Tumori, in Sicilia il triste primato delle liste d'attesa per gli esami - QdS

Tumori, in Sicilia il triste primato delle liste d’attesa per gli esami

Andrea Carlino

Tumori, in Sicilia il triste primato delle liste d’attesa per gli esami

martedì 24 Maggio 2016

I malati oncologici italiani sono 3 milioni e crescono di oltre 90.000 unità ogni anno. Nel nostro Paese i pazienti devono aspettare 427 giorni (contro i 364 della Francia, i 109 del Regno Unito e gli 80 della Germania)

PALERMO – I malati oncologici italiani sono 3 milioni e crescono di oltre 90.000 unità ogni anno. E inoltre i pazienti devono aspettare 427 giorni in Italia (contro i 364 della Francia, i 109 del Regno Unito e gli 80 della Germania) per accedere ai trattamenti innovativi con preoccupanti differenze regionali. Nel nostro Paese manca la rete della terapia del dolore e le cure domiciliari sono di fatto uscite dai livelli essenziali di assistenza (Lea) regionali, vengono infatti attivate solo per il 48,1% dei pazienti al momento delle dimissioni (per il restante 51,9% provvedono i familiari).
Forte la rabbia dei pazienti per l’occasione perduta della riforma costituzionale recentemente approvata. Il modello di regionalismo delineato nel nuovo Titolo V della Costituzione continua a non attribuire allo Stato l’esercizio dei poteri sostitutivi, in caso di necessità, a tutela della concreta attuazione dei Lea. Questo e molto altro è contenuto nel Rapporto 2016 realizzato da Favo, Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) insieme a Censis, al Coordinamento Generale Medico-Legale dell’Inps e ministero della Salute. In Italia sono stati diagnosticati nel 2015 366 mila nuovi casi di tumore, i decessi sono stati 175 mila ed i pazienti in cura sono stati 3 milioni. Il 27% degli italiani colpiti da tumore può essere definito guarito e la sopravvivenza a 5 anni è passata dal 39% nel 1990-1992 al 57% nel 2005-2007.
Ad oggi sono disponibili ben 132 farmaci antitumorali e negli ultimi 15 anni ne sono stati immessi sul mercato 63. Ma solo una sostanza su 10 mila supera le prove necessarie per essere approvata, non più di 2 farmaci su 10 consentono di ammortizzare i costi di ricerca e sviluppo, e gli investimenti possono superare 1 miliardo di euro per farmaco. Anche i costi di trattamento sono aumentati: il costo giornaliero medio di un farmaco antineoplastico è aumentato da 42,20 euro nel periodo 1995-1999 a 203,47 euro nel periodo 2010-2014. Il costo medio di una terapia complessiva è passato da 3.853 euro nel 1995-1999, a 44.900 euro nel 2010-2014. La spesa per farmaci oncologici in Italia è passata da circa 1 miliardo nel 2007 a 2 miliardi e 900 milioni nel 2014.
A fronte di blocchi di assunzioni, piani di rientro in varie regioni, diminuzione delle risorse e riduzione del tasso di ospedalizzazione (media italiana da 134.30 a 124.59/1000 abitanti) l’aumento delle liste di attesa per chirurgia oncologica è stato contenuto, comunque molto al di sopra dei tempi massimi (15 giorni) che il Ministero considera adeguati per patologie guaribili con la chirurgia.
La Regione che ha aumentato in tutte le patologie le proprie liste di attesa è la Sicilia, mentre il Piemonte, malgrado il piano di rientro, ha migliorato le proprie performances. Riteniamo che la presenza di una Rete oncologica abbia avuto un ruolo importante. Tra le Regioni benchmark individuate a fine 2015 (Marche, Umbria e Veneto), l’Umbria ha peggiorato le proprie liste di attesa su tutti gli interventi, il Veneto è rimasto stabile e le Marche hanno performance variabili. Le Regioni in Piano di rientro a febbraio 2016 sono: Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia.

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