Maxi truffa ai danni dell'Inps, 123 denunce solo in Sicilia - QdS

Maxi truffa ai danni dell’Inps, 123 denunce solo in Sicilia

redazione

Maxi truffa ai danni dell’Inps, 123 denunce solo in Sicilia

martedì 24 Maggio 2016

Nell’Isola il maggior numero di casi scoperti, per circa 3,7 mln €

PALERMO – Una maxi truffa ai danni dello Stato è stata scoperta dalla Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Inps. L’operazione ha riguardato 19 regioni e 81 province in tutta Italia, con controlli eseguiti dagli uomini dei Reparti della Guardia di Finanza competenti per territorio.
Nel dettaglio, la regione dove si è verificato il più alto picco di irregolarità è la Sicilia, con la denuncia di 123 soggetti per un totale di 3 milioni e 700 mila euro di emolumenti illecitamente percepiti. A seguire ci sono la Campania (98 denunciati, 3 milioni 400 mila euro indebitamente percepiti), la Calabria (75 denunciati per 2 milioni 400 mila euro); il Lazio (48 denunciati per 1 milione 600 mila euro), la Puglia (29 denunciati per 900 mila euro); l’Abruzzo (32 denunciati per 837 mila euro) e l’Umbria (9 denunciati per 553 mila euro illecitamente riscossi). In tutto, sono coinvolte 517 persone, falsamente residenti in Italia, denunciate per aver percepito indebitamente l’assegno (ex pensione) sociale. L’ammontare complessivo della truffa sfiora i 17 milioni di euro, dei quali è stato avviato il recupero, ma la scoperta del raggiro consentirà alle case dello Stato di risparmiare altri tre milioni per i prossimi esercizi.
L’indagine, denominata “Italians out”, è stata condotta dai finanzieri del Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie, che hanno analizzato i dati forniti dall’Inps e scoperto centinaia di cittadini italiani che, dopo aver ottenuto l’assegno sociale, continuavano a percepirlo pur essendosi trasferiti all’estero. Una riscossione illegittima, perché in violazione di uno dei requisiti essenziali, quello della stabile residenza.
Le persone denunciate – l’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato e della collettività – continuavano a riscuotere l’assegno attraverso l’accredito sul proprio conto corrente, oppure tornando saltuariamente in Italia al solo scopo di ritirare i soldi allo sportello.

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