitana per abitante di tutto il Sud Italia.
Altro aspetto importante riguarda la seconda pista dell’aeroporto, ma è preliminare l’interramento della linea ferroviaria. Grazie al ministro Delrio siamo già in fase di redazione del progetto esecutivo a cui partecipano la società che gestisce l’aeroporto e il ministero delle Infrastrutture. Un’opera essenziale per lo sviluppo della città, perché con la pista che abbiamo, che è un collo di bottiglia, già oggi cominciano a esserci difficoltà. L’aeroporto potrebbe crescere ulteriormente pur essendo già il più importante del Sud Italia, ma non può fare atterrare i grandi aerei a pieno carico”.
 


Passi avanti nella lotta all’evasione

Evasione e incasso dei tributi. Qual è la situazione?
“Non è ancora adeguata, anche se stiamo facendo qualche passo avanti. C’è un Nucleo del Comune per svolgere questo incarico, ma io sono dell’idea che bisogna affidarsi a una società che ci aiuti a fare la riscossione e che abbia il suo aggio sulla base di quello che ci aiuta a incassare. Noi oggi incassiamo poco più del 50% con la gestione diretta. Ho fatto la delibera in Giunta, finalmente ha tutti  pareri ed è approdata in Consiglio Comunale. Certo, ci sono state delle resistenze perché una parte della retribuzione aggiuntiva attualmente va agli stessi dipendenti”.
C’è un servizio specifico contro l’abusivismo? Il Corpo dei vigili urbani è davvero esiguo?
“Sono 398 con un’età media di 57 anni, cui vanno aggiunti 40 operatori di polizia stradale provenienti da altre direzioni. Nelle precedente amministrazione ne avevo più del doppio (nel 1993 erano ben 835) con 16 anni di meno. Anche qui quindi la situazione è difficile e credo che l’unico modo per migliorare sia quello di utilizzare le tecnologie e di alleggerire il patrimonio immobiliare del Comune. Abbiamo oltre duemila unità immobiliari e considerando che siamo un pessimo amministratore di condominio, incapace di recuperare la pigione, vorrei privatizzare questo patrimonio cedendo la proprietà a chi già ci abita a un prezzo di vantaggio. La banca anticiperebbe la somma per cui il fitto si trasformerebbe in rata del mutuo. In questo modo, io incasso una somma rilevante e do a molti cittadini la possibilità di acquistare una casa che si dovranno impegnare a pagare”.
Le somme incassate sarebbero destinate a investimenti o spesa corrente?
“In parte servirebbero per ripagare i debiti in modo da alleggerire la pressione sul futuro. Io, comunque, voglio riuscire a contrarre il debito e non a espanderlo e anche questo è una forma di investimento. In una parola stiamo lavorando a una rigenerazione profonda della città, non un effimero cambiamento. Per tornare a fare di Catania una città in grado di reggere e vincere la sfida del futuro”.

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