Dipendenti pubblici in Sicilia: in otto anni diminuiti del 6,3% - QdS

Dipendenti pubblici in Sicilia: in otto anni diminuiti del 6,3%

Adriano Agatino Zuccaro

Dipendenti pubblici in Sicilia: in otto anni diminuiti del 6,3%

giovedì 26 Maggio 2016

La ricerca di Forum Pa si sofferma a indagare su quanto la crisi economica abbia inciso sulla riduzione degli occupati: i dati rivelano come la nostra Isola sia passata da 301.719 dipendenti ai 282.623

ROMA – “Il Paese che cambia impone di cambiare anche alla Pa” dichiara Mochi Sismondi (presidente di Forum Pa), ma la Pubblica amministrazione è fatta anche (e soprattutto) d’impiegati che, secondo una ricerca di Forum Pa, sono “vecchi, maldistribuiti e sfiduciati”.
Il 16 maggio di quest’anno il Consiglio dei ministri ha approvato il primo decreto di attuazione (su undici) della riforma Madia nell’ottica della semplificazione, prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza nella Pubblica amministrazione. Riuscirà questo decreto di attuazione e gli altri in programma a cambiare lo status quo?
Sta di fatto che la fotografia dei dipendenti pubblici italiani scattata dalla ricerca di Forum Pa, in occasione della ventisettesima edizione del Forum dal 24 al 26 maggio a Palazzo dei Congressi di Roma, rintraccia diverse problematicità da analizzare.
Prima tra tutte l’invecchiamento degli impiegati, che sfiorano i 50 anni di età media e non vedono entrare giovani: quelli con meno di 35 anni erano il 10,3% nel 2011 e ora sono l’8%, contro il 25% del Regno Unito e il 27% della Francia.
Altro fattore rilevato dall’indagine è la riduzione delle spese per gli stipendi dei dipendenti pubblici, che sono infatti diminuiti dai 171,6 miliardi del 2009 a 164,26 miliardi nel 2015, mentre la media dei Paesi UE è passata da 115,3 miliardi nel 2009 a 130 miliardi nel 2015.
“I dipendenti pubblici italiani costano molto meno che nei due Paesi di confronto [Regno Unito e Francia] per via del blocco dei contratti e della riduzione del personale, ma la tenuta del rapporto tra costo del personale pubblico e Pil non è stato pagato da una profonda riorganizzazione della macchina pubblica, come è invece avvenuto, per esempio, in UK” si legge nel rapporto. Inoltre, se in alcuni comparti, come la scuola, si sono persi circa centomila dipendenti dal 2007 e nelle regioni e negli enti locali, gli impiegati si sono ridotti di oltre 43mila unità, sono cresciuti invece di oltre 23mila unità quelli di Trentino Alto Adige (+10,3%), Valle D’Aosta (+4,7%) e Sardegna (+1,4%).
“I dipendenti pubblici italiani non sono quindi troppi: sono il 14,7% rispetto al totale degli occupati italiani e sono in numero minore sul totale degli occupati se raffrontati agli altri Paesi (Francia  21,9%,  UK 17,7%). Sono però mal distribuiti: si passa dai 95 impiegati pubblici per 1.000 abitanti in Valle d’Aosta ai 41 in Lombardia” conclude il rapporto.
Rimanendo sui numeri regionali, Forum Pa rileva che la nostra Isola si colloca poco sopra la metà classifica per numero di dipendenti pubblici ogni mille abitanti: è undicesima con le sue 55,5 unità segue a ruota Umbria (55,6) e Calabria (57,1). Conquistano il podio Valle D’Aosta (95), Trentino  Alto Adige (76,8) e Friuli-Venezia Giulia (69,6); ultima in classifica, ma prima per numero assoluto di dipendenti, è la Lombardia: 411.019 dipendenti pubblici su 10.002.615 abitanti, con dunque una media di 41,1 dipendenti ogni mille abitanti.
La ricerca si sofferma anche a indagare quanto la crisi economica abbia inciso sulla riduzione degli occupati: i dati rivelano come la Sicilia sia passata dai 301.719 dipendenti del 2007 ai 282.623 del 2014, diminuendo dunque l’organico del -6,3% (metà classifica tra le regioni italiane). Percentuale superata da Abruzzo (-6,6%) ed Emilia-Romagna (-8,1%); all’ultimo posto è invece la Campania, che con il suo -13,6% dimostra di avere tagliato ben 46.304 dipendenti pubblici in sette anni.

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