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Palermo – Il futuro della Ztl appeso a un filo

Gaspare Ingargiola

Palermo – Il futuro della Ztl appeso a un filo

mercoledì 25 Maggio 2016

Si aspetta il giudizio del Consiglio di giustizia amministrativa dopo lo stop del Tar delle scorse settimane. Scontro Amministrazione-commercianti, che temono una diminuzione dei clienti

PALERMO – Dovrebbe essere emesso tra oggi e domani il giudizio in appello del Cga sulla Ztl dopo la bocciatura del Tar in primo grado e i due ricorsi di Comune e Amat. C’è attesa per una sentenza che potrebbe portare all’ennesimo ribaltone e rilanciare il programma di lotta all’inquinamento della Giunta Orlando dopo il brusco stop imposto dai giudici amministrativi di Palermo.
I legali di ambo le parti hanno già depositato le memorie difensive. Per il Comune “la necessità di introdurre un sistema di tariffazione per il raggiungimento degli obiettivi del piano traffico – si legge nel dispositivo – risulta pienamente supportata dai dettagliati studi tecnici di settore riportati nell’ambito delle relazioni allegate al Pgtu”. Per piazza Pretoria servono misure forti per disincentivare l’uso dell’auto e non tutte (come le pedonalizzazioni, il piano delle corsie riservate o il piano dei bus extraurbani) possono essere gratuite: “Anche l’argomentazione con cui il Tar ha ritenuto di potere censurare la scelta discrezionale del Comune di istituire le Ztl, a suo dire ‘potendosi curare le esigenze di controllo della circolazione e di tutela ambientale, in tesi, con misure limitative della circolazione prive di carattere oneroso’ risulta comunque del tutto infondata”.
Il Comune contesta un altro giudizio tranchant del Tar: che la Ztl sia troppo grande. A confronto con altre città “l’estensione Ztl (kmq) di Palermo è di 3,9 inferiore al valore delle città di Firenze e di Bologna, le quali peraltro hanno un’estensione territoriale minore a quella del capoluogo siciliano. La congruità dell’estensione territoriale della Ztl di Palermo trova ulteriore riscontro nel raffronto con i dati del Comune di Milano che, a fronte di una dimensione territoriale similare, presenta un’estensione territoriale Ztl pari a 8,2 (kmq), pertanto più del doppio di quella di Palermo”. Diverso il ragionamento dei legali dell’Amat, che puntano a smontare la tesi della controparte: se per i giudici la Ztl è inefficace e inadeguata a frenare le emissioni inquinanti e non fa calare il numero di auto circolanti – è il ragionamento – non si capisce perché Confcommercio e Confartigianato si siano unite ai ricorsi delle associazioni lamentando la sicura diminuzione della clientela.
 
“Se la misura fosse inefficace – scrive l’Amat nella sua memoria – e non comportasse un decremento del traffico, non si comprende, infatti, la preoccupazione di Confcommercio e Confartigianato per la diminuzione della clientela, né si vede quale sarebbe l’interesse di tali associazioni ad intervenire nel presente giudizio. Il vero è che Confcommercio e Confartigianato sono contrarie a qualunque forma di compressione della mobilità perché infondatamente ritengono che la riduzione del traffico distolga clientela dalle attività commerciali e artigianali. In relazione a tale preoccupazione, si osserva, per contro, che un intenso traffico veicolare ed il relativo inquinamento atmosferico non giovano di certo al commercio. Né risulta che nei numerosi Comuni italiani nei quali sono state istituite Ztl soggette a tariffazione i commercianti abbiano riportato i ‘danni economici incalcolabili’ temuti da Confcommercio”.
“Abbiamo ribadito più volte – è la replica del presidente di Confartigianato Nunzio Reina – di non essere d’accordo con la Ztl così organizzata, ma non con il provvedimento in sé, se ridimensionato e pianificato insieme alle associazioni. L’assenza di dialogo con l’Amministrazione, che non ci ha mai ricevuto, i costi non differenziati dei pass per chi ha una ditta nella zona eventualmente interessata e il coinvolgimento di un’area troppo vasta sono sempre stati i punti ritenuti critici da Confartigianato. Ma le motivazioni che hanno spinto la nostra associazione a dire ‘no’ a quanto pare non sono state recepite”. Totalmente contraria, e non potrebbe essere altrimenti, anche la tesi di Bispensiero e Vivo Civile. Il legale Alessandro Dagnino contesta innanzitutto la posizione dell’Amat, che, essendo una partecipata del Comune, non può essere considerata “parte processuale” perché i mancati introiti della Ztl non colpirebbero direttamente l’azienda ma le casse di piazza Pretoria. Per Dagnino vengono lesi i diritti sia dei residenti nella Ztl 2 “perché subiscono l’attivazione immediata e non graduale” del provvedimento, sia dei non residenti nella Ztl, che “rischiano di subire le conseguenze del maggiore inquinamento nelle strade in qui abitano”.
 
Per le associazioni gli interventi sulla mobilità non sarebbero sufficienti e non esisterebbe una reale alternativa al mezzo privato. “Il Comune – prosegue l’avvocato – non sta, come vorrebbe far credere, conducendo una battaglia per una città più ‘civile’. Sta, al contrario, tentando di applicare in modo improprio una disposizione di legge concepita per giusti fini di contrasto all’inquinamento, per istituire quella che è in realtà una tassa occulta e, come tale ingiusta. Il Comune pensa così di far pagare coattivamente alla generalità dei cittadini il costo del servizio di gestione del tram che avrebbe dovuto finanziare, oltre che con i proventi della vendita dei biglietti di trasporto, con le ordinarie entrate tributarie, entrate che però sono oggi destinate in bilancio a sostenere altre spese che l’amministrazione potrà così evitare di ridurre, mantenendo tutti gli sprechi in essere”.

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